Nestlé ha trovato un modo di ridurre lo zucchero nei dolci senza cambiarne il gusto
Dicono di aver scoperto come sintetizzarne un nuovo tipo che si scioglie più velocemente in bocca
Nestlé, una delle più grandi multinazionali del settore alimentare nel mondo, ha detto di avere trovato un modo per ridurre del 40 per cento la quantità di zucchero in alcune delle sue barrette al cioccolato, senza cambiarne il gusto. I ricercatori della società, che tra le altre cose produce le barrette Kit Kat e i Lion, dicono di aver trovato un modo per strutturare diversamente lo zucchero, in modo che sciolga più in fretta: «perciò anche quando ce n’è di meno nel cioccolato, la vostra lingua percepisce una dolcezza quasi identica a prima».
Nestlé sta brevettando la scoperta, che sarà applicata ai suoi prodotti a partire dal 2018: ha anche detto che il prossimo anno, dopo che saranno prodotti i primi dolci di prova con il nuovo tipo di zucchero, verranno forniti maggiori dettagli su come è sintetizzato. Stefan Catsicas, chief technology officer di Nestlé, ha definito la scoperta «all’avanguardia», e ha spiegato: «Vogliamo che le persone si abituino a un gusto diverso, un gusto più naturale. Vogliamo davvero essere tra i promotori della soluzione».
La quantità di zuccherò nei prodotti a base di cioccolato varia da produttore a produttore, ma nel caso del latte al cioccolato normalmente è intorno al 50 per cento, e fino al 60 per cento nel cioccolato bianco. Julian Cooper, professore alla Reading University e tra i maggiori esperti di zuccheri e carboidrati alimentari nel mondo, ha detto che quello di Nestlé è stato un buon lavoro di ricerca scientifica, e che in molti ci avevano già provato. Ha anche spiegato però che brevettare la formula del nuovo tipo di zucchero può essere dannoso per Nestlé, perché dovrà spiegare precisamente come viene prodotto, avvantaggiando i concorrenti.
È dal 2007 che Nestlé sta lavorando per ridurre la quantità di zucchero nei suoi prodotti. La maggior parte delle pubblicazioni scientifiche dice che gli zuccheri dovrebbero corrispondere solo al 5-10 per cento del fabbisogno giornaliero di calorie, a seconda dell’età: le ricerche dicono però che in Occidente ne vengono consumati mediamente di più (12,3 per cento tra gli adulti britannici, per esempio).