I guai di Caterpillar
L'amministratore delegato Doug Oberhelman ha annunciato le sue dimissioni, dopo essersi preso grossi rischi che non hanno pagato
Caterpillar Inc., conosciuta come CAT, è un’azienda statunitense con sede a Peoria, in Illinois: produce veicoli pesanti, macchine per l’edilizia, locomotive, motori diesel e turbine a gas: i mezzi Caterpillar sono riconoscibili per il loro caratteristico colore giallo e per il logo, usato anche per una linea di scarpe e vestiti da lavoro piuttosto popolare qualche anno fa. Negli ultimi tempi, però, la società non se la passa molto bene e l’amministratore delegato Doug Oberhelman, che in precedenza era stato anche presidente del gruppo, ha annunciato le sue dimissioni. C’entrano la crisi del settore delle materie prime e del petrolio, che sono fondamentali per le vendite dell’azienda, e alcune discusse politiche di espansione industriale.
Durante la sua gestione, ha fatto sapere Caterpillar in una nota, Oberhelman ha rafforzato la società concentrandosi sul servizio clienti, sulla qualità e sulla sicurezza, portando la società ai suoi massimi livelli di vendita e di ricavi e dal 2012 ha “guidato con successo” l’azienda attraverso la crisi economica. Alcune delle sue politiche di investimenti, tuttavia, non sembrano aver convinto tutti e dopo quattro anni di calo delle vendite, il 63enne Oberhelman lascerà l’incarico in anticipo rispetto al limite di 65 anni tradizionalmente imposto ai dirigenti di Caterpillar. Le dimissioni da amministratore delegato di Oberhelman saranno operative entro la fine dell’anno: verrà sostituito da Jim Umpleby, che attualmente è il responsabile delle attività dedicate ai settori dell’energia e dei trasporti, mentre Dave Calhoun, già membro del consiglio di amministrazione, il 31 marzo del prossimo anno diventerà presidente non esecutivo.
Oberhelman lavorava in Caterpillar da 41 anni ed era amministratore delegato dal 2010, gli anni del grande sviluppo a livello mondiale dei mercati nei settori delle materie prime e dell’industria energetica. In quel periodo, scrive il Wall Street Journal, «il mondo stava ordinando escavatori, ruspe e dumper giganti» a un ritmo sempre più elevato e l’ottimo lavoro del predecessore di Oberhelman avevano messo la società in un’ottima posizione. Nel 2011 Oberhelman portò a termine l’acquisizione di Bucyrus-Erie, specializzata nella produzione di attrezzature per l’estrazione mineraria e dell’azienda cinese Era Mining Machinery. Dal 2011 al 2014, decise di raddoppiare il numero degli impianti industriali in Cina cercando di espandere l’azienda anche in Brasile e nei cosiddetti paesi in via di sviluppo. Nel 2012 le vendite di Caterpillar superarono i 63 miliardi di dollari, un record storico. Convinto che la domanda di materie prime avrebbe continuato a crescere, Oberhelman decise di fare grossi investimenti in tutto il mondo e di aumentare la produzione: a partire dal 2010 e fino al 2013 spese quasi 10 miliardi di dollari per ricerca, sviluppo e costruzione di nuovi stabilimenti.
Dopo il 2012, i prezzi delle materie prime cominciarono a diminuire e la crescita della Cina cominciò a rallentare, parallelamente alla domanda di attrezzature legate alla costruzione e all’estrazione. Il rallentamento dell’economia cinese ebbe molti effetti, anzitutto sulla domanda di petrolio e poi in generale sulle economie dei paesi con i quali intratteneva rapporti commerciali di grandi dimensioni, soprattutto le economie emergenti dell’Asia, la cui crescita rallentata ha ridotto ulteriormente la domanda di petrolio. Il mercato dei paesi in via di sviluppo cominciò a indebolirsi nel 2013: quell’anno le vendite di Caterpillar calarono del 16 per cento, mentre nel 2015 il calo fu del 15 per cento. «Stiamo producendo ben più di quanto la nostra rete di distribuzione riesca a vendere ai consumatori finali», aveva ammesso Doug Oberhelman. Come ha scritto Fortune: “Oberhelman ha fatto cose rischiose che sembravano geniali, e il mondo le adorava. Solo che il suo piano non ha funzionato”.
L’azienda deve ora affrontare il quarto anno consecutivo di calo dei ricavi, il più lungo nei suoi 91 anni di storia. Nello stesso periodo l’azienda ha ridotto la sua forza lavoro del 20 per cento, pari a circa 30 mila posti, ha detto che prevede di chiudere o ridimensionare fino a 20 impianti e ha fatto sapere che venderà alcune delle linee di produzione che aveva avviato con l’acquisizione di Bucyrus-Erie. La portavoce di Caterpillar Amy Campbell ha detto comunque che l’azienda si aspetta di gestire la ripresa rendendo la produzione più agile: «Stiamo riducendo i nostri costi strutturali».