«Ve l’avevamo detto»
Il direttore di Repubblica si toglie diversi sassolini sulla questione Raggi, ma tira in ballo anche il Fatto e Maria Elena Boschi
Nel suo editoriale di oggi il direttore di Repubblica Mario Calabresi ha parlato della situazione del Comune di Roma in seguito all’arresto di Raffaele Marra, capo del personale del Comune e molto vicino al sindaco Virginia Raggi, e alle dimissioni del vicesindaco Daniele Frongia e del capo della segreteria Salvatore Romeo. Calabresi – che aveva fatto una lunga intervista a Raggi due mesi fa (quella dei frigoriferi) – rivendica che da tempo il suo giornale sostenga l’inadeguatezza della giunta Raggi, ricevendo continui attacchi dal Movimento 5 Stelle e dal Fatto Quotidiano. Oltre che al sindaco di Roma Calabresi si è rivolto anche a Maria Elena Boschi, che dopo la sconfitta del Sì al referendum costituzionale non ha dato le proprie dimissioni, accusandola, tanto quanto Raggi, di avere poco rispetto per i cittadini:
I casi Muraro e Marra erano sotto gli occhi di tutti da mesi. Fin dai primi giorni è stato chiaro che si trattava di due persone inadatte a ricoprire incarichi di grande responsabilità in una giunta che voleva presentarsi all’insegna della discontinuità e della trasparenza. Da subito è stato chiaro che erano portatori di conflitti di interesse, di legami dubbi e opachi e che avevano un curriculum che doveva destare allarme.
Questo Repubblica lo ha raccontato fin dall’inizio. Senza reticenze e in modo approfondito. Per questo per mesi siamo stati criticati, accusati di essere partigiani, non obiettivi e di farlo per partito preso (o per conto di Renzi). Oggi finalmente tutti hanno modo di rendersi conto che i giornalisti di Repubblica hanno soltanto fatto con scrupolo e precisione il loro lavoro di cronisti.
Siamo stati attaccati dal Movimento 5 Stelle, dai blog, sui social network, dal Fatto Quotidiano e molti lettori mi hanno scritto chiedendo se non fossimo prevenuti e ingiusti con Virginia Raggi e la sua giunta. Commenti che spesso non volevano aprire gli occhi sull’ombra nera che stava avvolgendo il Campidoglio o che ancora oggi faticano a credere come la promessa di rinnovamento e pulizia morale, che ha fatto la forza del movimento di Beppe Grillo, sia stata tradita dalle decisioni della sindaca.
(Continua su Repubblica)