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  • Mercoledì 16 novembre 2016

Le ultime sul terremoto in Nuova Zelanda

Sull'Isola del Sud proseguono i soccorsi per raggiungere ed evacuare le persone isolate, intanto si contano i moltissimi danni

(MARK MITCHELL/AFP/Getty Images)
(MARK MITCHELL/AFP/Getty Images)

Navi della Marina militare dell’Australia sono in viaggio verso la Nuova Zelanda, insieme a imbarcazioni offerte dal Canada e dagli Stati Uniti, con mezzi e soccorsi per aiutare la popolazione interessata dal terremoto di magnitudo 7.8 del 14 novembre scorso (il 13 in Italia), nell’Isola del Sud. Il sisma ha causato la morte di 2 persone, una per un crollo e un’altra per un attacco di cuore, e il ferimento di circa 60 persone, nella maggior parte dei casi con ferite lievi e prospettive di un completo recupero. Il forte terremoto e le scosse successive hanno causato seri danni soprattutto nel distretto di Kaikoura, nella regione di Canterbury, dove si stanno concentrando le attività di soccorso e dove è previsto l’arrivo delle navi australiane, statunitensi e canadesi. Molte strade sono inagibili e hanno causato l’isolamento di decine di comunità, che sono raggiunte a fatica dai soccorritori.

L’agenzia di consulenza sulle costruzioni antisismiche Tonkin & Taylor, incaricata dal governo di valutare l’estensione e la gravità dei danni causati dal terremoto, ha spiegato a BBC che l’entità dei danni nella zona di Kaikoura è “catastrofica”. Le scosse hanno portato a 100mila frane, 50 delle quali hanno ricoperto molte sezioni della State Highway 1, la principale strada che percorre la zona. I danni agli edifici, soprattutto alle abitazioni, sono meno gravi soprattutto grazie alle politiche degli ultimi decenni che hanno imposto la costruzione con criteri antisismici.

Non potendo utilizzare le strade, i soccorritori si muovono soprattutto in elicottero, facendo la spola tra le varie città rimaste senza collegamenti, senza corrente elettrica e senza acqua potabile. Tra lunedì 14 e martedì 15 novembre sono state evacuate in elicottero e in nave circa 400 persone, ma ci sono ancora diverse centinaia di persone da soccorrere. I soccorritori confidano di concludere l’evacuazione delle aree interessate dal terremoto entro un giorno, dando la possibilità a chi lo desidera di allontanarsi dal distretto.

A Christchurch, la più grande città dell’Isola del Sud, proseguono intanto i lavori per rimettere in ordine le strade e fare ordine dopo il terremoto. Nonostante la magnitudo piuttosto alta, non sono stati registrati molti danni e sono in corso gli accertamenti sulla stabilità di alcuni edifici. A Wellington, la capitale della Nuova Zelanda, alcuni edifici sono stati dichiarati inagibili e almeno un palazzo di 8 piani dovrà essere demolito. Saranno comunque necessari ancora diversi giorni prima di avere una stima complessiva dell’estensione dei danni.