C’è un ricercato per l’attentato a Berlino
La polizia sta cercando un 24enne tunisino di nome Anis Amri, il cui documento è stato trovato nel camion usato per uccidere 12 persone a un mercatino di Natale
La polizia tedesca sta ancora cercando il responsabile dell’attentato di lunedì 19 dicembre a Berlino, in Germania. Il procuratore federale ha detto che il principale sospettato è un uomo tunisino di 24 anni chiamato Anis Amri, nato a Ghaza nel 1992 e descritto di altezza e peso nella norma, capelli neri e occhi marroni. Per ogni informazione che possa portare al suo arresto è stata messa una taglia di 100.000 euro. Amri, che secondo i giornali è stato identificato a partire da un documento di identità lasciato sul camion usato per l’attacco, è stato definito “armato e pericoloso”, ma precedenti notizie diffuse dai giornali lo descrivevano anche come probabilmente ferito. La polizia federale tedesca ha anche diffuso un mandato di arresto europeo, in cui vengono elencate le 6 possibili identità che si pensa Amri abbia usato in passato.
Alcune informazioni sull’identità del ricercato erano state date in giornata anche da Ralf Jäger, ministro degli Interni della Renania Settentrionale-Vestfalia, e da Thomas de Maizière, ministro degli Interni della Germania: entrambi avevano però insistito sul fatto che si trattasse solo di un sospettato la cui partecipazione all’attentato non era stata dimostrata.
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Secondo fonti investigative citate dall’ANSA, nel febbraio del 2011 Amri arrivò in Italia, a Lampedusa: faceva parte delle migliaia di persone, circa 25mila, scappate dalla Tunisia durante la Primavera Araba. Amri non aveva documenti e disse di essere nato nel 1994, era quindi minorenne, e venne portato nel centro di accoglienza, dove partecipò a proteste, scontri e all’incendio del centro. Fu arrestato e condannato a quattro anni di carcere, che scontò prima a Catania e poi a Palermo. Fu scarcerato nel 2015, ricevette un provvedimento di espulsione e probabilmente lasciò l’Italia per la Germania: da allora la polizia e gli investigatori italiani hanno perso le sue tracce.
Ralf Jäger ha detto che Amri era arrivato in Germania nel 2015 e che aveva brevemente vissuto nello stato della Renania Settentrionale-Vestfalia prima di trasferirsi, lo scorso febbraio, a Berlino. Jäger, che durante la conferenza stampa non aveva confermato il nome del ricercato, ha spiegato che la richiesta di asilo in Germania di Amri era stata respinta lo scorso giugno ma che non era stato possibile rimpatriarlo perché era sprovvisto di documenti di identità e la Tunisia aveva negato che fosse un suo cittadino. Le agenzie di sicurezza tedesche, ha detto Jäger, si erano scambiate informazioni sul suo conto lo scorso novembre e la polizia federale aveva diramato una nota che lo definiva “pericoloso”.
(Il mandato di arresto europeo diffuso dalla polizia tedesca)
Il fratello di Amri, contattato da Agence France-Presse ha detto che «se è colpevole merita di essere condannato. Rifiutiamo il terrorismo e i terroristi, non abbiamo alcun rapporto con loro». Il padre di Amri, riporta Associated Press, ha detto che il figlio lasciò la Tunisia sette anni fa e che venne arrestato in Italia dove passò quattro anni in carcere.