La storia complicata di “L’amante di Lady Chatterley”
Fu censurato per 20 anni per le scene di sesso e l'anticonformismo, finché l'editore Barney Rosset fece causa al governo americano
Negli Stati Uniti è da poco uscito un libro autobiografico di Barney Rosset, un importante editore morto nel 2012 che negli anni Cinquanta e Sessanta riuscì a pubblicare molti romanzi ritenuti scandalosi. Si intitola Rosset: My Life in Publishing and How I Fought Censorship, cioè “Rosset: La mia vita nell’editoria e come ho combattuto la censura”, e racconta le sue battaglie per pubblicare testi anticonvenzionali oggi considerati classici. Rosset era il proprietario della casa editrice Grove Press, che in quegli anni portò negli Stati Uniti le opere di molti autori d’avanguardia europei, come Samuel Beckett, Jean Genet ed Eugène Ionesco, pubblicò per la prima volta i libri del marchese de Sade (quello di Le 120 giornate di Sodoma) in versione non censurata e i più importanti autori della cosiddetta Beat Generation: Jack Kerouac, Allen Ginsberg e William Burroughs.
Tra le storie raccontate in Rosset: My Life in Publishing and How I Fought Censorship c’è anche quella della complicata pubblicazione di L’amante di Lady Chatterley dello scrittore inglese David Herbert Lawrence, a lungo censurato o addirittura proibito – nel Regno Unito lo fu fino al 1960 – perché è un romanzo erotico. Grove Press fu la prima casa editrice a pubblicarlo in versione originale, senza censure, dopo la prima edizione fiorentina di sole mille copie, vietata sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti.
Le prime edizioni di L’amante di Lady Chatterley
L’amante di Lady Chatterley fu pubblicato per la prima volta a Firenze nel 1929, in lingua originale. Lawrence lo scrisse in Toscana e visto che il suo agente letterario pensava che sarebbe stato impossibile farlo uscire nel Regno Unito, lo propose all’editore italiano Giuseppe Orioli, che aveva da poco aperto la piccola casa editrice The Lungarno Series, in attività fino al 1937. Sia il Regno Unito che gli Stati Uniti vietarono le importazioni del libro. Nel 1932, due anni dopo la morte di Lawrence, la casa editrice inglese Secker e quella americana Alfred A. Knopf ne pubblicarono una versione pesantemente censurata. Secondo Rosset, gli editor di Knopf lavorarono insieme ai funzionari dello United States Post Office Department, l’agenzia federale dei servizi postali che aveva proibito l’importazione del romanzo, per epurarlo di ogni frase ritenuta oscena. Nell’autobiografia Rosset spiega che L’amante di Lady Chatterley veniva censurato non solo per le scene di sesso ma anche per il suo messaggio contrario alla morale dell’epoca: ha infatti per protagonista una donna che tradisce il marito, aristocratico e invalido, con un uomo della classe operaia. Se il protagonista fosse stato un aristocratico innamorato di una serva, dice Rosset, il romanzo non avrebbe dato invece così fastidio. Un altro aspetto sconveniente è l’importanza che i personaggi danno all’appagamento sessuale, considerato qualcosa di diseducativo nella società dell’epoca. Per finire, era un testo facile e accessibile, che sarebbe stato potenzialmente letto da milioni di persone. Il romanzo venne tradotto per la prima volta in italiano nel 1945 da Manlio Lo Vecchio Musti. Anche in questo caso molte cose del libro furono cambiate nella traduzione, ma spesso più per l’incompetenza di Lo Vecchio Musti che per censura. Partì infatti dalla traduzione francese pubblicata da Gallimard nel 1932 e interpretò male moltissime parole; il caso più noto è quello del verbo inglese “to fuck“, cioè “scopare”, che nella prima traduzione italiana divenne “baciare” passando per il francese “baiser“, che solo in passato aveva quel significato. Già nel 1946 comunque fu fatta una nuova traduzione.
