Guida alle primarie della destra francese
Oggi si vota per il primo turno, e i due favoriti – Alain Juppé e Nicolas Sarkozy – la pensano in modo molto diverso l'uno dall'altro
Aggiornamento: Fillon – primo con grande distacco – e Juppé andranno al secondo turno delle primarie. Sarkozy, terzo, ne è escluso.
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Questo weekend in Francia sono cominciate le primarie del centrodestra per scegliere il candidato alle elezioni presidenziali dell’aprile 2017. Le primarie si svolgeranno in due turni: il primo è cominciato ieri nei territori d’oltremare e sta continuando oggi sul continente, dove i seggi saranno aperti dalle 8 alle 19. La stessa cosa si ripeterà il prossimo fine settimana per il secondo turno: e al secondo turno potrà votare anche chi non ha partecipato al primo.
Alcuni sondaggi indicano che voterà alle primarie del centrodestra il 10 per cento degli elettori francesi e cioè circa 4,5 milioni di persone. Se i dati verranno confermati, si tratterà di un grande successo: nel 2011, alle primarie del Partito Socialista votarono poco più di 2 milioni e 600 mila elettori al primo turno e 2 milioni e 800 mila al secondo.
I candidati ammessi alle primarie del centrodestra sono sette: Nicolas Sarkozy, Alain Juppé, François Fillon, Bruno Le Maire, Jean-François Copé, Jean-Frédéric Poisson e Nathalie Kosciusko-Morizet, deputata e unica donna candidata. Si tratta di una situazione piuttosto insolita per la destra francese, abituata a concentrare il proprio sostegno intorno a due o tre candidati al massimo.
Nicolas Sarkozy e Alain Juppé
Sarkozy è stato presidente della Repubblica francese tra il 2007 e il 2012, ed è stato il primo dei presidenti francesi dal 1981 a non essere rieletto per un secondo mandato. Ancora oggi è un personaggio controverso per l’opinione pubblica francese e sta attraversando diversi guai giudiziari, di cui si è ricominciato a parlare con insistenza nelle ultime settimane: la procura di Parigi ha detto che farà richiesta di processarlo per presunte irregolarità nei finanziamenti alla sua campagna elettorale presidenziale del 2012 (si tratta del cosiddetto “affaire Bygmalion” che avevamo spiegato qui).
Dopo la sua sconfitta alle elezioni presidenziali contro François Hollande, nel 2012, si era in un primo momento ritirato dalla vita pubblica. Nel 2014 era stato eletto presidente dell’UMP, il principale partito di centrodestra francese, che circa un anno dopo aveva cambiato nome: ora si chiama “Les Républicains”, i Repubblicani.
Sarkozy ha fatto una campagna elettorale molto aggressiva e critica nei confronti del governo socialista, dicendo che lui sarà il presidente «del restauro dell’autorità» e il «candidato della gente». Ha insistito molto sulla lotta al terrorismo, sulla sicurezza e sull’identità: tutti temi particolarmente sentiti in Francia, dopo i gravi attentati terroristici del 2015. Il suo obiettivo è arrivare primo al primo turno e possibilmente con un buon margine, per dimostrare di avere la capacità di vincere e attrarre a sé alcuni sostenitori dei suoi avversari. Al secondo turno Sarkozy dovrebbe sfidare un candidato rappresentante della destra più moderata, probabilmente Alain Juppé. François Bayrou, presidente del partito di centro Mouvement démocrate (MoDe) e già candidato alla presidenza nel 2002, 2007 e 2012, ha detto per esempio che potrebbe candidarsi di nuovo se le primarie della destra venissero vinte da Sarkozy e che invece si farà da parte se dovesse vincere Juppè, a cui darebbe il proprio appoggio. In caso di ballottaggio tra Sarkozy e Juppé, quindi, potrebbero votare al secondo turno anche molti elettori di centro.
