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  • Martedì 6 dicembre 2016

Di cosa parla “Football Leaks”

Un consorzio di dodici giornali europei ha condotto un'inchiesta su più di 18 milioni di documenti riservati, che contengono anche informazioni fiscali su Mourinho e Cristiano Ronaldo

Jose Mourinho e Cristiano Ronaldo insieme al Real Madrid nel 2013 (Gonzalo Arroyo Moreno/Getty Images)
Jose Mourinho e Cristiano Ronaldo insieme al Real Madrid nel 2013 (Gonzalo Arroyo Moreno/Getty Images)

Venerdì scorso un gruppo di dodici testate giornalistiche europee, che insieme formano l’European Investigative Collaborations (EIC), ha pubblicato il lavoro finale di un’inchiesta basata su più di diciotto milioni di documenti finanziari riservati originariamente consegnati da una fonte anonima al settimanale tedesco Der Spiegel, a cui è stato dato il nome di “Football Leaks”. Il nome dell’inchiesta riprende, perché strettamente collegata, quello del sito internet Football_leaks, che nel settembre 2015 cominciò a pubblicare una serie di documenti riservati che riguardavano le attività dei club e in particolare le operazioni finanziarie di Doyen, il ramo sportivo della Doyen Group, una società con sede a Londra che investe nel settore energetico, nelle costruzioni e nelle materie prime. I documenti pubblicati su Football_leaks riguardavano principalmente contratti, proposte e accordi per il trasferimento di giocatori, e riportavano le percentuali di guadagno di Doyen e i rapporti che la stessa società aveva con diversi importanti club europei, in particolare spagnoli, portoghesi, francesi e olandesi. La recente inchiesta partita dai documenti consegnati allo Spiegel non si allontana molto dai documenti inizialmente pubblicati dal sito, e coinvolge personalità strettamente collegate a Doyen.

L’inchiesta
In Italia è stato il settimanale l’Espresso a occuparsi dell’inchiesta, che l’ha definita come “la più grande fuga di notizie nella storia dello sport”. Venerdì scorso il settimanale ha introdotto l’inchiesta scrivendo: «Documenti che mostrano senza filtri i meccanismi – leciti e illeciti – attraverso cui lo sport più popolare al mondo è stato trasformato in una delle industrie più avide e spericolate. Con giocatori trattati come titoli finanziari. Decine di milioni di euro nascosti nei più riservati paradisi fiscali, da Jersey a Madeira, da Panama alle British Virgin Islands. Il tutto a danno dei contribuenti di quei Paesi che avrebbero dovuto incassare questi soldi, Italia inclusa».

L’Espresso ricostruisce la storia di Football Leaks a partire dalla fonte anonima – a cui in Europa ci si riferisce da mesi con il nome John – che la scorsa primavera, dopo la chiusura del sito da cui pubblicava tutti i documenti in suo possesso, ha consegnato un’enorme quantità di documenti allo Spiegel, che stando a quanto sostiene John non sono stati ottenuti hackerando i database di club, agenti sportivi o investitori, ma semplicemente grazie all’esistenza di “buone fonti”. Probabilmente chi da un anno è entrato in possesso dei documenti riservati non è una sola persona, ma un gruppo che lavora insieme da anni.

In alcuni casi i documenti pubblicati un anno fa sono costati sanzioni e squalifiche per alcune squadre, come ad esempio il Twente, squalificato per tre anni da ogni competizione europea dalla federazione calcistica olandese per aver ricevuto circa cinque milioni di euro dalla Doyen in cambio di alcune percentuali sui futuri trasferimenti di sette giocatori del club, violando così il regolamento della FIFA.

Cristiano Ronaldo e Mourinho
L’inchiesta contiene decine e decine di informazioni su conti bancari offshore, clausole contrattuali e accordi fra club. Ma fra tutto quello che è contenuto nel lavoro dell’EIC, le informazioni principali riguardano due portoghesi: uno dei calciatori più forti e famosi al mondo, Cristiano Ronaldo, e uno degli allenatori più noti e vincenti in attività, José Mourinho.

Tra il 2009 e il 2014, l’attaccante del Real Madrid avrebbe trasferito circa 70 milioni di euro su dei conti della Tollin, una società registrata alle Isole Vergini Britanniche, paese che compare nella lista dei paradisi fiscali. Inoltre, circa 74 milioni di euro sarebbero stati versati verso la fine del 2014 su un conto svizzero. Quest’ultima transazione sarebbe avvenuta nei giorni successivi alla vendita dei suoi diritti d’immagine quinquennali (dal 2015 al 2012) all’imprenditore singaporiano Peter Lim, proprietario del Valencia, collaboratore di Doyen e in passato socio in affari del Manchester United e di alcuni suoi ex giocatori. I collaboratori di Cristiano Ronaldo avrebbero effettuato la transazione poco prima dell’entrata in vigore della riforma fiscale che nel 2014 ha annullato le agevolazioni fiscali che consentivano ai lavoratori stranieri di pagare un’aliquota inferiore a quella pagata dai cittadini spagnoli, di cui le società calcistiche del paese hanno ampiamente beneficiato fin dalla sua entrata in vigore.

