I due italiani rapiti in Libia sono stati liberati
Danilo Calonego e Bruno Cacace sono già tornati in Italia, ha confermato il ministero degli Esteri: erano stati rapiti il 19 settembre a Ghat, nel sud-ovest del paese
Nella notte tra venerdì e sabato sono state liberate in Libia tre persone che erano state rapite il 19 settembre scorso, tra cui i due tecnici italiani Danilo Calonego (66 anni) e Bruno Cacace (56 anni). Calonego e Cacace erano stati rapiti a Ghat, una città nel sud-ovest della Libia, insieme a un cittadino canadese, Frank Boccia. Tutti e tre lavoravano per l’azienda piemontese Con.I.Cos. con sede a Mondovì, in provincia di Cuneo. Il ministero degli Esteri italiano ha confermato la notizia con un comunicato: Calonego e Cacace «hanno fatto rientro in Italia nelle prime ore di questa mattina con un volo dedicato». Il ministero ha anche aggiunto che la liberazione è avvenuta nel sud della Libia grazie alla collaborazione delle autorità libiche. Secondo Repubblica i due italiani avrebbero dichiarato di stare bene e di non aver subito violenze.
Non si hanno ancora conferme sull’identità dei rapitori, anche se sembra che Calonego, Cacace e Boccia non siano mai finiti nelle mani di gruppi terroristici internazionali. Il rapimento era avvenuto mentre i tre erano a bordo di una macchina sulla strada che collega l’aeroporto di Ghat, dove erano impegnati nel lavoro di manutenzione gestito dalla Con.I.Cos., alla sede dell’azienda nel centro della Libia. Secondo quanto aveva scritto il Corriere della Sera, nei giorni successivi al sequestro il governo italiano se l’era presa molto con la società piemontese, che sembra non avesse informato il ministero degli Esteri della sua presenza in Libia nonostante nel 2011 fossero stati rapiti altri due dipendenti della stessa Con.I.Cos..
Ghat si trova nella regione del Fezzan, a pochi chilometri dal confine con l’Algeria. Non è ritenuta una zona ad alto rischio: la polizia libica dice che in quei territori non c’è lo Stato Islamico, ma ci sono comunque diversi gruppi e milizie che competono tra loro, alcuni dei quali potrebbero essere stati coinvolti nel sequestro di Calonego, Cacace e Boccia.