Un uomo è accusato di aver coordinato dalla Siria gli attacchi a Bruxelles e Parigi
Si chiama Oussama Atar, ha 32 anni ed è stato identificato dagli investigatori francesi, scrive Le Monde
Gli investigatori francesi che si occupano delle indagini sugli attentati terroristici compiuti in Francia e in Belgio nell’ultimo anno hanno identificato un uomo ritenuto responsabile di avere coordinato gli attacchi dalla Siria: l’uomo è Oussama Atar, ha 32 anni e doppia nazionalità belga e marocchina. Gli investigatori hanno associato Oussama Atar ad Abou Amahad, un personaggio di cui si conosceva solo il “nome di guerra” e che era stato legato agli attentati terroristici di Parigi (13 novembre 2015) e Bruxelles (22 marzo 2016), entrambi rivendicati dallo Stato Islamico (o ISIS). Allo stato delle indagini, ha detto una fonte ad AFP, Atar è l’unica persona finora identificata che è accusata di avere coordinato gli attentati dalla Siria.
Le Monde ha scritto che Atar è stato identificato e associato ad Amahad grazie alle informazioni recuperate da un computer trovato dentro a un cestino della spazzatura davanti a uno dei nascondigli dei terroristi di Bruxelles. Il nome di Atar era già comparso sulla stampa belga ad agosto, quando era stato citato come potenziale organizzatore degli attentati di Bruxelles; ma poi la cosa non aveva avuto seguito, perché non erano emerse informazioni più specifiche. Atar era già noto agli investigatori francesi anche per i suoi legami familiari: è il cugino di Ibrahim e Khalid el Bakraoui, i due fratelli che parteciparono agli attentati di Bruxelles (uno si fece esplodere all’aeroporto, l’altro nella metropolitana). Ed è anche cugino di Moustapha e Jawad Benhattal, arrestati il 18 giugno con l’accusa di pianificare degli attentati in Belgio durante gli europei di calcio che si sono tenuti la scorsa estate.
Atar viaggiò per la prima volta nell’area tra Siria e Iraq nel 2002. Lui raccontò di esserci andato per seguire un corso di arabo e per scopi umanitari, ma i servizi segreti americani la pensavano diversamente. Fu arrestato dopo avere attraversato illegalmente il confine tra Iraq e Siria e fu condannato a dieci anni di carcere in Iraq. Scontò la sua pena in diverse prigioni messe in piedi in territorio iracheno dagli americani, che erano presenti con migliaia di truppe dopo avere destituito l’ex presidente Saddam Hussein. Tra le altre, ha scritto Le Monde, Atar passò anche dalla prigione di Abu Ghraib, quella famosa per le torture perpetrate dagli americani ai prigionieri, e di Camp Bucca, dove in quel periodo era detenuto anche Abu Bakr al Baghdadi, il leader dello Stato Islamico: è possibile che i due si siano incontrati, ma non c’è la certezza. La famiglia di Atar, con l’aiuto di Amnesty International e alcuni parlamentari belgi, tentò di farlo uscire dal carcere parlando di presunti problemi di salute. Atar tornò però in Belgio solo nel 2012, ma fu arrestato di nuovo l’anno successivo per avere tentato di unirsi a un gruppo jihadista in Tunisia. Quando fu rilasciato, sparì.
Al tempo degli attentati, scrive Le Monde, Atar si trovava in Siria. Avrebbe reclutato due degli attentatori suicidi iracheni che si fecero esplodere fuori dallo Stade de France, a Parigi, durante gli attacchi del 13 novembre. Avrebbe anche visionato e confermato il piano dei terroristi di Bruxelles prima che fossero compiuti gli attentati all’aeroporto e alla metropolitana, il 22 marzo. Non si sa dove si trovi ora Atar: a giugno la polizia francese ha ricevuto un’allerta che diceva che Atar era armato e pericoloso e che stava cercando di tornare in Francia dall’Albania.