Hollande si è distrutto da solo?
In un libro appena pubblicato insulta quasi ogni categoria di persone, dai poveri ai calciatori, e sembra che in Francia non lo sopporti più nessuno
Il primo turno delle elezioni presidenziali francesi si terrà il prossimo 23 aprile, i principali partiti faranno delle primarie nei prossimi mesi per scegliere il loro candidato e non è ancora chiaro se il presidente uscente François Hollande si presenterà per un secondo mandato. Hollande era molto impopolare già poche settimane dopo l’elezione del 2012, la sua situazione non sembra essere migliorata e ora in Francia si parla molto di un libro di interviste in cui lui stesso non rende di certo più semplici le cose, insultando quasi ogni categoria di persone.
Il libro è stato scritto da due giornalisti di Le Monde, Gérard Davet e Fabrice Lhomme e si intitola “Un président ne devrait pas dire ça… “, (“Un presidente non dovrebbe dire questo…”) e mette insieme 60 interviste fatte a Hollande nel corso degli ultimi cinque anni, quando il presidente riceveva regolarmente i due giornalisti all’Eliseo ben sapendo della loro intenzione di scrivere un libro. In un editoriale di qualche giorno fa, Le Monde lo ha presentato così: «Come ridursi a trasformare il proprio campo in un campo di rovine, a far disperare i propri amici, a far gioire gli avversari e a indebolire ancora un po’ di più la propria posizione? François Hollande ha trovato la ricetta. Il libro di Gérard Davet e Fabrice Lhomme ha i tratti di un suicidio politico».
Hollande nel libro parla liberamente di molte cose, degli attentati, delle riforme fatte, si confida sulla sua vita personale e se la prende con una lunga lista di persone: giudici e avvocati, migranti e musulmani, calciatori e intellettuali, alleati politici e avversari, servizi segreti e ex fidanzate. Il sistema giudiziario è pieno di “vigliacchi”, ci sono troppi” immigrati, c’è un “problema” con l’Islam, “Non è l’Islam che pone un problema nel senso che è una religione pericolosa in sé, ma lo è il fatto che voglia affermarsi come una religione nella Repubblica”. E ancora: i calciatori hanno bisogno di “essere rieducati” e “dovrebbero fare ginnastica al cervello”, gli intellettuali “non sono molto interessati all’idea di Francia”, Nicolas Sarkozy è un “rozzo mini-De Gaulle” e un “coniglietto Duracell”, i ribelli di sinistra sono una “massa di idioti”, i Verdi, ex alleati, sono dei “rompicoglioni”. Sono solo alcune delle frasi più citate dai giornali in questi giorni e estrapolate dal libro. Ai giornalisti che gli chiedevano poi quanti ordini avesse dato per eseguire operazioni di eliminazione di terroristi all’estero, lui ha risposto: “Almeno quattro”.
Nel libro si parla anche di un episodio per cui Hollande era stato molto criticato nel 2014: la sua ex compagna Valérie Trierweiler l’aveva accusato di essere sprezzante con i poveri e di averli definiti dei “sans dents”, “sdentati”. In una delle interviste pubblicate nel libro Hollande cerca di minimizzare: «Mi è capitato di usare quest’espressione, ma lo dicevo in senso oggettivo, incontrando nei raduni persone che non avevano i denti». Trierweiler ha allora recuperato, copiato, incollato e pubblicato su Twitter un sms del 2005 nel quale Hollande usa effettivamente questa espressione: il contesto del messaggio è una manifestazione nel dipartimento francese in cui Bernadette Chirac, moglie dell’ex presidente, era consigliera regionale. Il testo dice: «Sono con la mia amica Bernadette in una grande manifestazione nel suo cantone. Le ho fatto la corte. Ma non devi preoccuparti. Nel suo discorso ha fatto un lapsus formidabile. Risata generale, anche degli sdentati».
1- "Je suis avec ma copine Bernadette dans une grande manifestation dans son canton. Je lui ai fait un numéro de charme. Mais tu ne dois pas
— Valerie Trierweiler (@valtrier) October 12, 2016
2- t'inquiéter. Dans son discours, elle a fait un lapsus formidable. Rire général, même chez les sans-dents" F. Hollande. 31/05/2005. 12h39
— Valerie Trierweiler (@valtrier) October 12, 2016
In difesa di Hollande, si è sostenuto che i commenti controversi sono stati fatti molto tempo fa e che è facile mettere le cose fuori dal loro contesto. Il libro ha però avuto delle conseguenze. Moltissimi hanno reagito e risposto alle dichiarazioni di Hollande, magistrati, deputati socialisti, il sindacato dei calciatori. Secondo un recente sondaggio, il 78 per cento degli intervistati ha detto che il presidente ha sbagliato a fare quelle interviste, mentre l’86 per cento ha detto che non vogliono si ripresenti per un secondo mandato.
A differenza di molti altri presidenti del passato (Giscard d’Estaing nel 1981, Mitterrand nel 1988, Chirac nel 2002 e Sarkozy nel 2012) il presidente uscente François Hollande non è riuscito a imporsi come “candidato naturale” della sua area politica di riferimento per un secondo mandato. Hollande, al contrario, è stato da subito molto impopolare. La disoccupazione e il fatto che la crescita economica della Francia in questi anni sia stata costantemente inferiore a quella dei maggiori paesi europei hanno peggiorato le cose; lo stesso vale per i molti attentati terroristici che hanno colpito la Francia. I sondaggi dimostrano che gli elettori francesi, socialisti compresi, semplicemente non hanno più fiducia nella capacità di Hollande di guidare il paese. Da settimane il presidente rilascia interviste facendo intuire di «voler proseguire il lavoro», ma diversi osservatori, in Francia e nel mondo, sostengono che le cose raccontate nel libro sono solo l’ultimo episodio che ha contribuito a mettere seriamente in discussione la sua credibilità. Hollande, conclude Le Monde, è «l’immagine di Sisifo che spinge sulla cima della montagna un masso che ricade ogni volta». Stavolta però, precisa il quotidiano, ha fatto tutto da solo.