L’amante di Lady Chatterley e Grove Press
Rosset decise di ripubblicare L’amante di Lady Chatterley nel 1954, tre anni dopo aver comprato Grove Press: a convincerlo fu il critico letterario e professore di letteratura inglese all’Università di Berkeley Mark Schorer. Nel suo libro – il cui capitolo dedicato a L’amante di Lady Chatterley è stato pubblicato sulla rivista letteraria Literary Hub – Rosset spiega la sua scelta dicendo che gli avrebbe facilitato la pubblicazione di altri libri più attuali e più scandalosi, come Tropico del Cancro di Henry Miller pieno di scene sessuali molto più esplicite. Nell’aprile del 1954 Rosset si fece inviare a New York quattro copie del libro nella versione originale da Joan Landis, un’ex collega che viveva a Parigi. Avvertì la dogana di New York che i libri sarebbero arrivati – «Se hai intenzione di intraprendere un duello, devi avvertire il tuo avversario» – e dopo un mese di attesa immaginò che i libri erano stati trattenuti in dogana anche se non ne aveva ricevuto notifica. Allora chiese a Landis di mandargli un’altra copia, non avvertì in anticipo i doganieri ma fece loro recapitare il pacco appena lo ricevette, per metterli in difficoltà e creare un caso. I doganieri di New York non volevano rischiare una causa da parte di Grove Press e fare la figura degli sprovveduti, e si rivolsero a un ufficio di livello superiore di Washington DC, il Collector for Restricted Merchandise (letteralmente “Collettore di prodotti proibiti”), che ad agosto stabilì che: «Il libro in questione è osceno come stabilito dalla sezione 305 del Tariff Act del 1930. Sarà dunque sequestrato e confiscato come indicato dalla legge». Rosset non aspettava altro: era un appiglio per fare causa al governo federale degli Stati Uniti, mettendone in discussione la decisione di bandire il libro. Rosset basò la difesa di L’amante di Lady Chatterley sul concetto di “valore letterario” dell’opera e chiese a Mark Schorer di scrivere un’introduzione al romanzo per spiegarne l’importanza culturale. Schorer incontrò anche Frieda Lawrence Ravagli, la vedova di Lawrence, in New Mexico, per avere accesso alle tre versioni manoscritte del libro e mostrare il lavoro che Lawrence aveva fatto sul testo per rifinirlo.
An #editorialcartoon that ran during the 1959 obscenity trial against #LadyChatterleysLover /// #bannedbooksweek #grovepress #BarneyRosset #dhlawrence Una foto pubblicata da Grove Atlantic Inc. (@groveatlantic) in data:
Per affrontare la causa Rosset investì in modo rischioso l’eredità di suo padre, che era un ricco uomo di origine ebraica. Poi dovette gestire il delicato rapporto con Alfred A. Knopf, che aveva pubblicato la versione censurata del libro ed era una casa editrice molto più grande di Grove Press: non aveva però registrato i diritti del testo originale e per questo non poté impedire a Grove di pubblicare il libro. Il processo tra Grove Press e il servizio postale durò alcuni anni, fino a quando, nel luglio del 1959, un tribunale federale di New York stabilì che le copie del romanzo spedite via posta non dovevano essere confiscate. Ci fu un appello da parte dell’agenzia federale della posta, ma tre giudici confermarono la sentenza. Il romanzo fu pubblicato e raggiunse il secondo posto nella lista dei bestseller del New York Times: in un anno vendette 2 milioni di copie.
Grove Press dopo L’amante di Lady Chatterley
Nel 1959 Grove Press pubblicò Il pasto nudo di William Burroughs, scandaloso per le scene di sesso e l’utilizzo di droga da parte dei protagonisti, e nel 1961 pubblicò Tropico del Cancro: in 21 stati degli Stati Uniti vennero fatte cause contro i librai che lo vendevano e ci furono 60 processi. Barney Rosset assunse l’avvocato Charles Rembar per aiutare i librai: vinse solo due cause ma nel 1964 la Corte Suprema stabilì che il romanzo non era osceno e che non si poteva quindi vietarne la vendita. Come Rosset aveva previsto pubblicare L’amante di Lady Chatterley facilitò la pubblicazione di altri romanzi considerati scandalosi.