Guida al secondo turno delle primarie della destra francese
Le cose da sapere sui programmi di François Fillon, il candidato più di destra che ha vinto il primo turno, e di Alain Juppé, 71enne e più moderato
Domenica 27 novembre in Francia c’è il secondo turno delle primarie del centrodestra, cioè del partito dei Repubblicani, in vista delle prossime elezioni presidenziali che si terranno il 23 aprile 2017. François Fillon è stato il candidato più votato al primo turno, con un inaspettato 44 per cento, ma non ha ricevuto un numero di voti sufficienti per vincere direttamente; il secondo candidato più votato è stato Alain Juppé, con il 28 per cento dei voti. È stato un risultato inatteso: negli ultimi sondaggi prima del voto era in testa Juppé, seguito dall’ex presidente Nicolas Sarkozy. Le votazioni per il secondo turno sono in realtà già iniziate ieri, quando si è votato nei territori d’oltremare. Nella Francia continentale invece i seggi sono aperti dalle 8 alle 19. Al ballottaggio può votare anche chi non ha partecipato al primo turno.
Il candidato favorito è François Fillon, che secondo la maggior parte degli osservatori ha anche vinto il dibattito televisivo con Juppé che si è svolto il 24 novembre. Il programma di Fillon è più di destra rispetto a quello di Juppé, che è più moderato. Negli ultimi giorni Fillon si era lamentato di essere stato definito un “reazionario medievale” per avere proposto di rivedere il diritto di adozione per le coppie gay e per avere espresso le sue posizioni anti-abortiste; Juppé si era invece lamentato di essere stato chiamato “l’islamista Ali Juppé”, per avere assunto posizioni più aperte nei confronti della diversità etnica e religiosa in Francia. I toni del dibattito televisivo – in cui si è parlato molto di aborto e di identità della Francia – sono stati in ogni caso più pacati.
Alle presidenziali del 2017, il vincitore di oggi se la giocherà, secondo i sondaggi, con Marine Le Pen del Front National, il partito euroscettico di estrema destra sempre più popolare in Francia. Le cose potrebbero ancora cambiare, ma ci vorrebbe una gran rimonta del Partito Socialista, attualmente al governo, che gli consenta di superare il primo turno delle elezioni. Per ora non si sa chi sarà il candidato del Partito Socialista: il presidente in carica François Hollande, il cui consenso al momento è molto basso, non ha ancora detto se si ricandiderà.
Chi è François Fillon
Fillon ha 62 anni ed è stato primo ministro dal 2007 al 2012. Prima, in altri governi, era stato ministro dell’Istruzione, degli Affari sociali, delle Telecomunicazioni, delle Tecnologie dell’informazione e delle Poste, e anche dell’Istruzione superiore e della Ricerca, negli anni Novanta. Fillon sostiene di avere l’unico programma “realistico” per la Francia e l’unico in grado di far riprendere l’economia francese. In campagna elettorale ha detto che il programma di Sarkozy avrebbe fatto tornare indietro la Francia, perché consisteva in una ripetizione della sua presidenza, mentre, ha detto, «il programma Alain Juppé è un programma estremamente prudente basato su larghi accordi politici per raccogliere consensi». In entrambi i casi «la situazione economica non si riprenderà».
Di lui, Juppé ha detto che ha «una visione estremamente tradizionalista, per non dire un po’ retrograda sul ruolo delle donne, sulla famiglia e sul matrimonio». Durante la campagna elettorale Fillon ha in effetti insistito molto sui valori cattolici legati alla famiglia. In particolare ha detto che vorrebbe fosse riesaminata la legge Taubira che tre anni fa ha introdotto la possibilità di adottare bambini per le coppie omosessuali; Juppé invece non ha intenzione di provare a modificare la legge, se eletto. Riguardo l’aborto, durante il dibattito televisivo Fillon ha detto di essere personalmente contrario ma di non voler cambiare niente della legge approvata in Francia nel 1975.
La #famille n’est pas une valeur rétrograde, c’est une valeur éternelle qui sera toujours moderne. #PorteDeVersailles
— François Fillon (@FrancoisFillon) November 25, 2016
Tra le persone che hanno criticato Fillon per le sue posizioni sulla famiglia c’è anche Pierre Bergé, co-fondatore della casa di moda Saint Laurent e per molti anni compagno dello stilista Yves Saint Laurent. Bergé ha paragonato Fillon ai politici del governo di Vichy, cioè ai collaborazionisti dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale.
