Che si dice del nuovo romanzo di Don DeLillo
"Zero K" è appena uscito in Italia: la maggior parte dei critici ne parla bene, per alcuni è il migliore dopo il suo capolavoro "Underworld"
È uscito in Italia Zero K, l’ultimo romanzo dello scrittore americano Don DeLillo, l’autore di Underworld, Rumore bianco e Cosmopolis, pubblicato da Einaudi nella traduzione di Federica Aceto. Zero K è uscito negli Stati Uniti lo scorso maggio ed è il sedicesimo romanzo di DeLillo, che secondo il famoso critico letterario e studioso Harold Bloom è insieme e Philip Roth, Thomas Pynchon e Cormac McCarthy, uno dei più grandi scrittori americani contemporanei. Il titolo di Zero K fa riferimento allo 0 kelvin, cioè il cosiddetto zero assoluto, la temperatura più bassa che si può ottenere in assoluto: due dei personaggi principali credono che facendo congelare e conservare a i propri corpi, in futuro potranno avere una nuova vita grazie ai progressi della scienza. Il libro racconta di come nel mondo contemporaneo la scienza e la religione si siano sovrapposte spesso tra loro.
Cosa racconta Zero K
Il libro è narrato in prima persona da Jeffrey Lockhart. Suo padre Ross è un milionario sposato con Artis Martineau, una donna più giovane, un’archeologa, che è malata e sta per morire. Ross Lockhart è il principale finanziatore di una clinica segreta, Convergence, dove la morte viene controllata e i corpi vengono conservati nell’attesa che la scienza scopra il modo di farli tornare in vita in futuro. All’inizio del romanzo Jeffrey raggiunge Ross e Artis nella clinica, che si trova in un luogo sperduto vicino al Kazakistan, per salutare la matrigna prima che muoia. E qui viene fuori il diverso modo in cui padre e figlio concepiscono la morte. Jeffrey sente che bisogna accettarla e dedicarsi alla vita, mentre Ross vuole sconfiggerla e spingersi in un’altra dimensione: «Siamo nati senza sceglierlo. Dovremmo morire nello stesso modo? La gloria dell’uomo non è rifiutarsi di accettare un destino sicuro?». Una domanda che rispecchia l’incipit del romanzo:
«Tutti vogliono possedere la fine del mondo».
Zero K è la sezione della clinica Convergence che ospita i pazienti che si fanno congelare prima di morire naturalmente – come nel caso di Artis, che ha scelto questa forma di suicidio assistito perché ha una malattia degenerativa. Jeffrey Lockhart porta nel libro il punto di vista di DeLillo sul tema della morte e della fede in un’altra vita: un’opinione scettica, pessimista e cupa. Il romanzo trasmette l’idea che la scienza sia fonte di illusioni quanto la religione. Del resto cliniche simili a Convergence esistono davvero. La seconda parte del romanzo, più breve, è ambientata tempo dopo la morte di Artis, a New York, dove Jeffrey vive. Fatti storici contemporanei – l’esplosione di un meteora il 15 febbraio 2013 sopra la città russa di Chelyabinsk, la guerra in Ucraina – fanno da sfondo e sono una parte rilevante della storia.
Cosa dicono le recensioni di Zero K
Su Book Marks – una sezione del sito letterario Literary Hub che funziona come un Rotten Tomatoes dei libri – il voto medio delle 29 recensioni di Zero K uscite sui più autorevoli giornali e riviste in lingua inglese è B+, quindi positivo nella scala che va dal massimo di A+ al minimo di F, ma non ottimo. Simile è il punteggio ottenuto dal romanzo sul social network dedicato ai libri Goodreads: 3,31 su 5, basato su più di tremila voti. I critici sono piuttosto divisi: c’è chi ritiene il libro uno dei migliori di DeLillo, chi invece non ha apprezzato che si sia avvicinato ai temi della fantascienza. L’unica cosa su cui quasi tutti concordano è che Zero K sia venuto meglio dei più recenti libri di DeLillo.
Tra le recensioni considerate da Book Marks c’è ovviamente quella di Michiko Kakutani, la più famosa e temuta critica del New York Times, che ha definito Zero K il «romanzo più convincente di DeLillo dopo il suo capolavoro del 1997, Underworld». Kakutani ha anche paragonato Underworld a una sinfonia e Zero K a un brano di musica da camera (è lungo più o meno come un quarto di Underworld), però ben fatto: non le è piaciuta molto la prima parte del libro, che ha trovato artificiosa, ma il suo giudizio complessivo è positivo. Ancora più positiva è la recensione di Joshua Ferris sul domenicale culturale del New York Times, la Book Review: per Ferris Zero K è «uno dei più misteriosi, emozionanti e formalmente appaganti libri di DeLillo». Gli è piaciuto, come per altri romanzi, lo stile di scrittura di DeLillo e anche il tema trattato, molto attuale.
Un giudizio più duro su Zero K è quello dello scrittore Tony Tulathimutte sulla rivista New Republic: ha scritto che per i grandi fan di DeLillo può essere considerato un lavoro di somma dei temi affrontati nel corso della sua carriera e del suo stile, ma anche un’operazione «di riciclaggio». Secondo Tulathimutte i temi di Zero K sono già stati ampiamente trattati dai romanzi di fantascienza – e dalla serie animata di Matt Groening Futurama – e DeLillo non li rielabora, ma li cita soltanto. Il suo approccio lo fa sembrare più burbero che ammonitore sui rischi e la speranza riposta in alcune tecnologie. Un’opinione esattamente opposta è quella dello scrittore Charles Finch – che come Tulathimutte appartiene alla generazione nata negli anni Ottanta – sul Chicago Tribune: secondo lui Zero K «sembra scritto da un millennial, cosa che lascia senza parole dato che il suo autore ha quasi 80 anni». Per Finch Zero K è addirittura migliore di Underworld e il primo capolavoro di DeLillo.
Tra le recensioni negative di Zero K c’è anche quella del critico A. O. Scott su GQ: lo ha definito «freddo come il suo titolo» perché i personaggi non sembrano provare vere emozioni. Sul Guardian lo scrittore e poeta James Lasdun ha criticato in particolare la prima parte, dicendo che la descrizione della clinica Convergence non si adatta allo stile di DeLillo perché non è un luogo realistico ma fantascientifico. Lasdun però sottolinea, come la maggior parte dei critici, che DeLillo è bravissimo a scrivere e le sue frasi sono molto belle.
La copertina italiana di Zero K; il libro ha 240 pagine e costa 19 euro, 9,99 nella versione ebook
Don DeLillo sarà in Italia a presentare Zero K alla fine di ottobre. Sabato 22 sarà alla Festa del Cinema di Roma; la sera di lunedì 24 sarà al Circolo dei lettori di Torino e quella di mercoledì 26 a Genova.