“Free State of Jones”, la storia vera
Il film è meno bello del previsto, ma la storia del suo protagonista meritava di essere raccontata
Free State of Jones è nei cinema da giovedì: è diretto da Gary Ross (il regista del primo Hunger Games) e il protagonista è Matthew McConaughey, che interpreta Newton Knight, un contadino e soldato del Mississippi che durante la Guerra civile degli Stati Uniti guidò un gruppo di ribelli – altri contadini e schiavi neri – contro l’esercito degli Stati confederati. La rivolta di Knight portò la contea di Jones a separarsi dalla Confederazione – gli stati schiavisti, semplificando – e a creare lo Stato libero di Jones.
Il film è costato circa 65 milioni di dollari e qualche mese fa – prima che uscisse – se ne parlava come di una delle cose più interessanti dell’anno; in realtà è stato un mezzo flop perché non è ancora riuscito a incassare più di quanto è costato e perché le recensioni sono piuttosto negative. Facendo una specie di media tra tutte le più importanti recensioni, Rotten Tomatoes ha scritto: «Free State of Jones ha intenzioni nobilissime, ma non bastano a rimediare al modo innaturale in cui tratta un storia vera e affascinante».
La cosa senza dubbio più interessante di Free State of Jones è però la storia che racconta: a suo modo significativa e in generale poco nota. Se non vi interessa vedere il film ma conoscere comunque quella storia, o se l’avete visto e avete qualche dubbio su “come andò davvero”, abbiamo scelto un po’ di cose da sapere. Se la storia non la conoscete, dovete ancora vedere il film e non volete sapere come finisce una storia che finì più di 150 anni fa, meglio non leggere oltre.
La storia vera di Newton Knight
Newton Knight era nato nel 1837 nella contea di Jones, in Mississippi. Suo nonno, John Knight, era stato uno dei più grandi proprietari terrieri di quella zona, e quindi uno degli uomini per cui avevano lavorato più schiavi, ma suo padre non ereditò nessuno di quei terreni e quindi lui crebbe in una famiglia piuttosto povera, di contadini.
La Guerra civile americana iniziò nell’aprile 1861 e nel luglio di quell’anno Knight entrò a far parte dell’esercito della Confederazione, che raccoglieva più o meno gli stati del sud e favorevoli alla schiavitù. La Guerra civile, infatti, iniziò perché alcuni stati del sud avevano deciso di staccarsi dal resto degli Stati Uniti: soprattutto perché si opponevano all’abolizione della schiavitù, ma anche per motivi economici di altro tipo. La guerra fu quindi combattuta tra la Confederazione (il nome che si diedero gli stati secessionisti del sud) e gli stati dell’Unione, quelli cioè che lottarono conto i secessionisti della Confederazione.
Nell’ottobre 1862 Knight disertò: secondo alcuni storici, soprattutto perché reagì male alla cosiddetta “Twenty Negro Law”, che permetteva ai proprietari terrieri con almeno 20 schiavi di evitare di essere arruolati (in quanto ricchi); secondo altri per idee politiche. Non è chiaro nemmeno se Knight si fosse arruolato di sua volontà o fosse stato chiamato alle armi. Sembra però che anni dopo, parlando della sua diserzione, disse: «Se loro avevano il diritto di chiamarmi per combattere quando non volevo combattere contro l’Unione, allora io avevo il diritto di smettere di combattere».
Nei primi mesi del 1863 Knight fu arrestato per diserzione. Riuscì a scappare e a unirsi ad altri disertori e schiavi neri. Divenne il loro leader e nacque così quella che è nota come “Knight Company”, un gruppo variamente assortito di ex soldati, contadini, disertori, banditi e unionisti che fecero guerriglia nelle aree attorno alla contea di Jones. La guerriglia fu efficace e in effetti si creò una specie di piccolo stato nello stato: Knight e i suoi uomini diedero un’organizzazione politica all’area e, per esempio, iniziarono a chiedere tasse agli abitanti, che in genere erano favorevoli, perché si sentivano protetti e comunque ostili alla Confederazione. Non si sa bene quanti fossero i membri del piccolo esercito guidato da Knight: lui dopo la guerra parlò di circa 125 persone; altri parlano di qualche centinaio di uomini e donne.
