“I Medici”, le imprecisioni storiche della serie
I primi due episodi della serie tv di Rai 1 hanno ricevuto qualche critica per le numerose inesattezze sulla storia della famiglia che governò Firenze per trecento anni
I Medici, la serie tv che racconta in forma romanzata l’ascesa al potere della famiglia che governò Firenze per trecento anni, andrà in onda questa sera su Rai 1, dalle 21.15. A essere trasmessi saranno il terzo e il quarto episodio. Le prime due puntate sono andate in onda martedì 18 ottobre e hanno avuto un grande successo di pubblico, con oltre 7 milioni e mezzo di spettatori in una serata dove in televisione si poteva vedere in chiaro anche la partita di Champions League tra Lione e Juventus.
Anche le nuove puntate della serie saranno trasmesse in alta definizione su Rai 1 HD (canale 501 del digitale terrestre): la versione che andrà in onda è quella doppiata in italiano, ma chi ha una televisione abbastanza recente potrà vederla in lingua originale, con i sottotitoli (nella serie anche gli attori italiani recitano in inglese).
I Medici era una serie era molto attesa, sia per il grosso investimento fatto dalla Rai che per il cast, in cui ci sono tra gli altri Dustin Hoffman e Richard Madden di Game of Thrones, ma ha ricevuto molte critiche per i limiti di sceneggiatura, costumi, fotografia, montaggio e scelte narrative che ancora la allontanano dal livello di qualità delle più celebrate serie tv statunitensi, a cui I Medici dichiaratamente voleva ispirarsi. In molti, inoltre, hanno criticato la serie per la scarsa accuratezza storica della rappresentazione dei personaggi – molti dei protagonisti, come ad esempio Cosimo e Lorenzo De Medici, sono raffigurati con la barba, anche se nei dipinti che li ritraggono non la portavano – e della città di Firenze: all’epoca raccontata nella serie, infatti, alcuni monumenti ancora non c’erano o non avevano l’aspetto che si vede sullo schermo. Per esempio la facciata del Duomo, che nella serie appare come la vediamo oggi, fu completata solo nel 1887.
È stato criticato poi anche il racconto di alcuni episodi storicamente avvenuti, che nella serie sono stati eccessivamente romanzati o semplificati: a partire da quello con cui incomincia il primo episodio, cioè la morte di Giovanni De Medici, interpretato da Dustin Hoffman. All’inizio ci viene infatti raccontato che il padre di Cosimo De Medici morì per avvelenamento dopo avere mangiato degli acini d’uva ricoperti di cicuta: in realtà, Giovanni morì di morte naturale il 20 febbraio 1429 (in una stagione – come qualcuno ha osservato – in cui è impossibile trovare dell’uva sulle vigne). Ha ricevuto degli appunti anche la narrazione di altri due fatti storici: l’elezione nel 1410 dell’antipapa Giovanni XXIII, sostenuto dalla famiglia Medici, e le vicende dell’assedio di Lucca – alleata con il ducato di Milano – da parte delle truppe di Firenze nel 1430. Questi due aspetti sono stati garbatamente criticati dallo storico Franco Cardini, su Repubblica di giovedì 20 ottobre:
La storia, quella vera, dov’è? Semplicemente, non c’è. Qui troviamo un racconto confuso – reso più inestricabile ancora dall’uso continuo del flashback – un cenno a scismi papali e ad elezioni pontificie poco credibili (con il concilio di Pisa del 1409, dal quale uscì papa col nome di Giovanni XXIII il candidato dei Medici, Baldassarre Cossa, che però viene spostato a Roma), fugaci e inesplicabili presenze come quella di Francesco Sforza in una guerra di Lucca spesso evocata e mai spiegata, una caricatura dell’oligarchia fiorentina “guerriera” contrapposta a banchieri e mercanti (mentre invece mercanti erano tutti). C’è anche il Brunelleschi con la sua brava cupola, arrangiata però a mezzuccio demagogico per “creare posti di lavoro”, come avrebbe detto Berlusconi. E dai “titoli di coda” apprendiamo che non c’è nemmeno l’ombra di un consulente storico, nemmeno un libro serio di riferimento. I soggettisti hanno fatto tutto da soli.
A Cardini, il giorno successivo, ha risposto sempre su Repubblica il produttore della serie Luca Bernabei, scrivendo che «una serie televisiva non è un documentario ed il racconto deve per forza fare i conti con l’apporto creativo degli autori». Lo stesso concetto che già il giorno della presentazione della serie aveva espresso Frank Spotniz, uno dei due sceneggiatori assieme a Nicholas Meyer e già produttore di X-Files:
Per raccontare questa storia ci siamo ispirati ai film Il Padrino e Amadeus, perché se anche ci si allontana dai fatti realmente accaduti per far capire meglio l’intreccio di una vicenda si ottiene un buon risultato di comprensione da parte del pubblico. Salieri avrà veramente ucciso Mozart? Ciò ha poco importanza, l’importante è capire attraverso quella trama la verità dei loro rapporti. E per quanto riguarda i Medici anche gli storici non sono d’accordo su certi avvenimenti e di alcuni personaggi si sa pochissimo: noi abbiamo inventato, per stimolare la curiosità degli spettatori.