Come scrivere una lettera di presentazione
Qualche consiglio per chi non è abituato e vuole evitare almeno gli errori più comuni
A chi cerca un lavoro capita sempre più spesso di dover scrivere quella che in inglese è chiamata “cover letter“, cioè una lettera di presentazione che accompagni il tradizionale curriculum. Se non ci si è abituati, forse l’idea di scriverne una può intimorire un po’: su Internet si trovano molti consigli su come fare, dando le informazioni giuste e restando sintetici, ma secondo un articolo del New York Times è meglio evitare di seguire un modello e impegnarsi a fare una lettera personale, limitandosi a seguire qualche consiglio generale. I consigli del New York Times per scrivere una cover letter efficace sono cinque e sono molto semplici, ma l’articolo del New York Times non è il primo a dare suggerimenti di questo genere: qualche anno fa ad esempio Katherine Goldstein aveva scritto dodici consigli per chi volesse proporsi per un lavoro da Slate e anche il direttore del Post Luca Sofri aveva dato i suoi consigli sul tema. Qui abbiamo messo insieme i migliori.
Non seguire esclusivamente i modelli
Una lettera di presentazione uguale a tante altre non può attirare l’attenzione di chi la legge più di tante altre. Le persone che nelle aziende si occupano di selezionare il personale ne leggono tantissime e per questo è inutile copiare una cosa fatta da altri. Secondo il New York Times mostrare di essersi preparati per scriverla bene è un modo per farsi notare. È importante che la lettera di presentazione sia fatta bene: se per qualche ragione non funziona può darsi che la persona che la riceve non leggerà poi il curriculum e scarterà il candidato senza pensarci troppo.
Non ripetere ciò che c’è scritto nel curriculum
Non ha senso scrivere due volte le stesse cose ed è bene sfruttare la lettera di presentazione per dire cose che hanno a che vedere con l’azienda e l’impiego per cui ci si propone. Per il New York Times può essere una buona idea parlare di alcuni esempi di progetti a cui si è lavorato, spiegare cosa si è imparato e in che modo queste competenze potrebbero essere utili nell’azienda a cui la lettera è rivolta.
Non dire cose ovvie
È facile finire a scrivere cose che chiunque potrebbe dire e che non dicono nulla di importante né su se stessi, né sul lavoro che si vorrebbe fare. Bisogna evitare i cliché come «sono un gran lavoratore» dato che chiunque potrebbe dirlo di se stesso e di sicuro non lo si può dimostrare con una lettera di presentazione.
Fare qualche seria ricerca prima di scrivere la lettera
Può darsi che prima di mandare il proprio curriculum non si conosca nel dettaglio l’azienda a cui ci si vuole proporre: conviene fare qualche ricerca approfondita prima di scrivere la propria lettera di presentazione, per poter mostrare di sapere le cose più importanti che riguardano l’azienda e i suoi progetti. Non serve che sia una parte lunghissima della lettera, solo un paio di righe che aiutino a non dare l’impressione che la stessa lettera sia stata mandata a tre aziende diverse. Nel caso di una testata giornalistica ad esempio bisogna far vedere di conoscere il sito e leggerlo frequentemente.
Concentrarsi su ciò che si può offrire all’azienda
Invece di ripetere quali siano le proprie esperienze lavorative passate, potrebbe essere utile suggerire delle innovazioni che si potrebbero portare nell’azienda a cui ci si propone mostrando di conoscerne il modo di lavorare e gli obiettivi. Non ha senso spiegare quali vantaggi porterebbe al candidato lavorare in quell’azienda, è ovvio che si sia interessati al posto di lavoro per cui ci si propone, è più utile (e difficile) dimostrare di essere la persona giusta per quel lavoro. Come aveva scritto Luca Sofri parlando della difficoltà di selezionare le persone per un certo lavoro: «Io sto cercando uno che risolva un mio problema, non uno che voglia risolvere il suo. Il mio problema è che mi servono persone in gamba. Spiegami come pensi di risolvere il mio problema».
Essere brevi e non troppo formali
Sia nella lettera sia nel curriculum. E non avere un linguaggio troppo formale. Il grado di formalità varia in base all’azienda, ma di sicuro un modo di esprimersi barocco e poco chiaro non aiuta a dare una buona impressione. Alcune aziende richiedono esplicitamente di ricevere il curriculum nel formato europeo, ma se non è obbligatorio può essere utile usare un formato meno lungo e più riassuntivo. Nella lettera è probabilmente inutile includere racconti sulla propria infanzia, su ciò che si è sempre voluto fare fin da bambini e sulle esperienze non lavorative che hanno avuto un significato importante: queste cose generalmente non interessano a un potenziale datore di lavoro. Nemmeno i voti degli esami universitari sono importanti, anzi, spesso controproducenti: non dicono molto di quanto si valga nel mondo del lavoro e allungano inutilmente la lettera di presentazione.