Airbnb vuole organizzarci le vacanze
Il servizio che permette di affittare la propria casa ha presentato Trips, una nuova piattaforma per offrire ai turisti attività organizzate dalle persone del posto
Giovedì 17 novembre Airbnb, il servizio online che permette di affittare la propria casa o anche solo una stanza ai turisti, ha presentato Airbnb Trips, una nuova piattaforma che allarga molto l’offerta agli utenti, aggiungendo la possibilità di fare attività particolari durante le vacanze, e di ottenere consigli personalizzati direttamente dagli abitanti del posto. Airbnb Trips, che in pratica sostituisce la vecchia app del servizio, è la più importante novità presentata da Airbnb nella sua storia.
Airbnb Trips è divisa in tre sezioni: “Esperienze”, “Luoghi” e “Case”. L’ultima corrisponde al vecchio servizio, e offre la possibilità di affittare case o stanze. Esperienze, la nuova sezione più apprezzata e discussa, permette ai turisti di partecipare a una serie di attività tipiche del posto in cui si è in vacanza, da un corso di combattimento samurai in Giappone alla ricerca dei tartufi in Toscana. L’idea, ha spiegato Brian Chesky, CEO di Airbnb, è quella di «far immergere gli utenti nelle comunità locali. Rendiamo vivi i posti attraverso le persone che ci vivono». Con la sezione Esperienze, per esempio, si può programmare una visita alla cella dove è stato detenuto Nelson Mandela guidati dal guardiano con l’incarico di sorvegliare l’ex presidente sudafricano.
Al momento le esperienze disponibili su Airbnb sono 500 e riguardano 12 città: Londra, Miami, Nairobi, L’Avana, Firenze, San Francisco, Los Angeles, Tokyo, Detroit, Seul, Parigi e Cape Town. Possono essere attività di qualche ora o di più giorni. Chesky ha spiegato che Airbnb controlla «che gli host siano persone qualificate e ci assicuriamo che facciano delle esperienze di prova, così da poter essere sicuri che i turisti si trovino bene con loro». Non saranno ammesse alla sezione “Esperienze” tutti i tipi di attività, insomma, ma ci sarà una selezione. Airbnb aiuterà anche gli host che vogliono organizzare un’esperienza a disegnare una locandina e a girare un breve trailer per presentare l’attività. Sono servizi molto costosi per la società, ma che si erano rivelati efficaci nei primi anni, quando offrendo agli host fotografie professionali per i propri annunci erano aumentate molto le prenotazioni sul sito. Fortune ha scritto che Airbnb tratterrà il 20 per cento sul prezzo che i turisti pagano a chi organizza l’attività (sugli affitti la società trattiene solo il 3 per cento).
Oltre alla sezione “Esperienze” c’è anche una sezione “Luoghi”, dedicata solo ai posti che gli host delle varie città consigliano di visitare. È un ampliamento della sezione di Airbnb dedicata alle guide turistiche, che esiste da aprile: ora comprende 100 guide per sei città nel mondo (Los Angeles, San Francisco, L’Avana, Nairobi, Detroit e Seul). L’idea dietro Airbnb Trips è una sorta di prosecuzione e ampliamento di quella alla base della società, il cui successo è dipeso in buona parte dal fatto che i suoi utenti apprezzano la possibilità di dormire in case più autentiche e accoglienti di molti hotel di fascia media o bassa. Tra i programmi di Airbnb c’è quello di rendere possibile prenotare ristoranti, affittare macchine o comprare biglietti aerei attraverso l’app.
Questa nuova piattaforma, a cui Airbnb stava lavorando dal 2012, arriva dopo i problemi avuti dalla società con l’amministrazione di New York: a causa di una nuova legge che prevedeva multe per chi affittava interi appartamenti per meno di 30 giorni alla volta, AIrbnb ha fatto causa alla città di New York, definendo la legge un «danno irreparabile» al suo business. Non era la prima volta che Airbnb si scontrava con l’amministrazione di una città americana: era già successo a San Francisco nel 2015, quando i cittadini respinsero con il 55 per cento dei voti un referendum per introdurre una norma che avrebbe limitato a 75 notti all’anno la possibilità di dare in affitto per brevi periodi stanze e appartamenti. Chesky ha detto che alla fine «San Francisco e New York sceglieranno che strada seguire. Saranno loro a decidere il loro destino, ma le persone che abitano quelle città viaggeranno e vedranno in altre città quello che Airbnb può offrire».