La storia dei fuochi d’artificio a Roma
Virginia Raggi li aveva vietati tutti una settimana fa, il TAR del Lazio ha sospeso l'ordinanza e deciderà il 25 gennaio: i produttori ora vogliono chiedere i danni
Mercoledì 28 dicembre il TAR del Lazio ha sospeso l’ordinanza con cui il comune di Roma aveva vietato fuochi d’artificio e botti di capodanno dal 29 dicembre al primo gennaio. L’ordinanza era stata emessa lo scorso 22 dicembre e prevedeva un «divieto assoluto di usare materiale esplodente, utilizzare fuochi artificiali, petardi, botti, razzi e simili artifici pirotecnici», compresi quelli la cui vendita è legale, e di «usare materiale esplodente anche declassificato a meno di 200 metri dai centri abitati, dalle persone e dagli animali», con la ragione che «ogni anno l’uso dei botti provoca incidenti con danneggiamenti a cose e lesioni anche gravi a persone e animali».
Le associazioni di produttori di fuochi d’artificio, come ASSPI e ANISP, hanno fatto un ricorso d’urgenza al TAR. Anche in altre città è in vigore il divieto di fuochi artificiali ma il presidente dell’ASSPI, Nobile Viviano, ha spiegato a Repubblica che «in circostanze simili abbiamo mandato diffide ai sindaci di altre città, ma nel caso di Roma abbiamo deciso di presentare ricorso al TAR perché l’esito avrebbe avuto risonanza nazionale». Il TAR ha sospeso l’ordinanza e ha annunciato che emetterà il giudizio di merito il prossimo 25 gennaio (non con gran tempismo, quindi: il problema dei botti riguarda la notte di Capodanno). Dopo quella data però i produttori di fuochi d’artificio potranno cercare di rivalersi sul comune di Roma per eventuali perdite subite a causa dell’ordinanza. Luca Proietta, dirigente dell’ANISP, l’altra associazione di produttori, ha detto: «Siamo pronti a chiedere anche un risarcimento per i danni che abbiamo subìto, perché l’atto della prima cittadina ha bloccato un mercato che viaggia tra i 2 e i 3 milioni di euro».
Secondo giornali ed esperti, il TAR ha deciso di bocciare l’ordinanza del comune di Roma a causa dei diversi errori formali e sostanziali che conteneva. Per esempio l’ordinanza non è stata inoltrata alla prefettura prima di essere pubblicata e non presentava i requisiti di urgenza che richiederebbe emettere un simile tipo di decisione. Secondo Viviano, inoltre, ai sindaci non è consentito vietare in maniera indiscriminata tutti i fuochi artificiali, compresi quelli consentiti dalla legge e che rispettano le normative europee.
Per il sindaco di Roma, Virginia Raggi, è un nuovo problema nella gestione del Capodanno. A Roma non ci sarà un grande concerto di Capodanno, come negli anni passati, giudicato troppo costoso da organizzare. Il comune ha offerto la possibilità a gruppi di artisti di esibirsi sul Lungotevere, ma l’organizzazione dell’evento procede a fatica: e ci sono state polemiche perché gli artisti secondo il comune dovrebbero esibirsi gratuitamente e non potrebbero nemmeno raccogliere offerte o vendere i propri cd. Raggi è da sei mesi sindaco di Roma, un periodo nel quale ha incontrato molte difficoltà a causa delle divisioni e degli scontri interni alla sua maggioranza, delle inchieste giudiziarie e delle numerose dimissioni di suoi importanti collaboratori.