La biblioteca del futuro è in Danimarca
Non solo per i materiali e il design, ma perché è un centro culturale dove le persone si incontrano, si rilassano e si divertono: e funziona
Aarhus è la seconda città per abitanti della Danimarca e negli ultimi anni sta vivendo uno sviluppo che l’ha portata, tra le altre cose, a essere scelta come capitale europea della cultura nel 2017 insieme a Pafo, a Cipro. Tra i buoni motivi per visitarla c’è anche Dokk1, o Dokken, la nuova biblioteca che funge da centro culturale: inaugurata nel 2015, ad agosto 2016 è stata scelta come Biblioteca dell’anno dall’International Federation of Library Associations and Institutions (IFLA).
Dokk1, che si trova nel centro della città lungo la riva del fiume Aarhus, è anche la biblioteca più grande di tutta la Scandinavia. Il progetto è stato commissionato dalla città nel 2009 allo studio di architetti danese Schmidt Hammer Lassen, e fa parte di una più vasta riqualificazione del porto industriale in uno spazio per la vita cittadina. La costruzione è iniziata nel 2011 mentre il nome è stato scelto con un bando pubblico nell’autunno del 2012: significa Banchina 1.
Nell’ultimo anno Dokk1 è stata descritta come esempio di biblioteca ideale, un luogo in cui le persone non si limitano a prendere in prestito e leggere i libri ma passano del tempo, si incontrano, si rilassano e costruiscono in qualche modo una comunità. Di recente CityLab, un sito di architettura e design urbano, ha definito Dokk1 la “biblioteca del futuro”:
«In una zona ex industriale di Aarhus, ci sono ora poltrone Egg tutto attorno al perimetro della massiccia e nuova “biblioteca ibrida”. Qui una campana tubolare da tre tonnellate risuona ogni volta che nasce un bambino nell’ospedale vicino [sono i genitori stessi che possono schiacciare il pulsante nel reparto maternità dell’ospedale n.d.r.]. Fuori c’è un traghetto che va e viene dal porto a Copenaghen, mentre bambini e adulti giocano in un parco con altalene e un enorme scivolo a forma di aquila».
Marie Østergård, che da dieci anni coordina il progetto, spiega che non c’era un’idea prestabilita di come sarebbe stata la biblioteca, ma che l’unica costante era consultarsi con gli abitanti: «quello che vedete ora è un grande puzzle messo insieme con idee diverse e diverse conoscenze da campi differenti. Ci chiedevamo in continuazione “cosa vogliamo che offra una biblioteca nei prossimi anni? Quali sono le necessità della città e da che parte sta andando il mondo?”». Il risultato, spiega CityLab, è «meno una casa per i libri e più uno spazio per le persone».
La struttura ricorda una navicella spaziale ed è organizzata in tre volumi: una base su cui poggia una parte intermedia dalle pareti di vetro, e in cima un blocco dalla forma poligonale. Tutto attorno al perimetro ci sono quattro rampe di scale che permettono di entrare ai vari livelli: in questo modo non ci sono né un accesso unico né una facciata e un retro prestabiliti. La trasparenza delle pareti di vetro permette di far entrare la luce naturale nell’edificio e collega la vita all’interno della biblioteca con la vita della città attorno: «l’esterno è una specie di film tutto intorno a te», spiega Kim Holst Jensen dello studio Schmidt Hammer Lassen.
Vi sælger ud af gamle bøger og CD’er tirsdag og onsdag i denne uge. Kig forbi, mange af tingene kan du få for en flad 10’er 📚💿💸 #dokk1sælgerud #dokk1 Una foto pubblicata da Dokk1 Aarhus (@dokk1aarhus) in data:
L’interno è un grande spazio aperto suddiviso su diversi livelli. Il volume centrale, quello vetrato, ospita i due piani principali della biblioteca, collegati tra loro da una serie di piattaforme su cinque livelli sfalsati, con zone dedicate a mostre, giochi e sale di lettura. Ci sono una caffetteria, computer a disposizione di tutti, aree giochi per bambini, una sala conferenze, mentre l’ultimo piano è destinato agli uffici del Comune, dove si possono fare cose come rinnovare il passaporto e ritirare i documenti. Al piano inferiore c’è il più grande parcheggio sotterraneo automatizzato d’Europa.
Tutti questi spazi sono stati pensati, riassume Østergård, per permettere alle persone di leggere, studiare, conoscerne di nuove o restarsene da soli a pensare o rilassarsi. La zona che ospita la biblioteca è particolarmente accogliente e permette alle persone di spostare i mobili per le proprie esigenze. Sidsel Bech-Petersen, che lavora nella biblioteca, spiega che «le persone spostano i mobili, noi non possiamo controllarli davvero, ed è un bene, perché significa che vivono questo spazio come loro». L’idea alla base del progetto, spiega Jensen, è infatti «prendere tutti gli scaffali coi libri, radunarli nella piazza principale della città, mettere un tetto sopra l’edificio ed ecco la biblioteca». A quanto pare l’idea alla base della biblioteca funziona: un anno dopo l’apertura era già stata visitata da oltre un milione di persone, ora la media è di 3.800 persone al giorno, sette giorni a settimana.