L’appassionato discorso di Michelle Obama contro il sessismo di Donald Trump
Il New York Times l'ha definito il più importante tenuto da una First Lady statunitense negli ultimi vent'anni
Giovedì 13 ottobre, la First Lady americana Michelle Obama ha parlato durante un evento elettorale in sostegno di Hillary Clinton a Manchester, in New Hampshire. Ha dedicato il suo discorso soprattutto a Donald Trump, e alle sue recenti dimostrazioni di sessismo (come quella del video del 2005 in cui si vanta di molestare le donne). Mark Landler, corrispondente del New York Times dalla Casa Bianca, ha definito il discorso di Michelle Obama «il più importante tenuto da una First Lady da quello di Hillary Clinton all’Assemblea generale dell’ONU, nel 1995».
Michelle Obama ha cominciato dicendo che l’11 ottobre ha organizzato un evento alla Casa Bianca per la Giornata Mondiale delle bambine e delle ragazze, e che ora è costretta a commentare il linguaggio «offensivo e odioso» del candidato Repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti. Ha spiegato che sentire quello che Trump ha detto è stato doloroso, per lei e per molte altre persone, «non solo come donne, ma come genitori che cercano di proteggere» i loro figli e di farli crescere come «adulti rispettosi, come cittadini che pensano che i leader di una nazione debbano rispettare le norme fondamentali della decenza umana». Ha definito le parole di Trump durante la campagna elettorale «scioccanti e avvilenti». Ha detto poi:
«Abbiamo visto questo candidato vantarsi di aver aggredito sessualmente delle donne. Non riesco a credere che sto dicendo che un candidato alla presidenza degli Stati Uniti si è vantato di aver aggredito sessualmente delle donne. E devo dirvi che non riesco a smettere di pensarci, mi ha scossa nel profondo, in un modo che non avrei mai immaginato. E dunque, nonostante mi piacerebbe fingere che questo non stia accadendo, e mi piacerebbe venire qui a fare un normale discorso per la campagna elettorale, sarebbe disonesto e ipocrita da parte mia passare semplicemente alla questione successiva, come se tutto fosse stato solo un brutto sogno. Non è qualcosa che possiamo ignorare. Non è qualcosa che possiamo nascondere sotto il tappeto (…) Perché quelle non erano semplici chiacchiere da spogliatoio».
Michelle Obama ha citato le violenze nei campus universitari e quelle che avvengono in «innumerevoli altri luoghi ogni singolo giorno». Ha parlato della sensazione di vulnerabilità che le donne provano quando camminano per la strada e qualcuno può rivolgere loro dei commenti volgari, della sensazione che si ritrova «nelle storie che abbiamo sentito dalle nostre madri e dalle nostre nonne» o di quella che si prova in ufficio quando «il capo potrebbe dire e fare quello che vuole alle donne, anche se loro hanno lavorato duramente, superato ogni ostacolo per dimostrare il loro valore, che però non è mai abbastanza. Pensavamo tutti che fosse una storia passata? (…) Siamo nel 2016 e stiamo sentendo queste stesse cose tutti i giorni durante la campagna elettorale. Siamo sommersi». E ancora:
«Sia chiaro: questo non è normale. Non è la solita politica. È una cosa vergognosa. E intollerabile. E non importa il partito di appartenenza – Democratici, Repubblicani, indipendenti – nessuna donna merita di essere trattata in questo modo. Nessuno di noi merita questo tipo di abusi. E so che è una campagna elettorale, ma non riguarda più solo la politica. Stiamo parlando delle basi della decenza umana. Stiamo parlando di cosa è giusto e cosa è sbagliato. Non possiamo continuare a sopportarlo, o esporre i nostri figli a tutto questo: non per un altro minuto, tanto meno per altri quattro anni. Ora è arrivato il momento, per tutti noi, di alzarci e di dire basta. Questo deve finire adesso».
Michelle Obama ha parlato dell’effetto che le parole di Trump possono avere sui bambini, sulle bambine, ma anche sugli uomini perbene:
«Gli uomini della mia vita non parlano e non hanno mai parlato così (…). Diciamolo in modo chiaro: gli uomini forti, quelli che sono davvero un modello, non hanno bisogno di offendere le donne per dimostrare il loro potere. (…) Nei nostri cuori, sappiamo tutti che se lasciamo vincere queste elezioni all’avversario di Hillary, allora stiamo inviando un messaggio chiaro ai nostri figli: che tutto ciò che stanno vedendo e sentendo è perfettamente normale. Lo stiamo avallando. Lo stiamo facendo nostro. Stiamo dicendo ai nostri figli che va bene umiliare le donne. Stiamo dicendo alle nostre figlie che questo è il modo in cui meritano di essere trattate. Stiamo dicendo a tutti i nostri bambini che l’intolleranza e il bullismo sono perfettamente accettabili nel leader del loro paese: è questo ciò che vogliamo per i nostri figli?»
Michelle Obama ha concluso il comizio invitando a votare Clinton:
«Vedete, mentre le nostre madri e le nostre nonne erano spesso impotenti e non potevano cambiare la loro situazione, oggi noi, come donne, abbiamo tutto il potere che ci serve per determinare l’esito di questa elezione. Abbiamo conoscenze. Abbiamo una voce. Abbiamo un voto. E l’8 novembre noi, come donne, come americane, come esseri umani dignitosi possiamo metterci insieme e dichiarare tutti insieme che il troppo è troppo, e che non possiamo tollerare questo tipo di comportamento in questo paese».