L’unica è aspettare
«Ho sempre avuto poco cuore. Da quando sono in grado di pensare, penso in modo spietato. Quand’ero ragazzo davo le mosche in pasto ai ragni. I ragni sono rimasti i miei animali preferiti. Di tutti gli insetti sono, con le cimici, i più intelligenti. Se ne stanno quieti al centro di una ragnatela che si sono costruiti da sé e si affidano al caso, che provvede a nutrirli. Tutti gli animali danno la caccia alla preda. Del ragno tuttavia si può dire che è ragionevole e saggio nella misura in cui ha scoperto che dare disperatamente la caccia a tutti gli esseri viventi non serve a niente e che soltanto l’attesa è fruttuosa»
Joseph Roth, Le città bianche (2011), nella traduzione di Fabrizio Rondolino per Adelphi. Il libro è una raccolta di resoconti dalla Francia scritti tra il 1925 e il 1939, e il titolo originale è Die weissen Städte.