La Spagna ha un governo, infine
Dopo dieci mesi di stallo, il primo ministro uscente Mariano Rajoy guiderà un governo di minoranza grazie all'astensione di una parte del PSOE
Dopo quasi un anno di stallo politico, la Spagna ha finalmente un governo. Sabato il primo ministro uscente Mariano Rajoy, leader del Partito Popolare (PP), ha ottenuto i voti necessari in Parlamento per formare un governo di minoranza, grazie all’astensione di una parte del Partito Socialista (PSOE), il principale partito di sinistra del paese. I parlamentari che hanno votato a favore di Rajoy sono stati 170 – il PP, il partito di centro Ciudadanos e Coalición Canaria –, con la maggioranza assoluta fissata a 176 seggi; 68 deputati del PSOE si sono astenuti, come deciso domenica scorsa dal Comitato federale del partito in una riunione molto tesa, mentre i parlamentari che hanno votato contro sono stati 111, inclusi 15 socialisti. Il governo Rajoy, di cui non si conosce ancora la composizione, entrerà in carica ufficialmente la prossima settimana.
La votazione di oggi è arrivata dopo 10 mesi di stallo politico, durante il quale la Spagna è rimasta senza governo. In Spagna si erano tenute le elezioni politiche una prima volta nel dicembre 2015 e di nuovo nel giugno 2016, senza però che ne venisse fuori una maggioranza in grado di appoggiare un governo. Il partito più danneggiato dalla crisi è stato il PSOE, che ha ottenuto i peggiori risultati della sua storia e che a giugno ha rischiato di farsi superare da Unidos Podemos, la coalizione di sinistra formata da Podemos e Izquierda Unida. Pedro Sánchez è stato costretto a dimettersi da segretario del PSOE, criticato dal suo stesso partito per non avere voluto fare una grande coalizione con Rajoy di modo da sbloccare la situazione politica e risolvere la crisi. Venerdì Sánchez si è anche dimesso da parlamentare: non voleva né astenersi durante il voto di fiducia a Rajoy, come aveva deciso il Comitato federale del PSOE, né andare contro la decisione dei vertici del suo partito.