Voter Fillon c'est voter pour la France réac, la Manif pour Tous, qui m'a menacé de mort. La France pétainiste. Quand va-t-on à Vichy?
— Pierre Bergé (@pvgberge) November 24, 2016
Per quanto riguarda il Front National, Fillon ha detto che non bisogna «corrergli dietro» per vincere le elezioni e che «le elezioni presidenziali non possono essere ridotte a un dibattito sul terrorismo: sono la scelta per il futuro del nostro paese, per un modello di società, non per un super-ministro degli Interni».
Chi è Alain Juppé
Juppé è sindaco di Bordeaux, è stato primo ministro della Francia tra il 1995 e il 1997 e ha quasi 72 anni. È un centrista, non è malvisto dall’elettorato socialista deluso e moderato, e nemmeno dai Repubblicani meno intransigenti. Viene ricordato soprattutto per aver causato il penultimo grande sciopero generale nel paese dopo aver tentato di portare avanti una riforma delle pensioni (l’ultimo grande sciopero ha invece avuto a che fare con la contestata riforma del lavoro del governo Valls, poi approvata). Juppé ha detto di voler rafforzare le forze dell’ordine senza toccare lo stato di diritto, di voler creare un codice sulla laicità per la convivenza tra le religioni, di voler abbassare le imposte sulle imprese e, in forte contrapposizione a Sarkozy, si era descritto come un futuro presidente «fermo ma conciliante». Dopo il primo turno delle primarie Juppé ha detto: «Credo più che mai che il popolo francese abbia bisogno di unirsi per voltare pagina da un periodo disastroso durato cinque anni e per bloccare il Front National».
Ma méthode, je la qualifierai de libéralisme humaniste. #AJNancy
— Alain Juppé (@alainjuppe) November 25, 2016
Un aspetto su cui Juppé è diverso da Fillon è il suo atteggiamento verso le minoranze etniche. Mentre Fillon ha detto che «la Francia non è un paese multiculturale», Juppé ha detto che l’identità del paese nasce dalle differenze. Tuttavia, Juppé ha anche proposto di limitare lo ius soli che vige in Francia per quanto riguarda l’acquisizione della cittadinanza: secondo lui dovrebbero esserne esclusi i bambini che pur nascendo sul suolo francese sono figli di immigrati irregolari. Invece, per quanto riguarda la faccenda del burqini (o “burkini”, cioè un tipo di costume da bagno pensato per le donne musulmane che vogliono tenere il proprio corpo coperto), Juppé ha detto che non lo vuole proibire, contrariamente a Fillon.
Alcune differenze nei programmi di Fillon e Juppé
Sia François Fillon che Alain Juppé hanno detto di aver intenzione di ridurre la spesa pubblica, ma mentre per Fillon la riforma dovrà avvenire velocemente e dovrà essere molto incisiva – ha parlato di un taglio da 100 miliardi di euro – Juppé vorrebbe portarla avanti in modo più graduale. Juppé è anche stato più vago sul totale da tagliare: ha parlato di una cifra compresa tra 85 e 100 miliardi di euro. Sia Fillon che Juppé poi vogliono aumentare la TVA, l’imposta equivalente all’IVA italiana, attualmente al 20 per cento; Fillon un po’ di più di Juppé, cioè al 22 per cento contro il 21.
Per quanto riguarda la gestione della guerra in Siria, Fillon è favorevole a un riavvicinamento strategico con la Russia, a cui vorrebbe togliere l’embargo imposto per via dell’annessione della Crimea. Fillon, come il presidente eletto degli Stati Uniti Donal Trump, ha anche parlato in favore di un’alleanza con il dittatore siriano Bashar al Assad allo scopo di combattere lo Stato Islamico. Juppé è favorevole a dialogare con la Russia, ma è stato critico sul bombardamento russo di Aleppo ed è contrario sia a un intervento militare francese in Siria, sia a una possibile alleanza con Assad.
Anche sull’Europa Fillon e Juppé hanno idee un po’ diverse. Juppé vorrebbe che l’Unione Europea fosse riformata per diventare «meno burocratica» e che si progredisse nella costruzione di un organismo di difesa comune. Fillon invece ha parlato della creazione di un governo comune per i paesi che usano l’euro, e non quindi dell’intera Unione.