L’evacuazione di Aleppo è di nuovo bloccata
Ribelli e regime avevano raggiunto un accordo, ma oggi un gruppo di ribelli ha attaccato degli autobus diretti in un'altra zona interessata dall'accordo
Nel pomeriggio del 18 dicembre si è saputo che alcuni pullman che sarebbero dovuti servire per evacuare feriti e malati da Fua e Kefraya – due cittadine sciite nella provincia siriana di Idlib – sono stati attaccate dai ribelli siriani che combattono contro il regime di Bashar al Assad. L’agenzia di stato del governo siriano ha detto che i pullman esplosi sono cinque. Il 17 dicembre l’Osservatorio siriano dei diritti umani – un’organizzazione filo-ribelli con sede a Londra – aveva detto che in queste due cittadine c’erano circa 20mila civili e 4.500 combattenti filo-governativi.
La notizia è rilevante perché il regime di Assad aveva chiesto che gli abitanti delle due cittadine potessero lasciare le città prima dell’arrivo dei ribelli, offrendo in cambio la garanzia che la stessa cosa sarebbe successa nelle rare zone di Aleppo est ancora controllate dei ribelli dopo la vittoria di Assad. Ieri ribelli e governo avevano raggiunto un accordo per l’evacuazione simultanea di Aleppo est, Fua e Kefraya, che però al momento non è ancora stato applicato: qualche ora fa il regime aveva detto che alcuni bus erano entrati ad Aleppo, ma la notizia non è stata confermata dai media internazionali. Nel pomeriggio del 18 dicembre la Russia ha fatto sapere che userà il suo diritto di veto per non far passare una proposta francese che prevedeva l’invio di osservatori delle Nazioni Unite ad Aleppo.
Rebels attack and burn several buses sent to evacuate Shia villages in Idlib province as part of east Aleppo deal https://t.co/n0H9E4VIPl
— BBC Breaking News (@BBCBreaking) December 18, 2016
Non è ancora chiaro quale fazione dei ribelli abbia attaccato gli autobus – l’Osservatorio siriano dei diritti umani dice che sono stati quelli di Jabhat Fateh al Sham, un gruppo che fino a pochi mesi fa era affiliato ad al Qaida – né se il regime di Assad e le altre forze dei ribelli intendano rispettare l’accordo preso riprendendo l’evacuazione di Aleppo est. Sembra comunque che dopo l’esplosione altri pullman e alcuni veicoli della Croce Rossa siano riusciti a entrare e uscire da Fua e Kefraya, ma come spesso capita in questi giorni quando si parla di Siria sono informazioni di cui è difficile verificare l’attendibilità.
Il 17 dicembre Reuters aveva scritto che il caos che si è creato attorno all’evacuazione di Aleppo orientale «riflette la complessità della guerra civile siriana», dove stanno combattendo moltissimi gruppi diversi, ciascuno con i propri interessi e i propri sponsor internazionali. Nonostante gli appelli umanitari degli ultimi giorni per Aleppo, non sembra che ci siano paesi occidentali disposti a intervenire più massicciamente in quella parte di guerra siriana in cui non è coinvolto lo Stato Islamico, cioè quella che vede contrapporsi i ribelli con le forze alleate ad Assad. Da tempo ormai Stati Uniti ed Europa stanno concentrando i loro sforzi militari esclusivamente contro i miliziani dello Stato Islamico, individuandoli come minacce alla propria sicurezza. Nel frattempo la battaglia di Aleppo è in pratica già stata vinta dalle forze di Assad.