• Mondo
  • Martedì 6 dicembre 2016

La vita intensa di Jayalalithaa Jayaram

È morta una delle donne più importanti e conosciute della storia recente dell'India: era stata un'attrice e soprattutto un'implacabile politica

Jayaram Jayalalitha (ARUN SANKAR/AFP/Getty Images)
Jayaram Jayalalitha (ARUN SANKAR/AFP/Getty Images)

Lunedì è morta Jayalalithaa Jayaram, una delle donne più importanti, conosciute e amate nella storia recente dell’India. Jayalalithaa è morta a 68 anni in un ospedale di Chennai, nello stato indiano meridionale di Tamil Nadu, a causa di un arresto cardiaco: era stata attrice, ma soprattutto aveva ricoperto per decenni importanti cariche politiche nel suo stato, Tamil Nadu. La sua biografa, la scrittrice Vaasanthi Sundaram, ha detto al Guardian che Jayalalithaa era «la donna politica più vivace, dinamica e determinata che si sia mai vista. Ha sfidato incessantemente la politica sessista e dominata dagli uomini di Tamil Nadu, che a sua volta ha cercato in ogni modo di bloccare ogni suo passo». A Chennai più di 6mila agenti di sicurezza sono stati impiegati per mantenere l’ordine durante le manifestazioni di lutto per la morte di Jayalalithaa, verso la quale da anni si era sviluppato un forte culto della personalità.

Jayalalithaa cominciò a lavorare come attrice quando era solo adolescente, a metà degli anni Sessanta. Fu in questo periodo che conobbe Marudur Gopalan Ramachandran (noto anche con la sigla MGR), un attore trent’anni più vecchio di lei con il quale Jayalalithaa sviluppò un rapporto di amicizia e vicinanza. MGR divenne il suo mentore e grazie a lui Jayalalithaa entrò in politica, nel 1982. Poi successe tutto piuttosto velocemente: due anni dopo fu eletta al Raiya Sabha (il Consiglio di Stato), la camera alta del Parlamento indiano, dove rimase fino al 1989. Nel 1987, intanto, era morto MGR, il quale aveva lasciato il suo partito, l’All India Anna Dravida Munnetra Kazhagam (AIADMK), praticamente diviso in due. Jayalalithaa si mise a capo di una delle due fazioni e nel giro di poco tempo riuscì a riunire il partito sotto la sua leadership. A quel tempo Jayalalithaa era ancora all’opposizione e fare politica a quel livello per una donna non era facile. Durante una riunione dell’assemblea dello stato di Tamil Nadu, Jayalalithaa fu aggredita fisicamente da alcuni parlamentari di un partito rivale: uscì dallo scontro con i vestiti strappati e promise che non sarebbe più tornata fino a che non ci sarebbero state le condizioni per le quali una donna poteva partecipare alle attività dell’assemblea in maniera sicura.

Fu eletta primo ministro dello stato di Tamil Nadu nel 1991 e naturalmente fu la prima donna a ricoprire quell’incarico per un mandato intero. Non fu l’unico mandato da capo del governo del suo stato: ne seguirono altri tre, di cui uno concluso con la sua incarcerazione per corruzione nel 2014, che non le impedì però di tornare al potere un anno dopo. In generale la sua carriera politica non fu completamente trasparente: prima dell’arresto del 2014, Jayalalithaa aveva già subìto altri processi: nel 1996 era stata portata in tribunale dal leader di un partito di opposizione, che l’aveva accusata di essersi arricchita con mezzi irregolari durante il suo primo mandato da capo del governo; mesi dopo era andata in prigione con l’accusa di avere preso parte a un affare rischioso e illegale per l’acquisto di migliaia di televisori.

A parte le sue vicende giudiziarie, Jayalalithaa è ricordata per tutta una serie di politiche molto popolari grazie alle quali ottenne grande consenso tra la popolazione del suo stato. Per esempio avviò un ampio programma di welfare, che comprendeva tra le altre cose la distribuzione di gioielli di nozze a basso costo per i più poveri. Riuscì anche a ridurre l’infanticidio femminile, grazie alla creazione di centri appositi dove i genitori potevano portare e lasciare in maniera anonima le bambine appena nate.

IndiaSostenitori di Jayalalithaa Jayaram fuori dall’ospedale di Chennai, il 5 dicembre 2016 (ARUN SANKAR/AFP/Getty Images)

Il culto della personalità che si è diffuso negli anni per Jayalalithaa ha raggiunto livelli altissimi. In un documento dell’ambasciata statunitense in India pubblicato da Wikileaks, Jayalalithaa veniva descritta come «un’autocrate perfetta» il cui «totale dominio» sul suo partito «era diventato ormai leggendario». «I leader anziani di AIADMK, specialmente gli uomini, si prostravano fisicamente a lei per dimostrarle la loro obbedienza». La sua biografa, Vaasanthi, ha detto al Guardian che Jayalalithaa era «imperiosa, enigmatica e implacabile. La sua ossessione era diventata sconfiggere i suoi nemici e vincere le sue battaglie». Dopo la sua morte, il governo di Tamil Nadu ha annunciato tre giorni di lutto nazionale.