Tre libri comprati a Cuba
Da Adriano Sofri, che ne ha parlato sull'Unità: un libro scolastico, un manuale illustrato di ornitologia e la prima biografia di Fidel Castro
Adriano Sofri ha parlato sul sito dell’Unità di tre libri che ha comprato in una biblioteca di Obispo, all’Avana, a Cuba. Uno è un libro scolastico, uno è un manuale illustrato di ornitologia e il terzo è la prima biografia di Fidel Castro, morto a novant’anni nella notte tra il 25 e il 26 novembre. Sofri ha raccontato dove li ha presi, come li ha scelti e quanto li ha pagati (80 euro, con lo sconto) e soprattutto cosa ci ha trovato dentro, proprio nei giorni in cui una carovana di sette veicoli sta attraversando Cuba «trasportando le ceneri di Fidel in una ininterrotta ala di folla dalla Avana a Santiago», e «percorrendo a ritroso il cammino che la rivoluzione compì fino all’ingresso trionfale all’Avana a capodanno del ’59».
Ho fatto così: sono entrato in una libreria modestamente antiquaria di Obispo, alla Vecchia Avana, e ho comprato tre libri. Il primo è un manuale scolastico del 9° grado, l’equivalente della nostra terza media, nell’edizione del 2014, tuttora in corso, intitolato Historia de Cuba («Libro de distribución gratuita. Prohibida su venta»): stato di nuovo, 15 euro. Il secondo è costato ben 50 euro: Las aves de Cuba, del padre gesuita Franganillo Balboa: stampato nel 1941, è temerariamente millantato dal venditore come il primo manuale illustrato di ornitologia cubana. Il terzo è la prima biografia di Fidel: Fidel Castro, di Gerardo Rodriguez Morejón, 20 euro. L’ho comprato per la data, perché è stato stampato addirittura nel gennaio del 1959, e la dedica sul frontespizio è datata all’inizio di marzo, dunque appena due mesi dopo la vittoria della rivoluzione. Con lo sconto, tutto a 80 euro. Del resto siamo qui per redistribuire. Poi mi sono messo a leggere.
Nel manuale di storia ho cominciato dall’ultimo capitolo, «La Rivoluzione cubana al potere». Non mi aspettavo che menzionasse i processi sommari e le esecuzioni capitali sulle quali hanno ora insistito tante rievocazioni. Salutari anche per noi cubanisti di allora, che non ne sapemmo granché e probabilmente non avemmo una gran voglia di saperne, dal momento che la rivoluzione non è un pranzo di gala. Il manuale vi allude con l’espressione «esemplare» o «esemplarmente», riferita alla punizione di torturatori, sbirri e altri complici della dittatura di Batista, colpevoli «della morte di ventimila cubani». L’elenco delle manovre attuate dall’«imperialismo e la controrivoluzione» per abbattere il nuovo regime cubano è difficilmente contestabile. Com’è noto, il carattere «socialista» della rivoluzione fu proclamato nel 1961, due anni dopo la vittoria, la rottura piena consumata con gli Stati Uniti e la fraternità saldata con l’Unione Sovietica. Nelle reazioni esacerbate di oggi sembra che i 57 anni siano passati invano.
(Continua a leggere sul sito dell’Unità)