Ci sono dei dubbi su un noto “pentito” dell’ISIS
Il Washington Post ha ottenuto nuove immagini che mostrano cosa fece in Siria l'ex miliziano tedesco Harry Sarfo, oggi in carcere, molto intervistato dai media
Il Washington Post ha pubblicato dei pezzi di video mai diffusi prima che sembrano mettere in discussione la credibilità di un noto ex miliziano dello Stato Islamico (o ISIS) che in passato aveva dato alcune interviste a diversi giornali internazionali.
Harry Sarfo, nato in Germania da una famiglia non musulmana e convertito all’Islam a 20 anni, si unì allo Stato Islamico nel 2015 e fu reclutato nella sezione dedicata a progettare attacchi terroristici all’estero: ci rimase per tre mesi e poi si pentì della sua scelta, decise di tornare indietro e appena mise piede in Germania fu arrestato. Negli ultimi tempi Sarfo ha raccontato molte cose agli investigatori tedeschi e ai giornalisti di diverse grandi testate, soprattutto sull’addestramento militare imposto all’interno dello Stato Islamico e sul funzionamento di “Emni”, una sezione del gruppo molto potente e organizzata che pianifica in quasi ogni loro fase gli attentati terroristici all’estero. Finora Sarto era considerato una fonte credibile, anche dagli investigatori tedeschi: non è chiaro quanto questa storia cambierà le cose.
Le immagini pubblicate dal Washington Post sembrano mettere in discussione alcune delle precedenti dichiarazioni di Sarfo. Per esempio quella secondo cui nel periodo passato in Siria si sarebbe sempre rifiutato di uccidere. In un video di un’esecuzione a Palmira, lo si vede tirare fuori una pistola e sparare verso un prigioniero sdraiato a terra: la dinamica di quello che succede non è chiarissima, perché nel momento dello sparo un altro miliziano entra nell’inquadratura e copre Sarfo. In un altro pezzo di video lo si vede urlare degli slogan dello Stato Islamico e in un altro ancora alzare il braccio in segno di celebrazione appena prima di un’esecuzione. Sarfo aveva sempre detto di aver cercato di non partecipare ai video di propaganda particolarmente violenti.
Il Washington Post ha scritto di avere ottenuto le immagini da una fonte interna allo Stato Islamico, che avrebbe voluto smentire Sarfo dopo le sue dichiarazioni sui giornali occidentali. Per il momento, comunque, è difficile arrivare a conclusioni definitive sul ruolo di Sarfo nello Stato Islamico e i suoi racconti sul funzionamento del gruppo finora non sono ancora stati smentiti.
L’avvocato di Sarfo, Udo Würtz, si è mostrato molto stupito alla vista delle immagini ottenute dal Washington Post: «Non posso dire niente, sono sorpreso», e poi ha aggiunto che le immagini mostravano Sarfo fare «qualcosa di più che solo stare lì fermo, è vero, ma non sono sicuro che questo cambierà la sua condanna». Sarfo ha finito di scontare il primo dei suoi tre anni di carcere, in isolamento; gli ultimi due li passerà in una cella normale perché non è più considerato un “soggetto pericoloso”.