I morti “da selfie”, in India, sono un problema
Negli ultimi due anni il numero delle persone morte facendosi una foto in situazioni pericolose è stato più alto che in qualsiasi altro posto, dice un nuovo studio
di Annie Gowen – The Washington Post
I selfie e il mondo dell’università si sono finalmente incrociati, ma per l’India non sono arrivate buone notizie dall’incontro: negli ultimi due anni il paese ha registrato il numero di morti legati ai selfie il più alto nel mondo, dice un nuovo studio condotto da accademici della Carnegie Mellon University e dell’Indraprastha Institute of Information Delhi. Lo studio – intitolato provocatoriamente Me, Myself and My Killfie [un gioco di parole tra “kill”, uccidere, e “selfie”]: Characterizing and Preventing Selfie Deaths – ha scoperto che dei 127 casi segnalati di morti dovute a un selfie dal marzo 2014 a settembre «ben 76 sono stati nella sola India». In un blog che descrive lo studio si legge che negli ultimi due anni in Pakistan ci sono state nove morti del genere, contro le otto degli Stati Uniti e le sei della Russia.
Solo nel 2015, in India alcune persone sono morte facendosi un selfie in posa davanti un treno in arrivo, su una barca che si è rovesciata durante un picnic, su una rupe che ha ceduto precipitando in un burrone alto 18 metri e sulla sponda scivolosa del canale di un fiume. Inoltre, un turista giapponese che cercava di farsi un selfie sui gradini del Taj Mahal è morto dopo essere caduto e aver riportato lesioni alla testa.
I ricercatori hanno analizzato migliaia di selfie pubblicati su Twitter, scoprendo che è molto più probabile che siano gli uomini a farsi selfie pericolosi. Stando ai dati dello studio il 13 per cento dei selfie analizzati sono stati fatti in condizioni potenzialmente pericolose, mentre la maggior parte dei casi di morte ha riguardato persone con meno di 24 anni. La più comune causa di morte “da selfie” al mondo è «precipitare da un edificio o da una montagna», ha causato 29 morti, seguita dall’essere colpiti da un treno, per cui sono morte 11 persone. «Questa tendenza è dovuta all’idea secondo cui postare un selfie mentre si è sopra o nei pressi di binari con il proprio miglior amico sia una cosa carina e il simbolo di un’amicizia destinata a durare per sempre», ha evidenziato lo studio. In India la maggior parte delle morti legata ai selfie era collegata all’acqua. Gli autori sperano che lo studio possa servire a mettere in guardia dai rischi e spronare lo sviluppo di nuove tecnologie per smartphone capaci di avvertire agli utenti quando si trovano in una zona pericolosa.
Negli ultimi mesi l’India ha provato ad adottare misure per contrastare questo nuovo problema di sicurezza pubblica. Il ministero del Turismo indiano ha chiesto ai governi statali di predisporre “zone di divieto ai selfie” in corrispondenza delle attrazioni turistiche del paese, di cui più di dieci solo nelle aree turistiche di Mumbai dopo la morte per annegamento di due persone che stavano facendosi un selfie e sono state spazzate via dal Mar Arabico. L’anno scorso in alcune aree del Kumbh Mela – un’enorme e affollata festa induista indiana– erano già state introdotte delle zone di divieto ai selfie, perché gli organizzatori temevano si potessero formare ingorghi provocati dalle persone intente a farsi un seflie, e quindi fughe di massa.
© 2016 – The Washington Post