Nessun accordo su Cipro, di nuovo
Sembrava la volta buona e invece no: i presidenti dei due stati dell'isola hanno deciso di interrompere i negoziati in corso in Svizzera
Le Nazioni Unite hanno detto che i colloqui in corso in Svizzera sulla riunificazione di Cipro – isola divisa dal 1974 tra nord turco-cipriota e sud greco-cipriota – non sono andati a buon fine e sono stati interrotti. I negoziati tra i presidenti dei due paesi, il greco-cipriota Nicos Anastasiades e il turco-cipriota Mustafa Akinci, erano cominciati circa un anno e mezzo fa e lo scorso novembre sul Mont Pèlerin, vicino al lago di Ginevra, erano iniziate le fasi più dettagliate e delicate della discussione sulla spartizione del territorio e sulla restituzione delle proprietà lasciate dopo l’esodo delle due comunità verso il sud o verso il nord. Dopo un primo incontro, i due leader si erano ritrovati domenica 20 per altri due giorni. Martedì 22 in un comunicato stampa le Nazioni Unite hanno fatto sapere però che «nonostante i loro sforzi, Anastasiades e Akinci non sono stati in grado di raggiungere le necessarie ulteriori convergenze sui criteri per la gestione del territorio che avrebbero aperto la strada per l’ultima fase dei colloqui. Le due parti hanno deciso di tornare a Cipro e di riflettere sul modo in cui procedere».
Su questi ultimi colloqui di pace c’era molto ottimismo: i presidenti dei due paesi venivano considerati entrambi leader moderati delle rispettive comunità e intenzionati ad arrivare entro la fine dell’anno a un accordo sul quale tenere poi un referendum in tutta l’isola a inizio 2017. Negli ultimi mesi – dopo le dimissioni da primo ministro di Ahmet Davutoğlu, molto più europeista di Erdoğan, e soprattutto dopo il tentato colpo di stato in Turchia – c’erano stati momenti di grande tensione tra Unione Europea e governo turco, ma i negoziati su Cipro non erano mai stati interrotti.
La situazione attuale di Cipro è il risultato di una serie di eventi iniziati nel 1974, anche se le cause sono ancora precedenti. Quell’anno la Guardia Nazionale cipriota e la giunta militare al governo in Grecia – più conosciuta come il “regime dei colonnelli” – organizzarono un colpo di stato a Cipro. Il presidente Makarios III – capo della Chiesa ortodossa di Cipro – fu deposto. Il potere fu affidato al nazionalista filo-greco Nikos Sampson e fu proclamata la Repubblica di Cipro. In risposta al colpo di stato, il 20 luglio 1974 la Turchia invase l’isola. Prese il controllo del nord e Cipro fu divisa in due parti dalla cosiddetta “Linea verde”, la stessa che divide Nicosia, la capitale. Sampson si dimise: la giunta militare greca che lo aveva nominato perse l’appoggio dell’esercito (da lì a poco sarebbe finito il regime dei colonnelli in Grecia) e Makarios ritornò al potere. I turchi ciprioti istituirono però un governo indipendente del nord: nel 1983 fu proclamata la Repubblica Turca di Cipro del Nord, non riconosciuta da alcuno stato del mondo a parte la Turchia, che contribuisce finanziariamente e militarmente alla gestione di quel territorio. La Repubblica Greca di Cipro, invece, è riconosciuta da tutti gli stati ad eccezione della Turchia e dal maggio 2004 fa parte dell’Unione Europea.