L’avanzata di Assad ad Aleppo
Le forze militari del regime hanno riconquistato due quartieri nel nord-est della città, e ora per i ribelli non si mette bene
Negli ultimi due giorni le forze militari che combattono per il presidente siriano Bashar al Assad hanno ottenuto delle importanti vittorie nella zona orientale di Aleppo, quella controllata dai ribelli, costringendo migliaia di civili a lasciare le loro case. Le forze di Assad hanno preso il controllo dei quartieri di Masaken Hanano e Jamal Badro, nel nord-est della città. Il loro obiettivo è dividere in due il territorio dei ribelli, già assediato, così da rendere molto più complicata la difesa della città. Quella di Aleppo – dove il regime siriano e i ribelli combattono da diversi anni – viene considerata da tempo la battaglia più importante dell’intera guerra siriana.
La situazione ad Aleppo: i verdi sono i ribelli, i rossi il regime di Assad, i gialli i curdi. Tra sabato e domenica il regime ha conquistato alcuni territori a nord-est dell’attuale zona verde e sta cercando di dividere in due quello che ne rimane (liveuamap)
Masaken Hanano fu il primo quartiere di Aleppo orientale conquistato dai ribelli nell’estate del 2012, da dove iniziò l’operazione militare che ha prodotto l’attuale divisione in due della città: l’est è finito sotto il controllo di diversi gruppi ribelli, l’ovest sotto quello delle forze di Assad (cioè quello che rimane del suo esercito, milizie sciite, russi, iraniani, uomini di Hezbollah). Dopo le vittorie ottenute tra sabato e domenica, il regime siriano ha detto che i ribelli nel nord-est di Aleppo hanno cominciato a ritirarsi in massa per evitare di subire la separazione dei loro territori e circa 2mila civili hanno raggiunto i territori controllati dal governo, a ovest.
L’offensiva del regime per riprendersi tutta Aleppo era stata annunciata a fine settembre ed è stata resa possibile dalla partecipazione delle forze russe. Il Guardian ha scritto che il presidente russo Vladimir Putin si sta muovendo per tentare di riconquistare Aleppo prima dell’insediamento a Washington del presidente eletto Donald Trump, sfruttando a proprio vantaggio questo periodo di transizione. Non è ancora chiaro cosa vorrà fare Trump in Siria: da quanto si è capito finora, adotterà una politica molto più conciliante verso la Russia e il governo siriano di quanto non abbia mai fatto l’amministrazione di Barack Obama. Trump ha offerto l’incarico di consigliere per la sicurezza nazionale – un ruolo molto importante nella politica estera americana – all’ex generale Michael Flynn, propenso a collaborare con la Russia e Assad per sconfiggere lo Stato Islamico.
Intanto non sembrano esserci soluzioni percorribili dal punto di vista diplomatico. Gli ultimi tentativi dell’inviato speciale dell’ONU Staffan de Mistura per mettere d’accordo regime e ribelli ad Aleppo sono falliti e la situazione della città sta peggiorando ancora. Aleppo orientale è sotto assedio delle forze del regime da mesi e le scorte di cibo e medicine sono sempre meno. Le persone rimaste intrappolate – circa 250mila, secondo le stime dell’ONU – subiscono quasi quotidianamente gli attacchi aerei delle forze di Assad e per difendersi hanno cominciato a trascorrere giorni interi sottoterra, dove hanno spostato scuole e ospedali protetti dai bombardamenti.