Cos’è rimasto di Aleppo
Della sua splendida cittadella, delle sue moschee e dei suoi mercati, dopo più di quattro anni di scontri e bombardamenti
L’evacuazione della parte orientale di Aleppo, fino a poco tempo fa controllata dai ribelli che combattono contro il regime del presidente siriano Bashar al Assad, è stata completata. Giovedì sono stati portati fuori dalla città gli ultimi 4mila ribelli e civili rimasti, che si sono andati ad aggiungere ad altre 36mila persone che se n’erano già andate nell’ultima settimana. Ad Aleppo, dove Assad ha ottenuto la sua più importante vittoria finora, si combatteva dal 2012, quando i ribelli lanciarono una grande offensiva nel nord della Siria riuscendo però a conquistare solo un pezzo della città, la parte orientale. Per riprendersi il controllo di tutta l’area urbana, Assad ha dovuto appoggiarsi ai suoi alleati: le operazioni per la riconquista di Aleppo sono state guidate dalle milizie sciite irachene sostenute dall’Iran, e sono state enormemente facilitate dai bombardamenti compiuti dagli aerei russi.
Molte persone che vivono nella parte occidentale di Aleppo, ha raccontato il New York Times, hanno festeggiato la sconfitta dei ribelli, che negli ultimi anni avevano spesso sparato contro di loro dei razzi facendo morti e feriti. La situazione è molto diversa a est: dopo quattro anni di scontri e bombardamenti, ad Aleppo orientale sono rimasti quasi solo edifici crollati e strade distrutte. Prima della guerra, Aleppo era la più grande città siriana e il più importante centro del commercio nazionale, e la sua città antica era considerata Patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Oggi è cambiato tutto.
Aleppo, “Halab” in arabo, è una delle città del mondo che più è stata abitata in maniera continuativa nel tempo: è menzionata in alcuni testi egizi risalenti al Ventesimo secolo a.C. e i resti di un tempio della fine del Terzo millennio a.C. sono stati trovati nella cittadella medievale, che ancora domina Aleppo e che per secoli ha avuto una funzione difensiva.
Before: Aleppo’s historic citadel before the war.
After: A member of forces loyal to Assad stands in front now. https://t.co/UWBO1sGa7H pic.twitter.com/eq65oq2UNM— Reuters Pictures (@reuterspictures) 21 dicembre 2016
Nel corso del Diciottesimo secolo a.C. Aleppo divenne la capitale del regno di Yamkhad, fino a che venne distrutta dagli Ittiti. Venne conquistata dagli arabi musulmani nel 639 d.C., e 80 anni dopo venne costruita la Grande Moschea, detta anche Moschea degli Omayyadi, la più grande e antica della città, che oggi è andata quasi completamente distrutta a causa della guerra.
Before: Aleppo’s Umayyad mosque before the war After: Umayyad mosque now https://t.co/UWBO1sGa7H pic.twitter.com/QF8BdHywjo — Reuters Pictures (@reuterspictures) 21 dicembre 2016
Nel Decimo secolo d.C. Aleppo divenne la capitale della dinastia Hamdanide, prima di attraversare un lungo periodo di guerre, epidemie e instabilità interrotto solo dal governo degli Ayyubidi, una dinastia curdo-musulmana fondata da Saladino. Dopo essere stata conquistata dai mongoli, divenne parte dell’Impero ottomano nel 1516, periodo nel quale emerse come città centrale per gli scambi commerciali tra Oriente ed Europa; mantenne un ruolo importante anche dopo l’indipendenza dello stato siriano, abitato per la maggior parte da arabi musulmani sunniti (ad Aleppo ci sono anche curdi, turcomanni, sciiti e una grande comunità cristiana).
I combattimenti ad Aleppo sono cominciati nel febbraio 2012 e hanno coinvolto, oltre che moltissime zone residenziali, anche la città antica e la cittadella, che prima della guerra erano due destinazioni turistiche molto frequentate. Mentre la città antica è stata conquistata presto dai ribelli, la cittadella è rimasta sotto il controllo dei soldati di Assad, che vi hanno mantenuto l’accesso tramite dei tunnel sotterranei. Nonostante la sua posizione molto esposta, la cittadella non ha subìto tanti danni quanti la città antica. Mamoun Abdelkarim, il direttore generale delle Antichità in Siria, ha detto: «Ci sono alcuni danni ma sono gestibili. La situazione dentro alla cittadella è buona ma il disastro e il vero danno è stato inflitto al mercato antico».
Before: The entrance to al-Zarab souk in the Old city of Aleppo before the war.
After: The same entrance now. https://t.co/UWBO1sGa7H pic.twitter.com/ObG1t4aKNQ— Reuters Pictures (@reuterspictures) 21 dicembre 2016
Ad Aleppo la guerra ha distrutto moschee risalenti al Medioevo, centri usati nell’antichità per commerciare e diversi simboli della tolleranza religiosa che ha caratterizzato la città per molto tempo. Per esempio gravi danni sono stati documentati nella Chiesa al Shibani, un centro culturale e religioso molto importante, risalente al Dodicesimo secolo e costruito nel mezzo della città antica.
Before: Aleppo’s al-Shibani school before the war.
After: The al-Shibani school now. https://t.co/UWBO1sGa7H pic.twitter.com/gy1ERHLIan— Reuters Pictures (@reuterspictures) 21 dicembre 2016
Before: People attend a music concert at the the al-Shibani school before the war.
After: The al-Shibani school now. https://t.co/UWBO1sGa7Hpic.twitter.com/E9I5Uv0a9x— Reuters Pictures (@reuterspictures) 21 dicembre 2016
La vittoria di Assad ad Aleppo è stata molto importante per la guerra siriana e ha dato un vantaggio netto al regime sostenuto dall’Iran e dalla Russia. Tuttavia, come hanno scritto diversi analisti, la guerra non è finita: Assad è ancora lontano dal raggiungere il suo obiettivo – almeno quello dichiarato pubblicamente – di riconquistare tutto il territorio nazionale siriano.