Il nuovo accordo tra FARC e governo colombiano
Non è molto diverso rispetto a quello bocciato dal referendum del 2 ottobre, ma ci si aspetta che venga approvato dal parlamento
Il governo colombiano e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) hanno annunciato di aver trovato un nuovo accordo di pace, dopo che il 2 ottobre scorso i cittadini colombiani avevano respinto quello precedente con un referendum, ritenuto eccessivamente favorevole per le FARC. Votò contro l’accordo il 50,2 per cento dei votanti. Il nuovo accordo non dovrebbe essere di nuovo sottoposto a un referendum, ma sarà valutato dal parlamento del paese. La dichiarazione con cui le due parti hanno parlato del raggiungimento del nuovo accordo è stata fatta a L’Avana – negli ultimi quattro anni Cuba ha ospitato le trattative tra FARC e governo – da diplomatici cubani e norvegesi, che hanno fatto da osservatori per tutto il processo. Il testo del nuovo accordo non è ancora stato diffuso, ma non è molto diverso da quello contenuto nel referendum: è stata però accolta una delle richieste dei comitati del No, e cioè che le FARC dovranno mettere insieme una lista delle loro proprietà per individuare quelle che saranno usate per la compensare le famiglie delle persone uccise dai guerriglieri.
(Cos’è stata la guerra civile in Colombia)
L’accordo iniziale tra il presidente colombiano Juan Manuel Santos e FARC prevedeva sei punti principali: la fine dei combattimenti (dal 29 agosto c’è un cessate il fuoco bilaterale che a prescindere dal proseguimento delle trattative durerà fino al 31 dicembre), il disarmo dei guerriglieri sotto la supervisione di una missione delle Nazioni Unite (che aveva già verificato la distruzione di 620 chilogrammi di esplosivo); l’uscita allo scoperto e il reintegro nella società di quasi 6mila guerriglieri; riparazioni morali e materiali per le vittime e sanzioni per i responsabili dei reati più gravi; la conversione del gruppo in un movimento politico legale con l’assicurazione di un minimo di cinque seggi alla Camera dei deputati e di cinque seggi al Senato; una riforma agraria per la distribuzione delle terre e l’accesso al credito; la fine delle coltivazioni illecite nelle aree di influenza delle FARC, tra cui quella di cocaina, e un programma sanitario e sociale contro il consumo e il traffico di droga. Santos ha vinto il premio Nobel per la pace per il suo impegno a trovare un accordo di pace con le FARC mettendo di fatto fine alla guerra civile che in Colombia dura da decenni.
Oltre alla creazione di una lista delle varie proprietà delle FARC, non è chiaro quali altre richieste dei comitati del No sono state accolte. L’ex presidente colombiano Alvaro Uribe, che ha fatto campagna elettorale per il No, aveva chiesto ad esempio che i posti alla Camera e al Senato non fossero assegnati a ex guerriglieri condannati per crimini gravi o crimini contro l’umanità, e che persone del genere non potessero nemmeno candidarsi alle elezioni. Il Guardian dice che i seggi per le FARC sono previsti anche nel nuovo accordo, anche se no specifica se ci saranno limitazioni più stringenti.
Secondo Uribe anche il nuovo accordo non è ottimale. In particolare le critiche sono rivolte alle pene indulgenti previste per gli ex guerriglieri che confesseranno i loro crimini. Una procedura di amnistia dovrebbe applicarsi alla maggioranza dei membri delle FARC, circa 5.800 combattenti, che confessando pienamente i loro crimini e pagando i risarcimenti dovuti alle vittime potrebbero scontare pene alternative da 5 a 8 anni, evitando il carcere. Tra le parti dell’accordo che sono state criticate c’è anche la decisione di aiutare economicamente i membri delle FARC per facilitare il loro reintegro nella società e aiutarli a trovare un lavoro o a iniziare un’attività. Secondo i sondaggi il nuovo accordo dovrebbe essere approvato dal parlamento con un ampio margine, ma le critiche al nuovo testo sono state più decise di quanto previsto dal governo.