No, Trump non ha insultato la Statua della Libertà
Molti giornali italiani hanno preso per vero un articolo satirico americano, che immaginava una strampalata conferenza stampa del presidente eletto degli Stati Uniti
Nelle ultime ore alcuni giornali e siti italiani – tra cui Repubblica, il Corriere della Sera, il Giornale, il TG La7 e Rai News – hanno sostenuto che il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump avesse detto che la Statua della Libertà, il più famoso monumento degli Stati Uniti, “incoraggia all’immigrazione” ed è “anacronistica”. Trump ha detto spesso cose estreme, considerate da molti incredibili e inaccettabili: in questo caso però non era successo davvero. I giornali italiani hanno infatti ripreso per errore un articolo satirico scritto il 18 novembre da Chris Lamb, un professore di giornalismo (e un autore satirico) che ha un blog sull’edizione statunitense dell’Huffington Post.
Il blog di Lamb non ha nessun evidente o esplicito titolo che spieghi che il contenuto è satirico. Lo si può però facilmente intuire: un suo recente articolo è intitolato “Wikileaks ha confermato che Donald Trump è il figlio di Satana“, un altro inizia con il testo “QUESTA È SATIRA“, un altro, di fine ottobre, elencava una serie di cose fittizie che Trump contestava a Hillary Clinton (tra cui: “Clinton ha ordinato l’attacco di Pearl Harbor nel 1941”; “Clinton ha fatto divorziare Brad Pitt e Angelina Jolie”; “è colpa di Clinton se la polizia non può arrestare chi vuole, quando vuole”; “Clinton è responsabile delle bugie di Trump, perché il suo staff fa fact-checking”).
L’articolo ripreso da alcuni importanti siti di giornali italiani, anche con grande evidenza – successivamente quasi ovunque l’errore è stato corretto, oppure è stata cancellata la pagina originale – era intitolato “il presidente-eletto Trump chiede di rimuovere la Statua della Libertà perché incoraggia l’immigrazione“. Nell’articolo Lamb si immagina un’ipotetica conferenza stampa in cui Trump dice: «Sinceramente, ho vissuto sempre a New York ma non ci sono mai andato. Perché avrei dovuto? Non ci va nessuno». Il Trump immaginario dell’articolo di Lamb ha anche detto: «La Statua della Libertà è una brutta statua, una brutta vecchietta, una vecchietta davvero brutta. Di certo non un “dieci”. Non ha nemmeno seno. Una donna senza seno non può essere un “dieci”». L’articolo si conclude con una strampalata proposta formulata da Trump: sostituire la Statua della Libertà con una statua di Melania (sua moglie) che mostra il dito medio all’Europa.
Oggi per errore abbiamo pubblicato come veritiero un pezzo di satira su Trump. Ce ne scusiamo. Il pezzo corretto https://t.co/ILV3lI6EOJ
— Repubblica (@repubblica) November 20, 2016
La Statua della Libertà, già che ci siamo
È un monumento spesso associato al concetto di libertà e usato per diffondere un preciso messaggio politico. Ci sono altre statue uguali ma più piccole riprodotte soprattutto in Francia e negli Stati Uniti, ma anche in Asia – anche se molte delle riproduzioni nelle ex colonie francesi sono state distrutte – e in Sud America. Nessuna delle repliche è grande come l’originale, ma ci sono anche alcune riproduzioni – come quella di Las Vegas – che si avvicinano alle dimensioni reali.
La Statua della Libertà di New York fu inaugurata il 28 ottobre 1886 durante una cerimonia presieduta dall’allora presidente Grover Cleveland: la statua era un regalo dei francesi e rappresentava la fraternità del popolo francese con quello americano. Proprio in quell’occasione furono distribuite alle molte personalità presenti le prime riproduzioni della statua realizzate dall’impresa Gaget Gautier (da cui è poi derivata la parola gadget in inglese) e successivamente usate come modelli per le repliche del monumento in giro per il mondo. La Statua della Libertà originale è alta quasi 50 metri – 97 metri considerando anche il piedistallo – è in stile neoclassico e raffigura la dea romana della libertà con in mano una torcia e una tavola con incisa la data della Dichiarazione di Indipendenza americana, il 4 luglio del 1776. Ai suoi piedi c’è una catena spezzata mentre le punte della sua corona rappresentano i sette mari e i sette continenti, a simboleggiare l’universalità della libertà. La statua è stata disegnata dallo scultore francese Frédéric Bartholdi e realizzata da Gustave Eiffel.
I lavori di realizzazione iniziarono in Francia negli anni Settanta dell’Ottocento e andarono a rilento a causa della mancanza di fondi. Una volta terminata, la statua venne spedita via mare – suddivisa in diverse parti – negli Stati Uniti, dove venne assemblata sul basamento che era stato appositamente costruito. Negli anni è diventata uno dei simboli più diffusi della democrazia americana nel mondo.