26 mappe per capire New York
Da quella che racconta la scena musicale, a quella sugli animali che vivono in città
Nonstop Metropolis è un atlante che racconta New York con 26 mappe immaginarie e tematiche, ognuna accompagnata da un saggio. È il terzo libro di una trilogia realizzata dalla scrittrice Rebecca Solnit, insieme a Infinite City dedicato a San Francisco, e Unfathomable City su New Orleans. Per quest’ultimo Solnit ha collaborato con il cartografo Joshua Jelly-Schapiro, che ha lavorato con riviste come la New York Review of Books, Harper’s Bazaar, e Believer.
Le mappe e i saggi sono realizzati da storici, linguisti, studiosi di musica, etnografi, urbanisti, artisti, fotografi, ed esplorano i cinque boroughs di New York e del vicino New Jersey da svariati e interessanti punti di vista. Una per esempio è dedicata ai luoghi in cui sono scoppiati i più rilevanti scontri nella storia della città, un’altra agli animali che la popolano, una alle innumerevoli lingue e dialetti parlati nel Queens, e un’altra ancora alla scena musicale. In un’altra mappa sono rinominate le linee e le fermate della metropolitana con i nomi delle donne più importanti che sono nate, hanno vissuto o lavorato in alcune zone e quartieri della città.
What if the New York City subway map paid homage to some of the city’s great women? https://t.co/By7YhLo7Am pic.twitter.com/GQtKj43Gfr
— The New Yorker (@NewYorker) October 12, 2016
Solnit spiega l’obiettivo del suo lavoro nell’introduzione all’atlante:
«Una città è una macchina composta da innumerevoli pezzi, i gesti accumulati dalle persone; è un organismo colossale che muore e rinasce di continuo, un conflitto costante tra ricordo e rimozione, il cuore del capitale e degli attacchi, estasi e infelicità, mistero, cospirazione, una destinazione e un punto di partenza, un labirinto in cui qualcuno si perde e qualcuno trova quel che cerca, una riflessione su come vivere, e la prova che le differenze non vanno per forza risolte sempre, ma possono accompagnarsi e scontrarsi per secoli. […]
Anche ognuno di noi è una sorta di atlante, che sa già come girare in una parte del mondo, in luoghi di cui conosciamo innumerevoli versioni date dall’esperienza, dal desiderio e dalla paura, da una rotta, un paesaggio o un ricordo. Così una città e i suoi abitanti costituiscono una biblioteca vivente».