C’è una donna italiana tra i morti di Berlino
Lo ha confermato la magistratura tedesca a Gentiloni e Alfano: si chiamava Fabrizia Di Lorenzo, aveva 31 anni
Una delle dodici persone uccise nell’attentato di lunedì a Berlino è una donna italiana, Fabrizia Di Lorenzo: lo hanno confermato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. Da giorni Di Lorenzo era considerata dispersa: il suo cellulare era stato trovato nei pressi del posto in cui il camion ha investito la folla e dal momento dell’attentato nessuno era più riuscito a mettersi in contatto con lei.
L'Italia ricorda Fabrizia Di Lorenzo, cittadina esemplare uccisa dai terroristi. Il Paese si unisce commosso al dolore della famiglia
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) December 22, 2016
Di Lorenzo, originaria di Sulmona, aveva 31 anni e viveva a Berlino. Si era laureata all’università La Sapienza di Roma in mediazione linguistico-culturale, e poi in relazioni internazionali e diplomatiche a Bologna. Già il giorno successivo all’attacco, Alfano aveva detto di avere «indicazioni che ci portano a non escludere in questo momento l’ipotesi che ci possa essere una vittima italiana», ma che fosse necessario aspettare conferme dalla polizia tedesca. Oggi lo stesso Alfano ha diffuso una nota con quella conferma: «La magistratura tedesca, così come ha comunicato il ministero degli Affari Esteri della Germania, ha esaurito le verifiche necessarie e purtroppo, ormai, c’è la certezza che, fra le vittime, c’è l’italiana Fabrizia Di Lorenzo. Sono affettuosamente vicino alla famiglia e ai suoi cari, condividendone l’immenso dolore».
Il principale sospettato per l’attentato di lunedì a Berlino in cui sono morte 12 persone, si chiama Anis Amri ed è ancora ricercato dalla polizia federale tedesca: nei suoi confronti è stato emesso un mandato di arresto europeo ed è stata promessa una ricompensa di 100.000 euro per chi fosse in grado di fornire informazioni che aiutino la polizia ad arrestarlo. Intanto sono emersi nuovi dettagli sul suo conto, diffusi sia dalla polizia tedesca che dalla stampa. La più importante è stata comunicata da Ralf Jäger, ministro degli Interni della Renania Settentrionale-Vestfalia, che ha detto che Amri era già indagato da diverse agenzie di sicurezza tedesche perché sospettato di preparare «un grave atto di violenza contro lo stato». Ieri sera è anche venuto fuori che, prima di arrivare in Germania, Amri aveva passato quattro anni in carcere in Italia per avere partecipato a una violenta rivolta nel centro di accoglienza dei migranti a Lampedusa. Intanto Bild ha scritto che quattro persone sono state arrestate oggi in Germania con l’accusa di essere coinvolte in qualche modo con l’attentato a Berlino.