8 foto di Inge Morath, tra le prime donne di Magnum
Sono raccolte in un nuovo libro che ne ripercorre la carriera tra dive del cinema, balli dell'alta società, e scene di vita quotidiana sulla Fifth Avenue
Inge Morath è stata una fotografa austriaca naturalizzata statunitense, tra le prime donne a fare parte della rinomata agenzia fotografica Magnum. Di lei si ricordano soprattutto le foto allo sfarzo dell’alta società e alle dive dell’epoca, come Ingrid Bergman e Audrey Hepburn, ma ha fotografato anche scene quotidiane sulla Fifth Avenue; sarte, scrittori e ragazze americane a Parigi. Le sue foto, soprattutto quelle scattate tra gli anni Cinquanta e Sessanta, sono raccolte in un nuovo libro pubblicato da Abrams, Inge Morath: On Style.
Morath nacque in Austria nel 1923 e visse in Germania durante la Seconda guerra mondiale. Dopo la guerra cominciò a lavorare come giornalista e traduttrice tra Vienna e Monaco di Baviera e nel 1949 iniziò a collaborare con il fotogiornalista Ernst Haas. Si interessò a loro Robert Capa – che per chi non lo conoscesse è stato uno dei più grandi fotografi del Novecento e fondatore dell’agenzia Magnum – che li invitò a lavorare per lui a Parigi. Morath iniziò nell’agenzia come scrittrice e ricercatrice per Henri Cartier-Bresson – un altro dei maestri del Novecento – e nel 1955, dopo aver migliorato le sue capacità fotografiche, diventò un membro effettivo dell’agenzia. A quel tempo erano solo in due donne: lei e Eve Arnold, e le venivano assegnati soprattutto soggetti ritenuti femminili o scartati dai colleghi maschi: balli delle debuttanti, eventi dell’alta società, carnevali e concorsi per cani.
Nel 1952 fotografò il set del film Moulin Rouge di John Huston, e qualche anno dopo quello de Gli spostati, sempre di Huston: in quell’occasione conobbe lo sceneggiatore Arthur Miller, l’ex marito di Marilyn Monroe, che sposò nel 1962. Insieme ebbero una figlia, la regista Rebecca Miller. Morath morì a causa di un cancro nel 2002, a 78 anni.
John P. Jacob, curatore della sezione di fotografia dello Smithsonian American Art Museum, ha scritto nella postfazione del libro: «Che fotografi festival o studi di artisti, set dei film, la strada o le sfilate di moda, ciò che distingue la fotografia di Morath è un occhio infallibile per la brillante teatralità della vita».