Apple non farà più basi AirPort per il WiFi
La divisione che se ne occupa è stata sciolta e non ci sono piani per nuovi router, dice Bloomberg citando fonti interne all'azienda che per ora non conferma
di Mark Gurman - Bloomberg
Apple ha dismesso la sua divisione che si occupa dei router WiFi, un’ulteriore mossa per concentrare le attività dell’azienda sui prodotti di largo consumo, la sua principale fonte di ricavi, almeno secondo le fonti consultate per questo articolo. Lo scioglimento del gruppo di lavoro che si occupa dei router wireless era iniziato un anno fa, con l’assegnazione ad altri progetti degli ingegneri che se ne stavano occupando, destinati a cose come lo sviluppo di Apple TV, dicono le nostre fonti che hanno chiesto di non essere identificate perché la decisione interna all’azienda non è stata ancora annunciata pubblicamente.
I router più recenti di Apple risalgono al 2013, dopo che per anni Apple ne aveva messo in vendita nuove versioni di frequente per mantenerle al passo coi tempi e con gli sviluppi più recenti nelle tecnologie wireless. La decisione di chiudere il gruppo di lavoro che se ne occupava suggerisce che l’azienda non stia lavorando a nuove versioni dei suoi router. Una portavoce di Apple ha preferito non fare dichiarazioni sui piani in merito dell’azienda.
I router sono i punti di accesso che consentono ai computer, agli iPhone e agli altri dispositivi di collegarsi a Internet tramite il WiFi e senza la necessità di utilizzare un cavo. Apple attualmente vende tre tipi di router: AirPort Express, AirPort Extreme e AirPort Time Capsule. Quest’ultima ha un disco al suo interno che può essere utilizzato per fare i backup del computer via wireless, senza doverlo collegare fisicamente al router. Il prezzo di questi prodotti varia da 99 a 299 dollari, e costituisce una piccola porzione dei ricavi di Apple, quella che rientra nella voce “Altri prodotti” nell’elenco dei suoi risultati finanziari. La stessa categoria comprende gli Apple Watch e Apple TV e ha prodotto 11,1 miliardi di dollari di ricavi nell’anno fiscale 2016, pari al 5 per cento delle vendite totali di Apple.
La rinuncia alla produzione dei router potrebbe ridurre parte della dipendenza dai prodotti Apple dovuta al loro ecosistema molto chiuso. Alcune funzionalità degli AirPort, come la possibilità di trasmettere musica tramite wireless al proprio stereo, richiedono l’utilizzo di dispositivi come iPhone e Mac. In assenza di router ufficiali dell’azienda, alcune persone potrebbero sentirsi più libere di scegliere altri tipi di smartphone e computer da utilizzare.
Al centro della tecnologia dei router ci sono processori realizzati da aziende come Broadcom, che si occupa dello sviluppo dei componenti per i sistemi wireless. I produttori dei router hanno la possibilità di giocare con il design dei loro prodotti, per esempio per quanto riguarda la forma o la struttura delle antenne per la trasmissione e la ricezione del segnale, ma devono comunque fare affidamento in primo luogo su chi produce i chip per farli funzionare e sui progressi che raggiungono per rendere la tecnologia senza fili sempre più veloce e affidabile.
Le basi AirPort di Apple sono quasi sempre arrivate in ritardo rispetto ai router prodotti da aziende come D-Link, Netgear e Belkin, che fanno a gara per adottare gli ultimi standard nei loro prodotti. Apple, che fa pagare i suoi router molto più cari, si è concentrata sull’integrazione dei suoi router con il software utilizzato sui suoi dispositivi, e sul design. La decisione di abbandonare il settore potrebbe ora aprire nuove opportunità per gli altri produttori di router.
La chiusura della divisione per le basi AirPort rientra in una riorganizzazione condotta da Apple negli ultimi mesi. A inizio anno l’azienda ha smesso di produrre i suoi monitor esterni, mentre lo scorso ottobre ha annunciato una collaborazione con LG Electronics per la vendita di schermi professionali ad alta risoluzione.
©2016 Bloomberg