Le accuse di molestie sessuali contro Ari Shavit
Una giornalista americana ha raccontato che il famoso editorialista israeliano la molestò durante un'intervista anni fa, e lui si è autosospeso dal quotidiano Haaretz
Venerdì 28 ottobre Ari Shavit, un famoso scrittore e giornalista del quotidiano israeliano Haaretz, ha annunciato di essersi autosospeso dal suo lavoro in seguito alle accuse di molestie sessuali da parte della giornalista americana Danielle Berrin. Shavit ha 59 anni, è sposato e ha figli. Negli anni Settanta ha combattuto con l’esercito israeliano, partecipando a diverse operazioni militari. Oggi è uno dei giornalisti israeliani più conosciuti e premiati, ed è autore di diversi libri.
Il caso Shavit è iniziato lo scorso 19 ottobre, quando Berrin ha pubblicato un lungo articolo sul Los Angeles Jewish Journal in cui ha descritto le molestie sessuali che subì da Shavit durante un’intervista avvenuta diversi anni fa (Berrin non specifica meglio quando). Berrin racconta che Shavit si trovava negli Stati Uniti per presentare uno dei suoi libri e che lei si considerava molto fortunata per essere riuscita a ottenere un’intervista con lui.
Fin dall’inizio dell’incontro, racconta Berrin, le cose iniziarono però ad andare in maniera strana. Shavit le fece molte domande personali e poi, all’improvviso, le afferrò la nuca e cercò di avvicinarla a sé per baciarla. Berrin si rifiutò, racconta, ma Shavit continuò a farsi avanti per molti minuti, spiegandole che aveva un “accordo” con sua moglie. Shavit invitò Berrin nella sua stanza, lei disse di no, e lui rispose: «Non dobbiamo fare sesso, voglio solo abbracciarti». Berrin inizialmente non riuscì a decidersi ad andarsene, per il timore reverenziale nei confronti di Shavit, e perché era preoccupata di mandare all’aria l’intervista. Alla fine trovò il coraggio per andarsene, e lasciò l’albergo dove si trovavano, accettando controvoglia un abbraccio finale per salutare Shavit. Berrin, nel suo articolo, collega il suo episodio alle accuse di molestie che hanno coinvolto il candidato presidente degli Stati Uniti Donald Trump, parlando di come le recenti rivelazioni sui suoi atti di violenza sessuale abbiano aiutato molte donne a farsi avanti e a denunciare le molestie subite.
Giovedì scorso, Shavit ha pubblicato delle scuse formali e ha detto che, all’epoca, quello che era avvenuto gli era sembrato «un normale flirt», aggiungendo: «Mi scuso dal profondo del cuore per questo fraintendimento. Non avevo intenzione di rivolgerle nessun commento che non fosse ben accolto e certamente non avevo intenzione di ferirla o metterla a disagio». Venerdì, Berrin ha respinto le scuse del giornalista israeliano: «Le sue scuse sono assurde. Tutto ciò che volevo da lui era un’intervista sul suo libro». Ancora prima che Berrin respingesse le accuse, diverse giornaliste israeliane avevano condannato le parole di Shavit, dicendo che come scuse erano inaccettabili.
Venerdì, infine, è arrivato l’annuncio di sospensione dal suo lavoro da parte di Shavit. Haaretz ha diffuso un comunicato piuttosto duro: «Haaretz si oppone fermamente a ogni forma di molestia sessuale. Questo tipo di comportamenti è del tutto inaccettabile e deve essere eradicato. Haaretz si aspetta da tutti i suoi dipendenti un comportamento professionale».