La condanna a morte di Mohamed Morsi è stata revocata
Lo ha deciso la corte di Cassazione dell'Egitto ordinando anche che il processo all'ex presidente egiziano venga rifatto
La corte di Cassazione dell’Egitto ha revocato la condanna a morte dell’ex presidente Mohamed Morsi, esponente del movimento politico-religioso dei Fratelli Musulmani e vincitore delle prime elezioni democratiche del paese dopo la cosiddetta “Primavera araba”, movimento rivoluzionario che aveva portato alla fine della presidenza di Hosni Mubarak. La corte ha accolto il ricorso di Morsi, ha ordinato di rifare il processo e ha annullato anche le condanne di cinque co-imputati di Morsi, tra i quali l’ex guida suprema della Fratellanza Musulmana, Mohamed Badie.
Nell’estate del 2013 un colpo di stato guidato dall’esercito e dall’attuale presidente Abdel Fattah al Sisi, ex generale, aveva portato all’arresto di Morsi e all’imposizione di una giunta militare. Dal dicembre del 2013 il governo egiziano aveva dichiarato i Fratelli Musulmani un’organizzazione terroristica e ne aveva arrestato e poi condannato centinaia di dirigenti e simpatizzanti, Morsi compreso. Nel 2014 al Sisi, dopo essersi dimesso dall’esercito, è stato eletto presidente con il 93,3 per cento dei voti nel corso di una votazione molto contestata.
Nel maggio del 2015 Morsi era stato condannato a morte per essere evaso insieme ad altri detenuti da una prigione dove era detenuto all’epoca del dittatore Hosni Mubarak. La prigione di Wadi Natrun, alla periferia del Cairo, fu assaltata il 29 gennaio del 2011, durante i primi giorni della rivolta che avrebbe portato alla caduta di Mubarak. Secondo l’accusa, all’evasione contribuì Hamas, il gruppo militare palestinese che controlla la Striscia di Gaza. Insieme a Morsi fuggirono decine di altri leader dei Fratelli Musulmani. La condanna a morte era stata confermata il 16 giugno dal gran mufti d’Egitto. Ora la corte di Cassazione, secondo quanto scrivono diverse agenzie di stampa citando fonti giudiziarie, ha accolto il ricorso di Morsi.
Morsi era già stato condannato a 20 anni di prigione per aver ordinato l’arresto e la tortura di molti manifestanti ostili al suo governo tra il 2012 e il 2013. Quella condanna, qualche settimana fa, è stata confermata dalla corte di Cassazione. L’ex presidente è stato poi coinvolto in altri due processi a conclusione dei quali ha ricevuto due ergastoli: il primo aveva a che fare con una accusa di spionaggio a favore dell’Iran e delle organizzazioni Hamas e Hezbollah, il secondo con il furto di documenti relativi alla sicurezza nazionale consegnati al Qatar.