La storia delle “matite copiative” e indelebili ai seggi elettorali
I giornali parlano di diverse segnalazioni sull'irregolarità della matite usate per votare, il ministero dell'Interno ha smentito
Dalle sette di questa mattina si sta votando per il referendum sulla riforma della Costituzione. Tra quelli che hanno votato c’è anche il cantante Piero Pelù, che poco dopo le 12 ha pubblicato sul suo profilo Facebook un post in cui ha scritto che la matita con cui ha votato non era indelebile, come invece avrebbe dovuto essere. Il post è stato ripreso e condiviso molto, e la storia delle matite che si cancellano è finita sulle homepage dei principali siti di news italiani. Sembra che in altri seggi ci siano state segnalazioni simili a quella di Pelù: Repubblica ha scritto che nelle ultime ore c’è stato «un susseguirsi di denunce, da Roma a Genova, da Napoli a Salerno, da Isernia a Catania». Il ministero dell’Interno ha risposto negando le accuse, dicendo che tutte le matite fornite ai seggi sono indelebili.
Cosa ha scritto Pelù
Pelù ha scritto di essere andato al suo seggio elettorale (in provincia di Firenze) per votare e di essersi portato dietro un foglio bianco e una gomma; ha detto di aver scoperto che le cose scritte con la matita copiativa – quella con cui si vota, che dovrebbe essere indelebile – si potevano cancellare. Pelù ha aggiunto di aver denunciato il fatto al presidente del suo seggio e ha allegato tre foto come prova. Alle 17 di domenica pomeriggio il post aveva più di ottomila commenti ed era stato condiviso più di 80mila volte.
Per completezza d’informazione: Piero Pelù è un noto complottista: qualche anno fa chiese a Fabio Fazio, del cui programma era ospite in quel momento, di occuparsi delle scie chimiche.
La spiegazione del ministero dell’Interno
Alcune ore dopo il messaggio di Pelù – e dopo che molti giornali hanno iniziato a parlare della storia delle matite – il ministero dell’Interno ha spiegato in una nota che «le matite cosiddette “copiative” sono indelebili e sono destinate esclusivamente al voto sulla scheda elettorale». Il ministero dell’Interno – che fornisce le matite alle prefetture, che a loro volta le fanno avere ai seggi – ha spiegato che le matite sono fatte per lasciare il segno sui fogli in cui si vota, e che non sono indelebili su altri fogli “normali”.
La “matita copiativa” è una matita che oltre alla grafite contiene altri pigmenti: alcuni solubili, altri insolubili in acqua. Il segno lasciato delle matite copiative non può essere quindi cancellato perché, anche qualora la gomma riesca a rimuovere la grafite, i pigmenti colorati rimangono. La scheda elettorale ha inoltre una superficie abrasiva che rileva ogni segno tracciato, anche quello senza inchiostro o grafite. Il ministero dell’Interno ha anche aggiunto ulteriori dettagli: ha spiegato che si possono usare matite copiative rimaste in deposito dagli anni passati e che quest’anno ne sono state acquistate 130mila e in occasione del referendum ne sono state distribuite 80mila alle prefetture. Le altre sono state invece distribuite qualche mese fa in occasione del referendum sulle trivelle. Il ministero dell’Interno ha anche spiegato che le matite sono state acquistate dalla ditta Luca srl, che si rifornisce a sua volta dall’azienda tedesca Faber-Castell.
#ViminaleInforma #Referendumcostituzionale, precisazione sulle matite cosiddette copiative https://t.co/YklKAUGUNO
— Il Viminale (@Viminale) December 4, 2016