Umberto Bossi è stanco di Salvini

«Salvini ha i sondaggi, non i voti. Fa casino, ma non ha un programma e nemmeno l’esperienza»

Umberto Bossi e Matteo Salvini durante la manifestazione di solidarietà per gli indipendentisti arrestati a Verona, in un'immagine del 6 aprile 2014 
(ANSA/FILIPPO VENEZIA)
Umberto Bossi e Matteo Salvini durante la manifestazione di solidarietà per gli indipendentisti arrestati a Verona, in un'immagine del 6 aprile 2014 (ANSA/FILIPPO VENEZIA)

Umberto Bossi, presidente e fondatore della Lega Nord, ha criticato l’attuale segretario Matteo Salvini e ha chiesto che si svolga al più presto il congresso federale del partito: Salvini è da tre anni segretario e il suo mandato scade il 16 dicembre. Bossi – che è stato estromesso dalla guida del partito dopo una serie di scandali e inchieste giudiziarie legati alla sua gestione – si trovava a Varese per festeggiare i 30 anni dall’apertura della prima sezione della Lega. Intervistato dal Corriere della Sera, ha detto:

«Salvini ha i sondaggi, non i voti. Fa casino, ma non ha un programma e nemmeno l’esperienza per fare il premier. Poi quando si vota per davvero, come a Milano, noi crolliamo».

Quando il giornalista ha fatto notare che Salvini ha allargato gli obiettivi della Lega oltre l’indipendenza della Padania, Bossi ha risposto:

«Sul partito nazionale sbaglia di grosso. Alla maggior parte della gente non frega molto di essere italiana, sono prima di tutto lombardi, veneti… soprattutto adesso che Renzi vuole cancellare le regioni: la Lega deve stare dove è nata».

ANSA riporta dichiarazioni simili: il presidente della Lega ha spiegato che non c’è il rischio che il suo partito cambi e che invece c’è il rischio che cambi presto il segretario, perché secondo Bossi «la base non vuole più Salvini, non vuole più uno che ogni giorno parla di un partito nazionale». Fissando un manifesto con lo slogan «Più lontani da Roma, più vicini all’Europa», Bossi ha anche detto: «Bisogna mandarlo a Salvini».

Con il movimento parallelo “Noi con Salvini”, l’attuale segretario della Lega ha cercato di superare le storiche difficoltà del suo partito al sud puntando più su temi nazionali come l’immigrazione e l’euro invece che sull’identità settentrionale. Le ultime elezioni amministrative sono andate però abbastanza male: lo “sfondamento al sud” della Lega non si è realizzato, mentre un pezzo del partito ha iniziato a mostrare insofferenza per i militanti che provengono da “Noi con Salvini”. Per la prima volta da quando esiste, la Lega ha perso Varese ed è stata più che doppiata da Forza Italia a Milano; ha vinto a Gallarate e a Padova, ma le poche vittorie sono state compensate dalle difficoltà del partito in Veneto, dove ha perso Verona e il suo sindaco Flavio Tosi, uscito dalla Lega e schierato per il “Sì” al referendum.

Anche i sondaggi, da prendere come sempre con cautela, mostrano che dopo una lunga fase di crescita la Lega Nord si è fermata tra l’11 e il 13 per cento. Questa difficoltà è anche quella del centrodestra tutto: Salvini ha detto di avere intenzione di diventare leader e che serviranno le primarie. Negli ultimi giorni ha dichiarato di essere pronto a ripresentarsi anche Silvio Berlusconi, se la sua incandidabiità dovesse essere annullata.