Com’è andato il dibattito tra Fillon e Juppé
I due candidati alle primarie del centrodestra per le presidenziali francesi hanno parlato di riforme, aborto e Russia, tra le altre cose: domenica ci sarà il ballottaggio
Giovedì sera François Fillon e Alain Juppé, i due candidati rimasti in corsa alle primarie del centrodestra in Francia per le elezioni presidenziali del prossimo anno, si sono confrontanti in un dibattito che è stato trasmesso da diversi canali televisivi francesi. Il dibattito è stata un’occasione per entrambi di chiarire le rispettive posizioni su alcuni temi molto discussi nei giorni scorsi, come l’aborto e l’identità della Francia. La maggior parte degli osservatori pensa che Fillon – che aveva vinto a sorpresa il primo turno delle primarie, nonostante le accuse di avere un programma troppo radicale – sia andato meglio di Juppé. Il ballottaggio si terrà domenica.
I toni del dibattito sono stati pacati, nonostante le violente accuse verbali che i due candidati avevano subìto negli ultimi giorni. Fillon si era lamentato di essere stato definito un “reazionario medievale” per avere proposto di rivedere il diritto di adozione per le coppie gay e per avere espresso le sue posizioni anti-abortiste. Juppé si era invece lamentato di essere stato chiamato “l’islamista Ali Juppé” per avere assunto posizioni più aperte nei confronti della diversità etnica e religiosa in Francia.
Uno dei temi più importanti del dibattito è stato il piano di riforme che i due candidati intendono intraprendere, se verranno eletti presidente. Fillon – che alle elezioni presidenziali del 2007 fu uno dei principali sostenitori della candidatura di Nicolas Sarkozy – ha detto di voler agire rapidamente così da «far accadere le cose nei primi tre mesi del quinquennio» e di voler chiudere quel periodo con un referendum fondamentale. Fillon ha promesso di portare la Francia alla piena occupazione nel giro di cinque anni e avviare politiche di privatizzazione del servizio sanitario e di revisione dell’esteso sistema di welfare francese, incluse le pensioni e i sussidi di disoccupazione: «Si sta parlando di un modello sociale che genera sei milioni di disoccupati, milioni di giovani che non vanno a scuola, non sono in un corso di formazione, sono in mezzo alla strada». Juppé ha criticato Fillon dicendo che un piano di riforme così brutale non potrebbe funzionare, ma si è detto d’accordo con il suo avversario su un taglio drastico del numero dei dipendenti del settore pubblico, sull’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 65 anni e sulla necessità di una seria riforma del mercato del lavoro.
I due candidati si sono soffermati in particolare su due temi molto discussi nei giorni scorsi: l’aborto e l’identità della Francia. Riguardo all’aborto, Fillon ha detto di essere personalmente contrario ma di non voler cambiare niente della legge approvata in Francia nel 1975. Juppé ha assunto una posizione più moderata, dicendo apertamente che per lui l’aborto è un diritto fondamentale. A proposito del tema dell’identità, i due hanno mostrato di nuovo le divisioni che erano già emerse dalle precedenti dichiarazioni sul tema. Juppé si è mostrato più inclusivo: ha detto che «l’identità della Francia è prima di tutto la diversità. […] Perché non siamo tutti simili: abbiamo diverse origini, diversi colori della pelle, diverse religioni, qualcuno non ne ha nessuna, abbiamo anche idee politiche diverse». Fillon invece ha ricordato che la Francia ha una storia, una lingua, una cultura che devono essere il fondamento dell’identità francese.
Come ha notato Politico.eu, nel dibattito nessuno dei due candidati ha menzionato né l’Unione Europea né il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Si è parlato invece di politica estera e del presidente russo Vladimir Putin: Juppé ha voluto enfatizzare le sue differenze con Fillon, che è considerato un candidato morbido con la Russia. Fillon ha definito più volte la Russia un “partner cruciale” per l’Europa, ha parlato di rimuovere le sanzioni decise dall’Unione Europea per la guerra in Ucraina e ha criticato le potenze occidentali per avere “provocato” la Russia espandendo la NATO fino ai confini nazionali russi. Fillon, così come Donald Trump, sostiene inoltre che gli stati occidentali dovrebbero unirsi alla coalizione con la Russia per combattere lo Stato Islamico in Siria.
Al primo turno di primarie tenuto domenica scorsa, Fillon e Juppé avevano superato gli altri cinque candidati, tra i quali c’era anche l’ex presidente Nicolas Sarkozy, che era dato inizialmente per favorito. Fillon è stato quello ad avere ottenuto più voti di tutti, con un inatteso 44 per cento, 16 punti percentuali in più rispetto a Juppé. Fillon ha 62 anni ed è stato primo ministro dal 2007 al 2012. Prima, in altri governi, era stato ministro dell’Istruzione, degli Affari sociali, delle Telecomunicazioni, delle Tecnologie dell’informazione e delle Poste, e negli anni Novanta dell’Istruzione superiore e della Ricerca. Juppé è sindaco di Bordeaux, è stato primo ministro della Francia tra il 1995 e il 1997 e ha quasi 72 anni. È un centrista, non è malvisto dall’elettorato socialista deluso e moderato, e nemmeno dai Repubblicani meno intransigenti.