50 fotografie di David Seidner in mostra a Milano
È stato uno dei più importanti fotografi di moda degli anni Ottanta e Novanta, famoso per i ritratti destrutturati e ricomposti e il richiamo alla storia dell'arte
Fino all’1 novembre 2016 la Galleria Carla Sozzani di Milano ospita la mostra David Seidner, celebre fotografo di moda e ritratti che realizzò servizi e pubblicità per riviste come Vogue, Harper’s Bazaar, Vanity Fair e per marchi come Emmanuel Ungaro, Lanvin, Dior e John Galliano. Seidner è considerato uno dei massimi esponenti della fotografia di moda degli anni Ottanta e Novanta. Nato a Los Angeles nel 1957 e morto nel 1999, a 42 anni, per complicazioni legate all’AIDS, nella maggior parte della sua carriera lavorò a Parigi e dal 1980 al 1982 collaborò esclusivamente con la casa di moda Yves Saint Laurent. La mostra alla Galleria Carla Sozzani – in Corso Como 10 – è la prima retrospettiva italiana a lui dedicata e raccoglie 50 fotografie provenienti dall’International Center of Photography di New York: non solo di moda ma anche ritratti e fotografie ispirate alla storia dell’arte.
Tra le immagini in mostra c’è un ritratto del compositore John Cage, fotografato nel 1977 per il Los Angeles Times, composto da cinque diversi scatti, ognuno per una parte del corpo di Cage, una tecnica – quella di scomporre e ricomporre la figura del soggetto ritratto – utilizzata spesso da Seidner. C’è anche una serie di ritratti ispirata a quella del pittore americano John Singer Sargent (1856-1925): negli anni Novanta, a partire da un servizio per Vanity Fair, Seidner si mise a rintracciare i discendenti dei soggetti di Sargent per fotografarli negli abiti dei loro antenati. La fotografia di Seidner infatti è colta e pittorica, e cerca di evocare quadri famosi o filoni artistici nella particolare piega di un vestito o nella posizione di una mano.
Un altro lavoro importante di Seidner risale al 1986: fotografò manichini di fil di ferro vestiti con mini abiti su misura dai grandi stilisti dell’epoca – Balenciaga, Jacques Fath, Lucien Lelong, Elsa Schiaparelli e Pierre Balmain – per conto del Musée de la Mode di Parigi.