In Bulgaria si andrà al ballottaggio
La conta dei voti del primo turno è ancora in corso, ma risulta in vantaggio il candidato dell'opposizione Rumen Radev
Aggiornamento di lunedì 7 novembre: secondo i risultati parziali comunicati dalla commissione elettorale della Bulgaria, il principale candidato di opposizione, Rumen Radev, è in vantaggio con una percentuale stimata del 25,76 sulla candidata del partito governativo Tsetska Tsacheva, ferma al 21,97 per cento. Al terzo posto con circa il 15 per cento c’è Krasimir Karakachanov, candidato nazionalista. Per ora è stato scrutinato oltre l’85 per cento delle schede elettorali: l’affluenza ha superato il 54 per cento e nessun candidato riuscirà comunque a ottenere più del 50 per cento dei voti. Il ballottaggio sarà dunque domenica 13 novembre e il terzo classificato non ha per ora dato alcuna indicazione di voto.
I cittadini della Bulgaria erano chiamati a votare non solo per un nuovo presidente, ma anche per tre quesiti referendari che avevano a che fare con la modifica del sistema elettorale e del sistema di finanziamento pubblico ai partiti. I dati parziali dicono che per ora sono in vantaggio i “Sì”, dunque i favorevoli ai cambiamenti introdotti dai quesiti.
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Oggi si vota in Bulgaria per le elezioni presidenziali e per tre referendum che potrebbero modificare il sistema elettorale e il sistema di finanziamento pubblico ai partiti. Gli iscritti nelle liste elettorali sono 6,8 milioni di persone e il voto è formalmente obbligatorio, sebbene le sanzioni per chi non eserciterà il proprio diritto saranno solo simboliche. La Bulgaria è una repubblica parlamentare e la carica di presidente è di controllo e rappresentanza. Sarà comunque un voto importante per il governo di Bojko Borisov, il primo ministro filo-europeo che governa dal 2009: in caso di sconfitta del suo candidato, secondo un’analista consultata da Politico, il partito di governo – GERB, di centrodestra – potrebbe essere costretto ad indire elezioni anticipate. Nel caso, sarebbe la terza volta nel giro di cinque anni. I seggi si chiuderanno alle 20 ora locale, ma è improbabile che nelle ore successive si saprà il nome del nuovo presidente: nessuno dei 21 candidati dovrebbe riuscire a ottenere più del 50 per cento dei voti. L’eventuale voto di ballottaggio si terrebbe tra una settimana, domenica 13 novembre.
La Bulgaria era uno dei paesi dell’Europa orientale più vicini all’Unione Sovietica, e la sua popolazione si considera ancora culturalmente affine ai russi. Di Russia si è parlato anche in questa campagna elettorale, soprattutto a causa dell’atteggiamento sempre più aggressivo delle Russia nei confronti dei paesi che facevano parte dell’URSS o hanno una forte comunità etnica russa (come l’Estonia). Il principale candidato di opposizione, il 53enne ex comandante dell’aviazione Rumen Radev, sostenuto dal Partito Socialista bulgaro, è considerato non così ostile alla Russia come l’attuale governo: parlando con Reuters ha spiegato che la Bulgaria non dovrebbe «considerare la Russia come un nemico» e che la retorica anti-russa comporta dei «rischi non necessari». La candidata del partito governativo è l’attuale speaker del parlamento Tsetska Tsacheva, che ha 58 anni. Nel caso venisse eletta, sarebbe la prima donna a ricoprire questa carica nel paese.
I cittadini bulgari voteranno anche tre referendum. Il primo quesito chiede di introdurre un sistema elettorale maggioritario a due turni, il secondo chiede se si è favorevoli all’introduzione dell’obbligo di voto – che in realtà è già entrato in vigore per queste elezioni presidenziali – e il terzo referendum ha a che fare con la limitazione della soglia del finanziamento pubblico ai partiti per ogni voto valido ricevuto alle ultime elezioni parlamentari.
Secondo un recente sondaggio compiuto da Gallup, Tsacheva è data attorno al 27,2 per cento, mentre Radev al 23,1 per cento. Secondo recenti sondaggi locali citati da Politico, però, in caso di ballottaggio Radev è leggermente davanti a Tsacheva.