• Giovedì 29 dicembre 2016

La questione termovalvole

Riguarda da vicino chi vive in un condominio: il 31 dicembre c'è un'importante scadenza, ma una proroga è quasi sicura

(Da "Lo chiamavano Jeeg Robot")
(Da "Lo chiamavano Jeeg Robot")

Nel 2014 l’Italia decise – con il decreto legislativo 102, che recepiva una direttiva europea del 2012 – che dal primo gennaio 2017 tutti i termosifoni degli edifici con riscaldamento centralizzato (quindi la maggior parte dei condomini) avrebbero dovuto essere dotati di valvole termostatiche e contabilizzatori. È – anche ma non solo – la questione delle termovalvole, i dispositivi che servono a calibrare il riscaldamento della casa in base alle esigenze di chi ci abita, organizzando e misurando l’effettivo consumo di ciascun calorifero. La pena prevista per i mancati adeguamenti va dai 500 ai 2.500 euro, ma ci sono almeno tre problemi: l’intervento di aggiunta delle termovalvole va fatto a impianti spenti (quindi andava fatto qualche mese fa); sarà difficile che si riescano a controllare tutti i termosifoni, condomino per condomino, per multare chi non dovesse essersi adeguato; come ha spiegato il Sole 24 Ore è molto probabile che nei primi giorni di gennaio venga concessa una proroga di almeno sei mesi. La proroga potrebbe essere inserita già nel cosiddetto decreto “milleproroghe“, discusso oggi dal Consiglio dei ministri.

Giorgio Spaziani – presidente di Confedilizia, la confederazione italiana dei proprietari di case, che da mesi chiede una proroga – ha detto di avere «ricevuto assicurazioni dal governo sulla probabilità della proroga» ma che, trattandosi di un decreto legislativo fatto per adeguarsi a una direttiva dell’Unione Europea, serve un «consenso formale» proprio con l’Unione Europea, «per evitare le procedure d’infrazione». Spaziani ha motivato la richiesta di proroga spiegando che negli ultimi mesi non sono stati mai davvero chiari tempi e modi del passaggio alle termovalvole obbligatorie, citando come esempio il decreto legislativo 141/2016 che a luglio ha modificato e corretto quelli precedenti, cambiando un po’ le carte in tavola.

Il problema è quindi che molti condomini hanno avuto poche settimane – tra fine luglio e ottobre – per decidere come adeguarsi alle nuove norme. In più, come ha scritto il Sole 24 Ore, il decreto legislativo di luglio «ha reso in buona parte fuori norma i lavori già fatti dai condomìni più solleciti, che si erano attivati sulla base delle precedenti normative, anche regionali». La proroga era in realtà già auspicata da qualche mese. A settembre Cesare Rosselli, membro della giunta esecutiva di Assoedilizia, aveva detto: «Sulla scadenza c’è un’aspettativa generale di proroga».

In sintesi: molti di quelli che avevano provato a fare tutto per tempo si sono trovati con lavori fuori norma; chi non si era adeguato prima dell’estate ha avuto troppo poco tempo per adeguarsi (perché da ottobre in poi, con riscaldamenti accesi, era già troppo tardi). È comunque impossibile che le ARPA (le agenzie regionali per l’ambiente, che dovrebbero controllare e multare) possano e vogliano controllare centinaia di migliaia di appartamenti nei condomini già dai primi giorni di gennaio.

Termovalvole, contatori di fornitura, sotto-contatori

Le termovalvole sono pensate per inquinare meno (spengono il termosifone quando si raggiunge la temperatura desiderata) e per capire meglio chi consuma quanto in riscaldamento, per bilanciare meglio le spese di ognuno. Anziché una quota fissa, uguale per tutti, ognuno paga il suo. In generale, si pensa che con le termovalvole si possa risparmiare fino al 20 per cento sui costi di riscaldamento. Le termovalvole sono semplici valvole agganciate a ogni termosifone con un termostato all’interno che,  in base a come è regolato, esclude l’ingresso di acqua calda raggiunta una certa temperatura.

I contatori di fornitura e i sotto-contatori – in realtà già presenti in molte abitazioni – sono uno per abitazione e servono a misurare quanta acqua, gas o energia elettrica viene erogata dal fornitore.

Le norme relative alle termovalvole spiegano che in casi di «impossibilità tecnica» nell’installare i sotto-contatori (per esempio nel caso di edifici con distribuzione “a colonna”, con più abitazioni allacciati alla stessa “colonna”, che alimenta più appartamenti) si devono installare «sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore individuali per quantificare il consumo di calore in corrispondenza di ciascun corpo scaldante». Cioè: se non c’è modo di installare un unico sotto-contatore si deve mettere una termovalvola a ogni calorifero. Le termovalvole non sono quindi obbligatorie se già c’è un sotto-contatore: fanno più o meno la stessa cosa, solo che i sotto-contatori la fanno per tutta la casa e le termovalvole la fanno per ogni calorifero.

Come aveva spiegato il Sole 24 Ore, «per stabilire l’efficienza economica si fa un confronto tra il denaro speso per realizzare l’installazione e gestione dei ripartitori (manutenzione, lettura eccetera) e quello risparmiato, calcolando una vita utile dei dispostivi che, mediamente, si assume in 10 anni». Per quanto riguarda le spese: è difficile fare una media del costo previsto per l’adeguamento perché ci sono situazioni diverse, ma un intervento costa un po’ più di 100 euro per ogni termosifone, nel caso di termovalvole. Se siete in affitto e vi state chiedendo chi paga, deve pagare il proprietario (non l’inquilino) perché si tratta di manutenzione straordinaria.