La Guerra civile finì il 9 aprile 1865 con la resa dei Confederati dopo la battaglia di Appomattox Court House. Knight – che in maniera più o meno indiretta aveva creato una specie di avamposto unionista in territorio confederato – non cercò di mantenere il suo potere politico e militare, e tornò alla sua fattoria. Nel 1870 chiese al governo che lui, i membri della Knight Company e i familiari dei membri morti durante gli anni della guerra potessero ricevere sovvenzioni e aiuti di vario tipo, in cambio del loro servizio durante la guerra. La richiesta fu rifiutata in quanto, secondo la Corte federale che si occupò della questione, non c’era motivo di provare che nell’essere evidentemente contro i Confederati Knight fosse anche a favore dell’Unione.
Nonostante questo rifiuto, Knight restò comunque nel Partito Repubblicano – cioè quello di Abraham Lincoln, che al tempo era quello contro la schiavitù – e collaborò alle attività politiche e amministrative degli anni successivi alla Guerra civile. Nella metà degli anni Settanta dell’Ottocento Knight chiuse la relazione con sua moglie Serena e sposò Rachel, una schiava liberata, che pare avesse lavorato in schiavitù per suo nonno. Lei morì nel 1889, lui invece nel 1922, a 84 anni. Nonostante una legge del Mississippi impedisse a bianchi e neri di essere seppelliti nello stesso posto, Knight fu seppellito vicino a Rachel in una specie di cimitero privato, noto come il Knight Family Cemetery. Sulla sua tomba c’è scritto: «Visse per gli altri».
La figura di Knight resta comunque in parte controversa: non è davvero chiaro cosa fece fare ai suoi uomini negli anni della guerriglia e non è nemmeno chiaro quanto lo “Stato libero di Jones” potesse davvero considerassi uno stato e quanto in realtà fosse pro-Unione oltre che contro-Confederazione. Il libro più dettagliato su queste vicende è quello da cui è in parte tratto il film: The Free State of Jones: Mississippi’s Longest War, scritto nel 2003 da Victoria E. Bynum.
Free State of Jones alterna al racconto della storia di Knight anche alcune immagini del 1948, quando ci fu un processo nei confronti di Davis Knight, pronipote di Newton e imputato in un processo sul matrimonio misto: anche questa storia è vera. Knight appariva bianco, ma secondo la legge del Mississippi contava come nero chiunque avesse almeno 1/8 di “eredità” afro-americana. Davis Knight fu condannato a cinque anni di prigione nel 1948 da una corte del Mississippi. La Corte suprema dello stato ribaltò però quella decisione, dicendo che non c’era modo di provare che Knight si potesse considerare nero, nemmeno per 1/8.
Qualche curiosità per chi ha visto il film
– Daniel, il nipote di Knight, non è mai esistito. È un personaggio creato unendo diversi resoconti, riguardanti persone diverse.
– Non è mai esistito nemmeno il tenente Barbour, il personaggio interpretato da Brad Carter.
– Stesso discorso per Moses Washington, l’amico nero di Knight. È nel film per rendere più chiaro ed evidente il fatto che ci fosse collaborazione tra schiavi (o ex schiavi) e bianchi.
– Secondo quanto scritto da Bynum è invece piuttosto attendibile la ricostruzione dell’agguato fuori dalla chiesa, quello che si vede anche nel trailer.
– È anche vero che, come si vede nel film, Serena (la prima moglie) restò a vivere con Knight anche dopo che lui “sposò” Rachel.
– Knight uccise davvero Amos McLemore: non è sicuro, ma è molto probabile.
– A inizio 2016 fu trovato nei National Archives degli Stati Uniti un documento del 1864 in cui uno dei soldati della Knight Company chiedeva, pare per conto di Knight, di poter entrare a far parte dell’Unione, insieme al suo “stato”.
– C’è anche un altro film, del 1948, che racconta – in modo ancora più romanzato – una storia vagamente ispirata a quella di Knight. Il titolo originale è Tap Roots, quello italiano è La quercia dei giganti.
– Durante l’assalto alla piantagione di Eakins si sente la canzone “What Must Be Done” scritta da Nick Cave e Warren Ellis per il film L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford: così come parte di Free State of Jones è ambientato negli anni successivi alla Guerra Civile, anche se racconta tutt’altra storia.