Le auto che si guidano da sole sono una buona notizia per le moto

Ridurranno il numero degli incidenti e potrebbero far cambiare idea a chi non compra una moto per paura

di Kyle Stock – Bloomberg

( Justin Sullivan/Getty Images)
( Justin Sullivan/Getty Images)

La tecnologia delle auto che si guidano da sole promette di trasformare il settore automobilistico per come lo conosciamo, ma potrebbe cambiare anche le vendite in quello delle moto, seppure in maniera molto diversa. Secondo Karl Viktor Schaller, capo dello sviluppo di BMW Motorrad, la divisione motociclistica di BMW, è tutta una questione di sicurezza. Quando saranno dei robot a controllare il volante, le morti dei motociclisti sulla strada diminuiranno sensibilmente, una cosa che non lascerà indifferenti tutte quelle persone che vorrebbero una moto ma sono sempre state troppo spaventate per comprarne una. «Sarebbe un grande miglioramento per la sicurezza delle moto», ha detto Schaller, «che garantirebbe l’allargamento del gruppo di possibili utenti».

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La matematica è semplice quanto persuasiva. Pensate a una svolta a sinistra su una qualsiasi strada: anche se apparentemente non ha molto a che fare con un motociclista, un veicolo che svolta attraversando una corsia di traffico che va in direzione opposta è una delle cose più pericolose dell’andare in moto: negli Stati Uniti è la causa di morte stradale per un motociclista su cinque, stando alle statistiche sugli incidenti della National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), un’agenzia del governo statunitense che si occupa di sicurezza stradale. Quest’anno negli Stati Uniti circa mille motociclisti moriranno per colpa di una svolta a sinistra fatta da altri veicoli. Le auto che viaggiano nella stessa direzione delle moto spesso non si accorgono di essere superati a sinistra, mentre le auto che arrivano dalla direzione opposta e girano a sinistra spesso non vedono la moto in arrivo o ne valutano male la velocità.

Le auto che si guidano da sole, in teoria, non faranno nessuno di questi errori. Per cominciare, saranno in grado di “vedere” le moto grazie a dei sensori o a un radar, che avvertiranno il guidatore o gli impediranno di tagliare la strada alla moto. Ma è solo l’inizio: le moto arriveranno a “parlare” a tutti gli altri veicoli sulla strada, segnalando costantemente la loro posizione, direzione e velocità.  «Possiamo sfruttare queste funzioni per costruire una gabbia elettronica di sicurezza intorno alla moto», ha detto Schaller.

Quando tutti gli aspiranti motociclisti capiranno che il guidatore di fianco a loro non è una minaccia alla loro vita, in alcuni paesi aumenteranno le vendite. Secondo Xavier Mosquet, socio della società di consulenza Boston Consulting Group, la crescita delle vendite sarà più accentuata in mercati come gli Stati Uniti –  dove le persone vanno in moto per svago – e in Cina e India, dove molti scelgono le moto perché sono un mezzo di trasporto relativamente economico. In posti come l’Europa invece, dove spesso le moto sono il modo migliore di evitare il traffico, le auto che si guidano da sole potrebbero in realtà far calare le vendite delle moto, ha detto Mosquet. Se tutto andrà come previsto, ci saranno meno ingorghi, incidenti e rallentamenti per osservare un incidente, e di conseguenza usare una moto per viaggiare tra le corsie del traffico fermo sarà meno vantaggioso. «Credo dipenderà dalla motivazione e dal posto», ha detto Mosquet.

A ogni modo, le moto e le aziende che le producono aspettano con impazienza la diffusione delle auto che si guidano da sole. Negli ultimi 18 mesi negli Stati Uniti il numero delle morti sulla strada è cresciuto: l’anno scorso le morti stradali sono salite del 7,2 per cento – l’aumento maggiore dal 1966 – e nella prima metà di quest’anno sono aumentate ulteriormente del 10,4 per cento. Il capo della NHTSA Mark Rosekind ha definito l’aumento delle morti stradali «una crisi immediata».

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Negli Stati Uniti un numero sproporzionato di questi incidenti mortali coinvolge motociclisti, come mostra una statistica inquietante: nonostante percorrano meno dell’un per cento del chilometraggio di tutti i veicoli, i motociclisti morti sulla strada nel 2015 sono stati il 14,2 per cento. Il problema principale è che oggi gli americani guidano di più, grazie a un mercato del lavoro in risalita e al prezzo basso della benzina. Ma anche prendendo come parametro il chilometraggio, i tassi di morte sono allarmanti. Per la NHTSA la colpa è dell’afflusso di guidatori più giovani che non hanno esperienza e sono più propensi a guidare in modo incosciente. Anche la distrazione è un problema: si stima che un incidente mortale su dieci sia causato da guidatori che non guardano la strada, anche se il numero effettivo potrebbe essere molto più alto di quanto indicato dai dati. Un funzionario del NHTSA, che ha chiesto di restare anonimo, ha detto che la distrazione è difficile da misurare a fatto avvenuto, a differenza dei livelli di alcol nel sangue. Ma la grande diffusione di smartphone e l’abitudine a scrivere messaggi alla guida è spesso citata come possibile causa.

La speranza è che le auto che si guidano da sole riducano questi numeri. Se poi queste nuove tecnologie daranno anche coraggio a un nuovo gruppo di appassionati di moto lo si vedrà presto. Mark Reuss, capo dello sviluppo prodotti di General Motors, ha detto che i nuovi sistemi si occuperanno della «maggior parte» della guida delle auto entro il 2020 e saranno totalmente al comando entro il 2025. Anche il CEO di Tesla Elon Musk ha fatto una previsione simile: secondo lui la metà della auto prodotte nel 2022 o 2023 saranno totalmente automatiche.

Per le moto che si guidano da sole, invece, potrebbe volerci più tempo. Yamaha, che sta sviluppando un cyborg in grado di guidare una moto chiamato Motobot, prevede che arriveranno con almeno dieci anni di ritardo rispetto alle auto. Le funzioni automatiche, però, aiuteranno i motociclisti già da molto prima: BMW sta pensando a una serie di sistemi in grado di mappare la strada e segnalare al motociclista le curve e le condizioni dell’asfalto. Se la moto valuta che in vista di un rilievo imminente la velocità è eccessiva, può avvertire il pilota.

Nel caso delle auto il compromesso fa sì che per avere maggiore sicurezza la guida potrebbe diventare noiosa. Guidare una moto invece diventerà più sicuro ma rimarrà divertente. Andare in moto continuerà a voler dire guidare, mentre per le auto si tratterà in gran parte di controllare le email e mettersi in pari con Game of Thrones. «Il senso di andare in moto non è spostarsi da un punto A a un punto B», ha detto Schaller. «Il senso della moto è andare da A ad A. Il nostro business è il piacere».

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