Le nuove severe regole per l’omeopatia negli Stati Uniti
I produttori potranno vendere gli omeopatici solo se indicheranno sulle confezioni che non ci sono prove scientifiche della loro efficacia
La Federal Trade Commission (FTC), l’agenzia governativa che si occupa della tutela dei consumatori e della concorrenza negli Stati Uniti, ha pubblicato nuove linee guida per le aziende che producono prodotti omeopatici. Il regolamento prevede che i produttori indichino chiaramente le ricerche scientifiche che provano l’efficacia dei loro prodotti, altrimenti non potranno venderli sul mercato statunitense. Per molte aziende potrebbe essere un serio problema, perché a oggi non è mai stata dimostrata scientificamente l’efficacia dell’omeopatia, sistema che è considerato inefficace per la cura o il trattamento di qualsiasi malattia da parte della comunità scientifica. Come scrivono su Vox, la FTC sta semplicemente dicendo ai consumatori negli Stati Uniti che “l’omeopatia è una farsa”.
Per vendere gli omeopatici, i produttori dovranno rivedere le etichette delle confezioni eliminando le dichiarazioni – spesso altisonanti – sui risultati che si possono ottenere per la salute grazie alla loro assunzione. La FTC potrebbe infatti multare un produttore se continuerà a dire che il suo prodotto serve per la cura di una determinata patologia, indicando la pratica come pubblicità ingannevole. Il regolamento lo spiega chiaramente:
Le dichiarazioni su omeopatico da banco non avvalorate da una prova scientifica chiara e affidabile non dovrebbero essere considerate ingannevoli se, al tempo stesso, viene comunicato che: 1) non ci sono prove scientifiche sull’efficacia del prodotto; 2) le dichiarazioni sul prodotto sono basate solamente su teorie omeopatiche del Settecento che non sono accettate dalla maggioranza dei medici di oggi.
Diverse ricerche scientifiche, estese e accurate, hanno dichiarato completamente inefficace l’omeopatia come pratica medica. Le teorie legate ai principi omeopatici furono elaborate dal tedesco Samuel Hahnemann agli inizi dell’Ottocento. Si basano sull’idea che la salute di ogni persona sia dovuta a una sorta di “energia vitale immateriale” che provvede ad armonizzare le varie parti dell’organismo umano. Secondo Hahnemann era necessario osservare gli effetti dei medicamenti disponibili all’epoca per poterli usare razionalmente e, sulla base di questo assunto, elaborò due “pilastri” teorici: la legge dei simili e l’utilizzo di dosi infinitesimali dei medicamenti.
Secondo la legge dei simili di Hahnemann, per curare una malattia bisogna utilizzare una medicina che produca nell’organismo una sorta di malanno artificiale simile a quello di cui già soffre il paziente. Questa malattia indotta si deve sostituire a quella già esistente e poi deve scomparire. Su questo assunto si innesta quello delle dosi infinitesimali: al paziente si somministra un medicamento estremamente diluito, che secondo Hahnemann era sufficiente, senza causare effetti collaterali. In seguito fu aggiunto un terzo pilastro: secondo Hahnemann quasi tutte le malattie croniche erano causate dalla “psora” (la scabbia) e quindi per malanni estremamente diversi tra loro come gotta, asma, paralisi fosse sufficiente usare sempre la stessa cura contro la psora. Questa teoria fu aspramente criticata dalla comunità scientifica già all’epoca della sua pubblicazione.
Un prodotto omeopatico ha quindi alla base il concetto di diluizione: il “principio attivo” viene cioè diluito decine di volte in una sostanza neutra, spesso zucchero per quanto riguarda i preparati solidi. Sulle confezioni è indicato il grado di diluizione con un numero e una lettera. Se per esempio c’è scritto 15C significa che una parte di “principio attivo” è stata diluita per 15 volte in 99 parti diluenti, per un totale di 10015 volte. La diluizione nei prodotti omeopatici è tale da rendere praticamente impossibile che la sostanza possa avere un minimo effetto su chi assume questo tipo di prodotti, hanno spiegato in più occasioni diverse ricerche scientifiche.
Nel marzo del 2015, il National Health and Medical Research Council, il più importante istituto australiano di ricerca medica, ha pubblicato i risultati di un’indagine sull’efficacia dell’omeopatia, concludendo che la pratica è inefficace per il trattamento di qualsiasi patologia e può mettere a rischio la salute di chi la utilizza, dato che può ritardare il ricorso a trattamenti di dimostrata efficacia.
In Italia i prodotti omeopatici possono essere venduti solo in farmacia. La spesa per il loro acquisto è interamente a carico dei clienti: non sono previste convenzioni dirette con il Servizio sanitario nazionale.