Cosa resta di Schiaparelli
Una nuova foto mostra il piccolo cratere creato dal lander dell'Agenzia Spaziale Europea quando è precipitato la settimana scorsa su Marte
Una nuova fotografia della superficie di Marte conferma che il lander Schiaparelli della missione ExoMars dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) è precipitato il 19 ottobre scorso, senza riuscire a completare il suo atterraggio controllato sulla superficie del pianeta. L’immagine è stata realizzata dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA, un satellite che orbita intorno a Marte da più di 10 anni per raccogliere informazioni sulle sue caratteristiche. MRO aveva già scattato una fotografia dell’area dell’impatto alla fine della scorsa settimana, la prima immagine a dare elementi certi sulla fine di Schiaparelli, ma era a una risoluzione inferiore rispetto alla nuova fotografia, che ha permesso ai tecnici dell’ESA di notare qualche dettaglio in più.
Schiaparelli era stato lanciato lo scorso marzo dalla Terra insieme alla sonda TGO, con cui aveva viaggiato per 7 mesi nello Spazio interplanetario, raggiungendo infine Marte a metà ottobre. A una distanza di oltre 175 milioni di chilometri dalla Terra, TGO ha compiuto regolarmente le manovre necessarie per inserirsi nell’orbita marziana, mentre a Schiaparelli spettava il complicato compito di entrare nell’atmosfera di Marte e di atterrare sulla sua superficie, dalla quale avrebbe inviato alcuni dati verso la Terra. La nuova fotografia di MRO e i dati inviati dal lander prima che si schiantasse confermano che la maggior parte delle operazioni sono andate come previsto lo scorso 19 ottobre: il suo scudo termico lo ha protetto nel turbolento ingresso nell’atmosfera e il paracadute ne ha frenato la corsa, staccandosi regolarmente poco prima dell’impatto con il suolo. I retrorazzi che avrebbero dovuto rallentare ulteriormente Schiaparelli non hanno invece funzionato come previsto, disattivandosi dopo pochi secondi, non sufficienti per fare compiere al lander un atterraggio controllato.
La nuova immagine mostra un’ombra molto scura sulla superficie di Marte, con una parte centrale più densa di 2,4 metri di diametro, compatibile con le dimensioni del piccolo cratere che un oggetto di 300 chilogrammi come Schiaparelli crea durante l’impatto ad alta velocità con il suolo (si stima viaggiasse a 300 chilometri orari). Secondo i ricercatori dell’ESA, il cratere ha una profondità di mezzo metro circa. C’è invece qualche dubbio sui segni scuri più sfumati intorno: l’ipotesi che siano stati causati dall’angolo di caduta di Schiaparelli è esclusa, perché il lander è arrivato al suolo quasi perpendicolarmente, ed è quindi probabile che siano dovuti alle piccole esplosioni dei retrorazzi, che avendo funzionato per pochi secondi erano ancora pieni di combustibile (idrazina).
Nei prossimi giorni i tecnici dell’ESA analizzeranno altri dati e immagini per ricostruire gli ultimi minuti di attività di Schiaparelli, prima del suo incidente su Marte. Non è ancora chiaro che cosa abbia causato lo spegnimento anticipato dei retrorazzi, forse un malfunzionamento del computer di bordo del lander.
L’ESA considera comunque un successo la missione ExoMars: la sonda TGO è regolarmente in orbita e sta raccogliendo dati su Marte e sulle caratteristiche della sua atmosfera; Schiaparelli era la parte sperimentale della missione e quindi quella esposta a più imprevisti, nella sua discesa ha comunque raccolto molti dati importanti per la progettazione della prossima fase della spedizione marziana dell’Agenzia, che ha in programma l’invio di un rover su Marte nel 2020.