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L'aggressione a Osvaldo Napoli è "normale", spiega Salvatore Merlo sul Foglio
Sul Foglio di sabato, Salvatore Merlo ha riflettuto sul contesto che ha generato l’aggressione contro l’ex deputato Osvaldo Napoli di lunedì scorso a Roma: individuandola come una inevitabile conseguenza di un “combinato disposto” di aggressività dei media nei confronti della politica, buttarla-in-caciara di molte trasmissioni radiofoniche e televisive, e suicida condiscendenza di molti politici e cittadini nei confronti di questi andamenti.
E la cosa più spiazzante, all’inizio, sono i carabinieri, che restano lì, di fronte alla Camera dei deputati, fermi a guardare la scena: quattro balordi che afferrano un signore piccoletto, in cappotto e capelli bianchi, che urlano “lei è un parlamentare” (in realtà è un consigliere comunale di Torino, e di minoranza per giunta), che blaterano di “codice penale”, poi afferrano il malcapitato, lo strattonano, tentano di portarselo via, e allora lui si divincola, scappa spaventato, mentre quelli lo inseguono: “Acchiappalo!”. A un certo punto uno degli uomini in divisa si rivolge a uno dei balordi: “Ma lei chi è?”. E la domanda aggiunge surrealtà alla pagliacciata violenta, cui per qualche minuto, persino Osvaldo Napoli, la vittima, il politico da linciare, s’era prestato, e con lo stesso sorriso sacrificale e instupidito con il quale mediamente i parlamentari italiani sono abituati a farsi insultare dagli inviati di “Striscia la notizia”, da quelli delle “Iene” o dell’“Arena” di Giletti, da quelli che consegnano gli agnolotti a Massimo D’Alema, ultima frontiera del giornalismo: “Sei una figa strepitosa, ma perché t’hanno messo proprio a te ai rapporti con i ‘membri’ del Parlamento?”, grugniva Enrico Lucci inseguendo Maria Elena Boschi. Ed è tutto normale.
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