Decine di persone sono morte durante una manifestazione in Etiopia
Appartenevano all'etnia Oromo e stavano protestando contro il governo: sono state investite dalla folla che scappava dalla polizia
Decine di persone sono morte domenica durante una festa religiosa a Bishoftu, una città a circa 40 chilometri da Addis Abeba, la capitale dell’Etiopia. Secondo quanto riportano i principali siti di news internazionali, la polizia ha usato gas lacrimogeno e pallottole di gomma contro i manifestanti, circa due milioni di persone: la folla ha cominciato a fuggire in maniera precipitosa e disordinata e molte persone sono state calpestate e sono morte. Non si sa ancora con precisione il numero dei morti, ma il governo regionale ha detto che sono rimaste uccise almeno 52 persone. Bishoftu si trova nella regione centro-meridionale dell’Oromia, abitata prevalentemente dal gruppo etnico degli Oromo, che da tempo protesta contro il governo centrale di Addis Abeba perché ritiene di essere discriminato ed emarginato.
Durante la protesta anti-governativa diversi manifestanti hanno cantato slogan contro l’Organizzazione democratica del popolo Oromo, uno dei quattro partiti regionali che formano il governo federale, la coalizione che alle ultime elezioni – insieme ad altri piccoli alleati – ha ottenuto tutti i seggi disponibili in Parlamento. Gli Oromo protestano da quasi un anno. Le manifestazioni contro il governo iniziarono lo scorso novembre, quando si seppe dell’esistenza di un piano che prevedeva l’estensione della capitale Addis Abeba all’interno dell’Oromia. Diversi contadini Oromo protestarono contro il piano, perché temevano che ci potesse essere il pericolo di una confisca delle loro terre. Del piano poi non se ne fece niente, ma gli Oromo non smisero di manifestare, includendo nuove questioni come le violazioni dei diritti umani. Secondo Human Rights Watch, dallo scorso novembre sono state ucciso 500 persone che si opponevano al governo federale.
Il governo di Addis Abeba ha negato che le violenze delle forze di sicurezza siano sistematiche. Un portavoce del governo ha detto ad Al Jazeera che gli agenti di polizia “a volte devono prendere la legge nelle loro mani”. Lo scorso mese il governo ha anche rifiutato la richiesta dell’ONU di mandare in Etiopia degli osservatori internazionali per verificare quello che sta succedendo nel paese.