Nell’inchiesta sono contenute rivelazioni simili sui movimenti bancari di José Mourinho, attuale allenatore del Manchester United, che riguardano i periodi dal 2004 al 2007 — quando allenò per la prima volta il Chelsea — e dal 2010 al 2013, ovvero i tre anni passati in Spagna ad allenare il Real Madrid. In questi due periodi Mourinho, tramite l’agenzia sportiva che lo rappresenta, avrebbe depositato circa dodici milioni di euro in un conto alla Banca cantonale di San Gallo, città svizzera, intestato a una società delle Isole Vergini Britanniche. Mourinho e Cristiano Ronaldo sono rappresentati dalla GestiFute, una delle più ricche ed influenti società che operano nel settore delle procure sportive. La GestiFute è stata fondata da Jorge Mendes, procuratore portoghese che spesso viene definito l’agente sportivo più potente nel mondo del calcio, poiché cura gli interessi di alcuni dei giocatori spagnoli, portoghesi e sudamericani più forti in circolazione, tra cui James Rodríguez, Ángel Di María e Diego Costa. Mendes collabora anche con Peter Lim e lavora a stretto contatto con Doyen.

La GestiFute, poco dopo la pubblicazione dell’inchiesta, ha scritto in un comunicato: «Cristiano Ronaldo e José Mourinho sono pienamente conformi ai loro obblighi fiscali con il fisco spagnolo e britannico. Qualsiasi insinuazione nei confronti di Cristiano Ronaldo o José Mourinho su possibili reati fiscali verrà segnalata alle autorità legali e perseguita». Tuttavia, una commissione parlamentare britannica ha chiesto alle autorità fiscali inglesi di iniziare a investigare sulle finanze di Mourinho, che già nel 2014 dovette pagare 4,4 milioni di euro al fisco spagnolo come sanzione per il mancato pagamento di alcune imposte.

Nel presunto sistema usato da GestiFute con Mourinho, il denaro è stato inviato da alcune società di Mendes con sede in Irlanda alla Banca cantonale di San Gallo, per poi essere girato nuovamente sui conti di una società offshore con sede alle Isole Vergini Britanniche chiamata “Koper Services”, collegata direttamente a Mourinho, controllata da un trust neozelandese e amministrata da un prestanome. Mourinho e la GestiFute quindi potrebbero ora incorrere nell’accusa di frode fiscale per aver nascosto informazioni al fisco inglese e spagnolo, poiché la società in questione non svolgeva alcuna attività reale e veniva usata solo per ridurre le imposte. La stessa accusa potrebbe essere rivolta anche a Ronaldo, se dovessero venir fuori altre informazioni.

Le altre rivelazioni dell’inchiesta
L’EIC sostiene che altro materiale verrà pubblicato nel corso delle prossime tre settimane, e considerando la quantità di documenti, sono attese molte altre informazioni. Intanto da venerdì stanno continuando a uscirne altre, che però non riguardano possibili reati fiscali ma semplici curiosità. Si sa per esempio la retribuzione di Fabio Capello per aver partecipato al tour benefico ‘Leo Messi & Friends tour’ del 2013 e l’ingaggio di Mario Balotelli al Liverpool, nel quale era contenuta una clausola di un milione di euro a stagione che si sarebbe attivata solo se il giocatore non si fosse fatto espellere per comportamenti violenti o antisportivi per più di tre volte.

Il giornale belga Le Soir — che fa parte dell’EIC — scrive che fra i documenti riservati c’è anche il contratto del portiere francese Hugo Lloris con il Tottenham, squadra per cui gioca. Si legge che anche in caso di sconfitta, Lloris riceve un bonus di quattromila sterline, la metà di quello che ottiene in caso di vittoria. C’è poi il bizzarro contratto dell’attaccante nigeriano dell’Austria Vienna Larry Kayode, a cui è permesso “uscire la sera dopo le partite e il giorno seguente, senza limitazioni”. Quando è in programma una partita infrasettimanale, non gli è permesso ritornare a casa dopo le tre di notte. Gli è inoltre proibito fumare nel corso di eventi pubblici e negli spostamenti con il pullman della squadra. L’Austria Vienna può multare Kayode di cento euro se usa il telefono nel pullman e di cinquecento euro nel caso si presenti in ritardo agli allenamenti, più altri cento ogni cinque minuti di ritardo aggiuntivi. Se si presenta ubriaco in pubblico o all’allenamento il suo stipendio può essere tagliato del trenta per cento.