Nella foto: Alain Juppé e Nicolas Sarkozy (JEAN-SEBASTIEN EVRARD/AFP/Getty Images)
Il principale avversario di Sarkozy è appunto Alain Juppé, sindaco di Bordeaux, che è stato primo ministro della Francia tra il 1995 e il 1997 e che viene ricordato soprattutto per aver causato il penultimo grande sciopero generale nel paese dopo aver tentato di portare avanti una riforma delle pensioni (l’ultimo grande sciopero ha invece a che fare con la contestata riforma del lavoro del governo Valls, poi approvata). Juppé dice dall’agosto del 2014 di voler partecipare alle primarie della destra. Se le vincesse e se venisse eletto, sarebbe presidente a quasi 72 anni: è un centrista, non è malvisto dall’elettorato socialista deluso e moderato, e nemmeno dai Repubblicani meno intransigenti. Juppé dice di voler rafforzare le forze dell’ordine senza toccare lo stato di diritto, di voler creare un codice sulla laicità per la convivenza tra le religioni, di voler abbassare le imposte sulle imprese e, in forte contrapposizione a Sarkozy, si descrive come un futuro presidente «fermo ma conciliante».
Juppé resta il favorito nei sondaggi, ma gli ultimi dati mostrano una perdita di consenso nei suoi confronti. Una sua possibile vittoria potrebbe essere messa in crisi dalla candidatura come indipendente alle presidenziali di Emmanuel Macron, ex ministro dell’Economia nel governo di centrosinistra, molto liberale e vicino, su diverse questioni, alla destra moderata che rappresenta Juppé. In un’intervista pubblicata su Les Echos Juppé ha detto che Macron «si presenta oggi come il cavaliere bianco totalmente nuovo», ma ha aggiunto: «Attenzione alle persone che fanno il contrario di quello che dicono e che dicono il contrario di quello che fanno. Non dobbiamo essere naïf. Emmanuel Macron era con chi ha pienamente appoggiato la politica economica condotta dal 2012, a partire dal massiccio aumento delle tasse».
La perdita di consenso di Juppé negli ultimi sondaggi è dovuta anche a una forte rimonta di François Fillon, primo ministro dal 2007 al 2012, quando Sarkozy era presidente. Gli ultimi dati pubblicati su Le Figaro dicono che Juppé è al 36 per cento (ma che ha perso 6 punti rispetto allo scorso ottobre), che Sarkozy è al 30 (ha guadagnato due punti percentuali) e che Fillon è al 18 per cento (+7 punti rispetto a un mese fa).
François Fillon
Fillon ha 62 anni e alle elezioni presidenziali del 2007 è stato uno dei principali sostenitori della candidatura di Nicolas Sarkozy: è stato primo ministro dal 2007 al 2012. Prima, in altri governi, è stato ministro dell’Istruzione, degli Affari sociali, delle Telecomunicazioni, delle Tecnologie dell’informazione e delle Poste, e negli anni Novanta dell’Istruzione superiore e della Ricerca.
Dopo mesi in cui i sondaggi lo davano in quarta posizione, dietro a Juppé, Sarkozy e anche dietro a Bruno Le Maire, Fillon risulta aver guadagnato diversi punti nell’ultima settimana e ora è al terzo posto delle intenzioni di voto. Lui ha detto che i francesi «sentono la sincerità e la coerenza» del suo progetto e dice di essere convinto di passare il primo turno.
Fillon sostiene di avere l’unico programma “realistico” per la Francia e ha fatto campagna elettorale presentandosi come alternativa sia a Sarkozy che a Juppé: dice che «il programma di Nicolas Sarkozy ci farebbe tornare indietro. In sostanza ripeteremmo quello che abbiamo già fatto nel 2007, solo un po’ meglio. E il programma Alain Juppé è un programma estremamente prudente basato su larghi accordi politici per raccogliere consensi». In entrambi i casi «la situazione economica non si riprenderà». Fillon ha preso le distanze da Sarkozy su molte questioni: ha detto per esempio che non bisogna «correre dietro al Front National per vincere le elezioni» e che «le elezioni presidenziali non possono essere ridotte a un dibattito sul terrorismo: sono la scelta per il futuro del nostro paese, per un modello di società, non per un super-ministro degli Interni».
Gli altri
Si sono candidati anche Bruno Le Maire, ex ministro dell’Agricoltura nel governo di Sarkozy, Nathalie Kosciusko-Morizet, deputata e unica donna candidata, Jean-Frédéric Poisson, presidente del Partito Cristiano Democratico e Jean-François Copé, ex presidente dell’UMP. Quello messo meglio nei sondaggi è Bruno Le Maire, al 9 per cento, seguito da Nathalie Kosciusko-Morizet al 4 e dagli ultimi due, rispettivamente al 2 e all’1 per cento. Le Maire ha scritto un programma di più di 1.000 pagine e ha fatto campagna elettorale concentrandosi soprattutto sulle critiche a Sarkozy.