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  • Lunedì 21 novembre 2016

Quindi il Financial Times ha detto che se vince il “No” usciamo dall’euro?

Indovinate

Sui siti di news italiani oggi si è scritto molto di un articolo pubblicato sul Financial Times in cui l’editorialista Wolfgang Munchau spiega come l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre potrebbe influenzare il destino europeo. La maggior parte dei siti di news ha molto enfatizzato il contenuto dell’articolo di Munchau, scrivendo cose come “Italia fuori dall’euro se vince il No” e attribuendo il commento al giornale piuttosto che a uno dei suoi commentatori, che come ogni opinionista parla a titolo personale.

Munchau è uno dei commentatori fissi del giornale e da anni ha una visione molto scettica sulle possibilità di sopravvivenza dell’Europa unita e dell’euro in particolare: scrive spesso evocando scenari tetri e catastrofisti per l’Unione Europea. I suoi articoli non rispecchiano necessariamente la linea del giornale che è rappresentata invece dagli editoriali non firmati, come accade quasi sempre sulla stampa anglosassone.

Inoltre, Munchau scrive oggi una cosa un po’ più complessa di quella che gli attribuiscono i giornali. Il titolo del suo articolo, intanto, è leggermente più vago: «Il referendum italiano determinerà il futuro dell’euro». Nell’articolo, Munchau spiega che in caso di vittoria dei “No” potrebbe mettersi in moto un lungo processo che porterà l’Italia fuori dall’euro. Questo processo, scrive esplicitamente Munchau, non ha nulla a che fare con il contenuto del referendum e della riforma costituzionale. Una vittoria dei “No”, scrive Munchau, potrebbe portare però alla caduta del governo Renzi e all’arrivo al governo delle forze contrarie alla permanenza dell’Italia nell’euro, come il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord (Munchau mette nella lista degli “anti-euro” anche Forza Italia, che però sulla moneta unica ha una posizione molto meno chiara e non così estrema come quella di Lega e M5S). Se l’Italia dovesse uscire dall’euro, conclude Munchau, c’è una forte probabilità che l’eurozona non riesca a reggere il colpo. Ma il passaggio da “vittoria del No” a “vittoria elettorale dell’opposizione” a “uscita dall’euro” sarebbe come minimo lungo e complesso, oltre che tutt’altro che scontato.

Oltre che dai giornali, poi, l’articolo è stato criticato anche da diversi esponenti politici, in particolare quelli che sostengono il “No” al referendum, che hanno attaccato le presunte ingerenze del Financial Times nella politica italiana. Munchau però non ha scritto nulla di diverso da quello che sostengono apertamente diversi sostenitori del “No”: e cioè che in caso di sconfitta Matteo Renzi dovrebbe dimettersi e si dovrebbero tenere nuove elezioni. Tanto i leader del Movimento 5 Stelle quanto Matteo Salvini, inoltre, sostengono che se arriveranno al governo inizieranno le procedure per far uscire l’Italia dall’euro. Il Movimento 5 Stelle sostiene la necessità di organizzare un referendum sull’uscita dalla moneta unica, mentre Salvini dice che lo farà senza bisogno di ulteriori consultazioni popolari.

Il Financial Times ha ospitato opinioni molto diverse sulla riforma italiana. A ottobre, per esempio, un altro commentatore, Tony Barber, aveva parlato del merito del riforma costituzionale definendola “un ponte verso il nulla” che non avrebbe portato alcun beneficio tangibile al paese. In quel caso molti giornali avevano scritto che “il Financial Times boccia il referendum”, di nuovo senza fondamento.